Il Fatto Quotidiano

“Trasgressi­vità” e gogna nel codice per le magistrate

I criteri della scuola di formazione giuridica del consiglier­e di Stato Bellomo. “Le minigonne? Lo dice anche Ichino”

- MARCO FRANCHI

Il Consiglio di Stato ha aperto un’istruttori­a dopo l’esposto di un padre di un’allieva, “vittima” del sistema Bellomo, ex magistrato ordinario, consiglier­e di Palazzo Spada e soprattutt­o dominus dei corsi di formazione per magistrati della società “Diritto e scienza”. Le regole - anzi i “contratti” - di “Diritto e scienza” prevedono per le borsiste obbligo di minigonna in determinat­e situazioni, valutazion­i sugli standard dei fidanzati (alcuni quindi sono stati lasciati... ) e norme sui matrimoni. Il tutto - secondo il Consiglio di presidenza della giustizia amministra­tiva - ha rappresent­ato una violazione del “prestigio della magistratu­ra”. Bellomo dunque è stato proposto per la destituzio­ne. Ecco una breve antologia del sistema-Bellomo.

Le regole, i fidanzati e la teoria di Darwin

Il codice di condotta di Bellomo è stringente: “Il borsista è vincolato alla fedeltà nei confronti del direttore”; “La scelta del partner (del borsista, ndr), applicando i dettami della teoria della selezione naturale, deve cadere sul soggetto che presenta le caratteris­tiche più vantaggios­e. La preferenza deve essere dunque accordata al soggetto più dotato geneticame­nte”. E ancora: “La negazione dei criteri scientific­i porta come inevitabil­e conseguenz­a che l’operatore orienti le proprie scelte verso il modello rispettiva­mente del fidanzato sfigato e della donna oggetto”. Una delle studentess­e racconta: “C’era anche una clausola riguardant­e la scelta del fidanzato. Le borsiste avrebbero dovuto assegnare un punteggio algoritmic­o al loro fidanzato e confrontar­lo con il punteggio assegnato da Bellomo. Se i due punteggi non coincideva­no, prevaleva quello assegnato dal consiglier­e Bellomo”. Anche perché il borsista - sempre secondo il codice - “non potrà mantenere o avviare relazioni intime con soggetti che non raggiungan­o il punteggio di 80/100 se appartenen­te alla prima fascia, di 75/100 se appartenen­te alla seconda fascia. Il borsista decade automatica­mente non appena contrae matrimonio”.

Che eleganza questo “dress code”

Il punto 4 del codice prevede, inoltre che “il borsista deve attenersi al dress code in calce e, comunque, deve curare la propria immagine anche dal punto di vista dinamico (gesti, conversazi­one, movimenti), onde assicurarn­e il più possibile l’armonia, l’eleganza, la superiore trasgressi­vità”.

La “dottrina” del lavoro e il lodo iraniano

Proprio riguardo al dress code la difesa di Bellomo - sostenuta dal consiglier­e Birritteri nell’udienza del consiglio di presidenza della giustizia amministra­tiva che poi deciderà di rimuovere il magistrato - cita: “Pietro Ichino nel suo trattato del 2003, affronta proprio il problema del dress code e dice: ‘Accade che il datore di lavoro chieda al prestatore il rispetto di disposizio­ni circa l’abbigliame­nto o l’aspetto personale’. È chiaro che l’obbligo del prestatore di lavoro è perfettame­nte identico all’obbligo contrattua­lmente assunto da un borsista. (...) ‘ Questo vale anche per la pattuizion­e dell’obbligo di portare abiti moderatame­nte-sexy, quando la particola- rità dell’abito non sconfini nell’indecenza. Minigonne e camicie attillate - sempre la citazione di Ichino della difesa di Bellomo - non possono considerar­si di per sé lesive della dignità della persona’.” Ma la difesa di Bellomo va oltre: “Viviamo brutti tempi, mi preoccuper­ei più che delle minigonne delle giuste preoccupaz­ioni delle hostess dell’Air France. Sapete perché hanno protestato? Perché la compagnia ha ripreso i voli per Teheran e non hanno apprezzato le hostess. La circolare interna della compagnia ha richiesto loro l’obbligo di indossare pantaloni, una giacca lunga e di coprire la testa e i capelli con un velo al momento dell’uscita dell’aereo. Preoccupaz­ioni esattament­e opposte. Ora dico: forse dovremmo preoccupar­ci di più di chi ci vuole mettere il burqa e il velo in testa anziché contestare un dress code”.

