IL B. DI CROZZA CONTRO I 5STELLE MANGIA-NONNI È PIÙ VERO DEL VERO
“I GRILLINIsono come i comunisti di 20 anni fa ma peggio, quelli si limitavano a mangiare i bambini, questi si mangiano tutto: nonni, cani, gatti, canarini, divanetti dell’Ikea”.
IL SILVIO BERLUSCONI DI MAURIZIO CROZZA SU “NOVE”, CANALE DISCOVERY
VENERDÌ SERA, strepitosa ultima puntata dell’anno di “Fratelli di Crozza” che ritorna nel 2018, in tempo (speriamo) per le elezioni politiche di primavera. Anzi, siamo qui a proporre che al posto della polverosa e punitiva “par condicio” si proceda senza indugi con la “Crozza condicio”, che riteniamo, a nome di milioni di cittadini elettori, strumento irrinunciabile per esprimere un voto libero e consapevole. Nel teatro micidiale di Maurizio Crozza, infatti, di ogni personaggio pubblico si coglie il tic disvelatore, quel diavolo dei particolari che smaschera fiumi di parole senza senso e rende (ridicolmente) autentica l’impostura o la mediocrità. La biro che continuamente gli sfugge tra le dita, per esempio, è un lampo sulla decadenza senile di Berlusconi, mirabile sintesi di realtà e parodia tra dentiere che ballano e decrepiti slogan paradossali. La cui visione dovrebbe indurre qualsiasi elettore di destra minimamente lucido a considerare con sincero affetto la bollitura completa del caro leader e del suo fondotinta. Quanto allo stravagante nuovo partito di Antonio In- groia e Giulietto Chiesa, “La mossa del cavallo”, Crozza spara è vero sulla Croce rossa, tanto da farci pensare che questa volta sia stato il comico ad essere stato gabbato dalla improbabile coppia in vena di scherzi. Puro virtuosismo invece il tormentone sul: “ho un groppo in gola” di Piero Grasso reduce dall’ovazione della platea di “Liberi e Uguali”. Che aveva commosso anche noi ingenui finché Crozza non ci ha instillato il dubbio che il pianto trattenuto non fosse che una splendida scusa per non intaccare la sublime vaghezza che accompagna l’investitura del presidente del Senato alla guida del partito di sinistra senza una parola di sinistra. Aspettiamo adesso con ansia il restyling di Renzi, Salvini, Meloni, masoprattutto di quel “Giggino” Di Maio, decorato per interposta persona dal finto Vincenzo De Luca, ormai più vero di quello vero. Come nel caso di Vittorio Feltri che su “Libero” dedicandosi al Santo Natale in famiglia ha già scritto il prossimo inimitabile copione per il suo alter ego: “I bambini sono rumorosi e irritanti, urlano, si rincorrono, cadono, piangono, rompono i coglioni... Avrei la tentazione di utilizzare un idrante per sgomberare lo stanzone”. È Feltri? O è Crozza?
Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano 00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquotidiano.it