Su Etruria ora la Boschi se ne inventa un’altra
La bambolina Boschi minacciò di querelare De Bortoli quando uscì il suo libro con la rivelazione della sua richiesta all’Ad di Unicredit di acquisire la Banca Etruria, ma poi non ne fece nulla. Ora che la commissione parlamentare ha deciso di sentire Ghizzoni, ha corretto il tiro da Vespa dicendo che se qualcuno l’accusa di aver fatto pressioni su di lui a quel fine, deve darne le prove. Ma la sua svergognata bugia al Parlamento e, quindi, al Popolo italiano quando negò di aver mai formulato quella richiesta, non può annullarla giocando con le parole. No, perché De Bortoli non ha fatto alcun cenno a pressioni e valga il vero: a pag. 209 del suo libro dice testualmente: “L’allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’Ad di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all’Ad di una Banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise di lasciar perdere”. Non v’è traccia alcuna di “pressioni” di cui ora la Boschi va blaterando, per cercare una possibile via di fuga, affermando magari che lei per incarico del governo cercava, nell’interesse dei risparmiatori, ovviamente, di salvare l’Istituto toscano. Come il suo maestro e guida non ha nessuna pudicizia a mentire in questo modo squallido.