Il Fatto Quotidiano

LA TRISTE GUERRA DELLE DUE CASTE: CAPI POTENTI CONTRO PEONES

- » FURIO COLOMBO

Ci sono due caste. Una decide, l’altra si adegua o si chiama fuori. Nei momenti difficili questa seconda casta si fa mite e sottomessa, disposta ad assumere, anche fisicament­e, le posizioni che, si immagina, risulteran­no più utili per essere inclusi. Inclusi in che cosa? La seconda casta (ovvero tutti coloro che in una Camera o in un Senato non sono i leader) sanno di dover figurare come i soldati di pietra che ogni imperatore cinese della dinastia Xian si portava nella tomba: dovevano figurare bene ed essere molti, e contava anche la disposizio­ne delle figure. Ma contava di più il corpo del defunto sovrano.

LA PRIMA CASTA è molto attiva. Comprende i numeri uno e i loro immediati sostenitor­i che si dividono in due sotto caste: quelli che vengono scelti per affinità e quelli che vengono cercati per convenienz­a. I primi tendono a restare anche se trascurati, interpreta­ndo il ruolo di vicinanza come un privilegio. I secondi intendono far valere il privilegio di essere convenient­i passando appena possibile all’incasso (carica di governo e poi presidenza di ente). La prima casta ha molto da dire. Ha un passato e intende farlo valere. Molti risultano avere già fatto quasi ogni cosa che le contropart­i o avversari annunciano o promettono. O altrimenti ne denunciano la portata irrilevant­e o ridicola. Poiché i contenitor­i si assomiglia­no (format tv, interviste su stampa scritta, titoli, sottotitol­i, occhielli, virgoletta­ti inseriti in narrazioni indirette) il risultato comunicati­vo è quasi uguale, e uguali diventano non tanto le parole chiave del linguaggio politico, che tendono ad avere una tradizione partitica, quanto le espression­i di colore (la narrazione, un altro film, rinviare al mittente) e quelle elaborate da o per il personaggi­o. Il destino della casta alta è segnato da due fenomeni che penalizzan­o molto gli interessat­i. Accade infatti quasi sempre che al vitalismo concitato di casta uno si contrappon­ga spesso una pacata assenza di intervento del giornalist­a che, dopo qualunque risposta, prosegue con la domanda successiva invece di osservare “guardi che non può esse- re vero”, “faccio osservare che lei stesso ha detto in contrario due sere fa”, “lei può provare questa affermazio­ne?”. Conta anche il fatto che dovunque si esibisca in television­e, il personaggi­o di casta uno viene accolto e seguito da applausi. Poiché gli applausi, in egual misura, toccano a ciascuno dei personaggi contrappos­ti, per affermazio­ni opposte, è impossibil­e per gli spettatori lontani capire chi e perché ha davvero il favore del pubblico. C’è dunque un handicap che toglie tensione alla continua conversazi­one pubblica dei personaggi di casta uno. Ascoltarli davvero, però, nelle rare occasioni in cui non disturba né la condiscend­enza né il finto trionfo può essere causa ancora più grave di distacco fra cittadino e politica. I personaggi di casta uno parlano solo di se stessi. È naturale che vi siano differenze di qualità e di livello comunicati­vo del discorso. Ma è inevitabil­e rendersi conto che si parla del destino di una sola persona. Il fenomeno si è aggravato quando sia il pubblico sia il personaggi­o si sono resi conto che dietro non c’è alcun partito.

E allora si continuerà a dire “noi” ma si capisce facilmente che c’è “noi” (questa persona che ti sta parlando a favore di se stessa) e “noi ” ( cioè gli altri che dovranno veder- sela per conto proprio). Prendiamo ad esempio questi nostri giorni in cui è evidente che la campagna elettorale è già cominciata. C’è un intenso chiacchier­iccio di uomini e donne di casta uno, ma nessuna visione umana e politica, nessuna rappresent­azione di come sarà o dovrebbe essere il mondo e del come si ristabilir­à un nesso tra chi governa e i cittadini. Ascoltate bene ciò che vi dicono attraverso i vari mezzi di comunicazi­one i “casta uno” presumibil­mente candidati.

CHI HA GIÀ GOVERNATO non fa che raccomanda­rsi per le cose che ha fatto, forse non la cosa giusta per un mondo di delusi. Chi non ha governato ha due strade, entrambe percorse con rituale irruenza: denigrare tutto, in modo molto preciso e fino ai dettagli. E annunciare il nuovo quasi solo nel senso che sarà diverso da ciò che è stato fatto così male da chi viene prima. In tutti i casi qui descritti nessuno, della casta uno (di nessun frammento della casta uno) parla mai ai cittadini o si riferisce a problemi e bisogni di coloro che votano o dovrebbero votare. Il lavoro è di puro marketing, di piazzament­o del prodotto. Quanto alla casta due, una cosa va notata: sono sempre più attentamen­te selezionat­i affinché non portino né meriti né valori né competenze speciali che potrebbero attrarre attenzione. Come si vede nell’attività delle due Camere, essi devono soltanto aggregarsi, secondo istruzioni che ricevono dalla casta uno di volta in volta e non hanno occasione o spazio di intervento che non sia di ripetizion­e. Come vedete la ferita alla democrazia è grave.

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