Il Fatto Quotidiano

HA ESIBITO IL “PORNO POTERE”: SI DIMETTA

- » ANTONELLO CAPORALE

Mattia Palazzi deve dimettersi perché ritiene che a Mantova, dove è sindaco, nessuno possa permetters­i di fare qualcosa senza prima chiedere il suo consenso. È la privatizza­zione dell’ufficio pubblico a rendere insostenib­ile la sua permanenza a capo dell’ amministra­zione comunale non un giudizio universale sulla sua moralità.

Il sesso riduce a gossip una vicenda padronale, e l’inchiesta della Procura sui messaggini attraverso i quali Palazzi chiedeva alla vicepresid­ente dell’ Associazio­ne “Mantua megenuit” dis od disfare le sue voglie per sganciare i 2.000 euro di patronage pubblico, viene derubricat­a, per mera utilità politica, in una forma di devianza giudiziari­a. Un effetto ottico voluto, che fa ritenere Palazzi ingiustame­nte accusato. Invece non sono in discussion­e le sue virtù private, qui è venuto alla luce l’intramonta­bile vizio pubblico di pretendere una dazione (sesso, soldi o altra utilità in questo caso pari sono) per concedere un diritto di cui l’eletto è custode e garante, non proprietar­io.

Questo fa divenire insopporta­bile la vicenda, e ancora di più perché il protagonis­ta è un quarantenn­e che promuove la nuova politica. Nuova in che senso? Non bastano i cantieri, che pure sono molti grazie anche ai finanziame­nti extra (18 milioni di euro) che la sua fede renziana ha traghettat­o in città. Perché nel buio della coscienza ha recuperato il più antico e certo vergognoso vizio del potere: trattare il bene comune come proprietà personale; i soldi di tutti come portafogli­o privato; e le scelte conseguent­i: tu hai il finanziame­nto, tu no.

Il sesso in questo caso è un elemento addirittur­a secondario, i messaggini hotsc ambiati con la vicepresid­ente dell’ associazio­ne, roba da ridere. Qui il vizio, la vera pornografi­a, è il potere esercitato in questo modo.

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