“Zero analisi, vedo altri interessi dietro...”
Paola Campadelli Ex preside di matematica e scienze: “Soldi spesi con criteri dubbi”
Ordinario di Informatica ed ex preside della Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali della Statale di Milano, Paola Campadelli considera il progetto di trasferimento nelle aree dell’Expo delle facoltà scientifiche un’operazione che ha ben poco di scientifico. Ci tiene a precisare che non è una posizione aprioristica, né di convenienza, visto che lascerà l'ateneo milanese a fine anno. Quello che soprattutto non condivide la studiosa, il cui campo d’interesse è quel territorio che sta tra la neurofisiologia e l’informatica (per intendersi, le analogie tra mente e computer) è il metodo con cui sono state prese le decisioni dal consiglio di amministrazione della Statale: nessuno studio preliminare, nessuna analisi delle alternative, e scelte calate dall’alto, senza neppure consultare il corpo docente.
Cos'è che non va nella soluzione Expo?
Ci sono degli elementi di fatto, oggettivi, come i minori spazi a disposizione e i costi, che rendono criticabile il progetto, ma soprattutto non è accettabile il modo in cui si sta conducendo l'operazione, fa pensare che ci siano altri interessi in gioco, più che il bene della didattica e della ricerca. I professori ritengono che sarebbe più saggio investire in Città studi, ma comunque abbiamo pochi elementi per giudicare. Noi siamo abituati a studiare i problemi prima di dire se una soluzione c'è o non c'è. Invece la possibilità di rimanere in città non è stata praticamente neppure pre- sa in considerazione. Teniamo presente che se nell'area attuale ci sono situazioni critiche, come l'edificio di Chimica, irrecuperabile, altre come Fisica e Matematica avrebbero bisogno solo di manutenzione, per non parlare d' Informa tica che ha un edificio nuovo appena costruito; ci sono inoltre spazi che si liberano dal trasloco di Veterinaria. Certo se avessimo visto uno studio che motivava la scelta, il nostro ap- proccio avrebbe anche potuto essere diverso. Sembra che i professori siano arrabbiati soprattutto perché sono stati lasciati fuori.
No, è il non aver fatto una comparazione sulle diverse possibilità, non avere preso in considerazione un progetto alternativo, la cosa grave. Invece c'è questa scelta su un progetto che ad oggi non ha visto nessuno. Non solo non è stato discusso, ma nemmeno spiegato.
Tutta l'efficienza del polo scientifico di cui parlano i promotori e la stampa è
quindi è solo marketing? Non posso giudicare perché non ho visto niente ma, per fare un esempio, mi hanno riferito che c'era l'intenzione di mettere assieme tutti i laboratori, ma e difficile pensare che laboratori di discipline scientifiche diverse possano essere accorpati in un'unica struttura. Poi è comprensibile che gli studenti e i docenti preferiscano rimanere in centro. E anche questo non è stato considerato, non c'è alcuno studio serio sulla previsione dei flussi degli studenti. Col rischio che molti, soprattutto coloro che vengono da fuori, scelgano un altro ateneo, con gravi perdite per la Statale. Tutte le principali università italiane, ma anche quelle estere, investono nelle loro sedi dei centri cittadini.
Non hanno fatto nessuna valutazione e hanno scartato a priori l’alternativa L’università rischia di perdere studenti