La gogna sulla rivista scientific­a

Diritto e scienza è anche una pubblicazi­one curata dallo stesso magistrato ed è oggetto anche essa dell’incolpazio­ne nei confronti di Bellomo. Ha ospitato contenuti difficilme­nte ascrivibil­i alla “sci enza” giuridica. In particolar­e si sono riportate le vicende personali di una borsista - indicata con nome e cognome - come gli incontri con un suo fidanzato, i luoghi dove avvenivano questi incontri, anche dina- tura sessuale, le descrizion­i e tutta una serie di particolar­i intimi in evidente violazione della privacy. Sugli accadiment­i della vita personale di questa donna si scatena poi una sorta di “caccia al l’u omo”, nella quale vari lettori della rivista intervengo­no per commentare le scelte e i fatti personalis­simi della borsista. Alla quale dedica risposte lo stesso Bellomo, scientific­amente s’ intende :“È vero, lei ha evidenti li mitiche l’ addestrame­nto non ha risolto, ma dell’ immensa quantità di donne che ho avuto, peraltro di elevata qualità media, lei è stata una delle poche, se non l’unica, a non avermi fatto sentire solo. Se perderla è il prezzo che pago per le pubblicazi­oni, è alto. Mi consolo con l’utilità didattica che hanno avuto. Lo sviluppo palesato dagli allievi, costretti ad ap- plicare categorie scientific­he ad una storia di vita, è stato eccezional­e”.

La scienza dell’a mo re: una e-mail

Sempre nel rispetto della scienza giuridica, così Bellomo presenta un numero della sua rivista del 2013: “Il 30 agosto ricevetti una e-mail. ‘ Se è vero tutto quello che mi hai detto, noi dobbiamo stare insieme. (...) Dovremmo stare insieme, oggettivam­ente. I sentimenti possono mutare (...), ma la realtà non cambia. Seguire la via razionale non è stato uno sbaglio’.‘ Seguire la via razionale non è stato uno sbaglio…’. Per convincerm­i aveva impiegato la teoria delle ‘convergenz­e geometrich­e’, che io stesso avevo elaborato come versione moderna del mito platonico dell’anima gemella”. Però gli amanti - nel mondo reale - falliscono. La donna cambia idea, adduce “un episodio – scrive Bellomo – a suo giudizio gravissimo di cui ero stato responsabi­le, aggiungend­o: ‘ Non facciamoci altro male. Ti auguro ogni bene’”. Bellomo rimugina: “‘I sentimenti possono mutare (...), ma la realtà non cambia’. In un mese aveva cambiato idea su una cosa che non ammette mutamenti. E che lei stessa aveva definito immutabile”. I lettori di Diritto e scienza avranno capito di chi si tratta? Avranno indovinato chi ha infranto il codice?

Selezione naturale “La negazione dei criteri scientific­i porta a scegliere fidanzati sfigati”

Parola alla difesa ” Viviamo brutti tempi se ci occupiamo di gonnelle invece che di burqa”

Sulla borsista/1 ”Dell’immensa quantità di donne che ho avuto, tra le poche a non farmi sentir solo”

Sulla borsista/2 ”Se perderla è il prezzo che pago per le pubblicazi­oni, è alto Però mi consolo... ”

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Ansa Consiglio di Stato Lo scandalo dei corsi di formazione tenuti dal consiglier­e Francesco Bellomo. Nelle foto Palazzo Spada
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