Rai Pubblicità, Renzi vuole l’uomo degli appalti per babbo Tiziano
Sorprese Piscopo in scadenza: a gennaio alla società che si occupa di spot dovrebbe arrivare un nome ritenuto vicino alla famiglia del leader del Pd L’ex manager Seat in pole come prossimo Ad: discusse gli appalti per le aziende di Renzi sr
L’ex manager di Seat pronto a sbarcare a Viale Mazzini. Aveva discusso con Tiziano gli affari per la distribuzione delle Pagine Gialle, un business milionario. La proposta di nomina - si parla di gennaio - nelle mani di Maggioni e Orfeo, la ratifica spetta al cda della ex Sipra. La cassa degli spot della televisione pubblica quest’anno ha raccolto 670 milioni di euro
Il suo nome è Mauro Gaia ed è l’uomo che da gennaio potrebbe guidare Rai Pubblicità, da amministratore delegato del gruppo, controllato al cento per cento da Rai. Gaia è considerato il favorito per la guida della ex Sipra, e così la gestione delle casse della pubblicità di viale Mazzini è pronta a finire nelle mani di un renziano doc: è stato infatti molto vicino al padre del segretario dem, Tiziano Renzi, con il quale, quando Gaia era a capo del marketing di Pagine Gialle, ha più volte discusso di affari. E gli avrebbe affidato lavori su Torino e Milano. A rivelarlo, una fonte molto vicina a Tiziano Renzi, che chiede di mantenere l’anonimato, e ricostruisce una serie di passaggi avvenuti nel 2013.
L’argomento in questione è la distribuzione di Pagine Gialle, della quale le aziende di Tiziano Renzi, dalla Chil Post alla Eventi 6, si sono più volte occupate, prendendola in sub appalto dalla Tnt Post nel 2010. A un certo punto, però, alla Tnt viene tolta la distribuzione. E Tiziano Renzi prova a non perdere la commessa che, fino ad allora, secondo la nostra fonte, gli aveva fruttato fra i 3,5 e i 4 milioni annui.
TIZIANO RENZI racconta al suo conoscente “che a quel punto va dal nuovo amministratore di Postel Pierangelo Scappini e gli chiede di potersi candidare alla distribuzione. Scappini vede che l’azienda è a posto e gli dà una serie di lavori, ma piccoli, solo dei controlli, cose così. Le fa volentieri perché punta a Pagine Gialle. Postel – controllata al 100% da Poste italiane, ndr – gliel’avrebbe data volentieri, ma c’era Seat che doveva dare l’ok”. Ma c’è un passaggio in più. E di passaggio in passaggio – come vedremo – Tiziano Renzi racconta a chi gli è vicino d’essere arrivato proprio a Gaia.
Ma andiamo con ordine. Tiziano Renzi racconta a chi lo conosce bene che “tramite i sindacati, non tramite la politica, e questo non l’avrebbe saputo neanche suo figlio Matteo, riesce a parlare con il dottor Santelia, in via Veneto a Roma”. Vincenzo Santelia, in quel momento, è l’amministratore delegato di Seat Pagine Gialle. Ed ecco la versione che Tiziano Renzi ha riportato alla nostra fonte: “Lui – Santelia, ndr – rimane colpito e lo fa parlare con il suo responsabile Marketing, il suo vice Mauro Gaia, che dice: ‘Guardi Renzi, a me piace, so- no stufo di Postel…’. Renzi sr. risponde: ‘Non faccio la guerra a Postel. Troviamo la soluzione. Convinciamo Poste ad approvare noi alle stesse condizioni di prima e io sono disposto a investire, perché li distribuisco tutti’. A quel punto però l’ad di Postel Scappini si tira indietro per una serie di problemi pregressi”. Ma Tiziano Renzi riesce comunque a organizzare un appuntamento. Tra chi? “Riesce a combinare un incontro tra Scappini e Santini, il 31 agosto del 2013 in viale Europa a Roma”. Nel frattempo però “sull’ edizione genovese della Repubblica viene fuori che l’azienda di Tiziano Renzi è stata condannata a risarcire un lavoratore con 70mila euro perché lavorava in nero” e– guarda caso – nella ricostruzione che Renzi fa agli amici a quel punto salta l’affare. Ma al suo conoscente ha dichiarato che comunque “Postel si è avvalso delle mie collaborazioni”. E riferisce che “a Torino e Milano ha preso lui la distribuzione, convincendo, o cercando di convincere Mauro Gaia, che non era il caso di dargliela direttamente, ma che era giusto passare da Poste. Perché non voleva si facesse un ragionamento contro Poste”. Insom- ma, secondo questa ricostruzione, il probabile futuro ad di Rai Pubblicità fu convinto da Tiziano Renzi ad affidargli la distribuzione di Pagine Gialle, ma non direttamente, bensì passando da Poste.
IN QUEI MESI, tra dicembre e febbraio 2014, suo figlio Matteo prima scala il Pd, del quale viene proclamato segretario, poi Palazzo Chigi, con l’incarico da presidente del Consiglio. Conflitti d’interesse per chi ha il compito di nominare l’ad di Poste. Tiziano Renzi, con chi lo conosce, s’è difeso così: “Diceva non vi fosse nessun conflitto d’interessi, perché era già fornitore di Postel, e spiegava di essere stato ‘cassato’ per tutta una serie di anni, fino a quando Seat non ha detto: ‘o ci porti il lavoro o lo dai a un fornitore che piace a me’”. E a Gaia, per quanto Tiziano Renzi riferiva alla nostra fonte, piaceva come lavorava la sua azienda.
Ora invece Gaia sembra piacere alla Rai. E anche parecchio. Per il ruolo di ad, in Rai Pubblicità - che sarà ratificato a gennaio - in questo momento è lui il favorito. L’indicazione spetta al Cda di Viale Mazzini, quello presieduto da Monica Maggioni con Mario Orfeo direttore generale, mentre la “ratifica” spetta invece al cda di Rai Pubblicità. Poiché, per l’anno in corso, l’ultimo cda di Rai Pubblicità è fissato al 20 dicembre, pare improbabile che in quel- la sede si possa già discutere dell’arrivo di Gaia. Più plausibile che la scelta slitti agli inizi di gennaio, anche perché Orfeo deve cambiare, oltre l’attuale ad Fabrizio Piscopo, anche il direttore generale Luciano Flussi.
UN MESE FA Piscopo, nominato da Luigi Gubitosi e proveniente da Sky Italia, ha raggiunto il quinto anno alla guida di Rai Pubblicità: la raccolta di Viale Mazzini è in discesa da tempo e sembra inesorabile per l’invecchiamento del pubblico e l’offerta televisiva poco appetibile per gli inserzionisti. Per esempio, la Sipra – così si chiamava Rai Pubblicità – dieci anni fa incassava oltre un miliardo di euro, quest’anno si fermerà a circa 670 milioni, più o meno in linea con le previsioni di giugno. E nell’elenco dei successori di Piscopo, assieme a ex manager di Rcs e Sole24Ore, c’è l’ex reponsabile marketing di Seat Pagine Gialle, diventato poi ad di Italia Online e oggi ad della società di produzione audiovisiva Videa. Con il tetto fissato a 240mila euro per i manager, in Viale Mazzini si maligna sui “nuovi”: siccome in molti sono andati via per guadagnare di più altrove, chi accetta l’ incarico o è a fine carriera, o è un novizio, o non vale così tanto. A parte il legame col renzismo, chissà a quale categoria appartiene Mauro Gaia.
Le “Pagine Gialle” L’azienda di famiglia consegnava l’elenco per conto di Poste Quegli incontri a Roma