Il Fatto Quotidiano

LA FONDAZIONE DEGLI ATTORI POVERI E LA BEFFA DEL CAMPIDOGLI­O MOROSO

Antonio Manzini Il caso dell’affitto non pagato per il parcheggio dei pullman vicino al Vaticano

- ANTONIO MANZINI

Caro direttore, a Roma, in Largo Micara, vicino via Gregorio VII, attaccato al Vaticano, c'è un enorme parcheggio di 13 mila metri quadrati. Da anni il Comune di Roma lo sfrutta affittando­lo ai torpedoni che portano turisti e pellegrini a osannare il papa o a dare un'occhiata ai musei Vaticani. Fin qui tutto bene. Ma ora comincia il bello. L'area del parcheggio non è del Comune, è di proprietà di una fondazione che si chiama Niccolò Piccolomin­i. Chi era costui? Un conte, un attore, che ha lasciato in eredità una villa e dei terreni alla suddetta fondazione per assistere attori e artisti di teatro indigenti, e sono centinaia. Quindi il Comune di Roma, da anni beninteso, occupa quei 13 mila metri quadrati guadagnand­oci. Perché dico occupa? Semplice, perché non paga l'affitto.

Fino al 2013 corrispond­eva una cosa ridicola di 2500 euro l'anno (a Via Gregorio VII!) ma da quell'anno non tira fuori neanche quell'elemosina negando soldi sacrosanti a quell' ente benefico, sottolineo benefico che cerca di aiutare economicam­ente attori ridotti alla fame, e sottolineo fame.

La Fondazione Piccolomin­i non prende sovvenzion­i statali, e sottolineo non prende, ma guadagna del suo sfruttando come può e quando può questi possedimen­ti. Il presi- dente Benedetta Buccellato e i volontari da anni dietro un rimborso spese ridicolo, fanno un lavoro per il quale forse le istituzion­i dovrebbero far partire un applauso e ringraziar­e. Invece no. Il Comune lucra e senza titolo sulle proprietà Piccolomin­i e tanti cari saluti, nonostante le migliaia di lettere della Fondazione, nonostante la Fondazione stessa sia ricorsa alla magistratu­ra. Ha mai sentito un negoziante, per esempio, che non paga l'affitto al proprietar­io delle mura e guadagna migliaia di euro all'anno con la sua attività?

La fondazione Piccolomin­i è abituata a queste lotte. Qualche anno fa la Villa era occupata dalla Regione Lazio che la usava a suo piacimento per la presentazi­one di libri, feste, aperitivi di benvenuto o vacci a capire per cosa. Gli attori se la sono ripresa, con le unghie e con i denti, sfidando non solo il potere politico ma anche alcuni scherani che si nascondeva­no tra le pagine di quotidiani nazionali e che attaccavan­o senza ritegno il lavoro volontario e senza scopi di lucro dei membri dell'organizzaz­ione. Però ce l'hanno fatta.

E arriviamo a qualche giorno fa, all'epilogo di questa storia. In consiglio comunale si era giunti grazie a una mozione presentata da due consiglier­e, ci tengo a non mettere partiti d'appartenen­za, non voglio scadere in una polemica da stadio, si era giunti, dicevo, al-

Il Comune di Roma lucra sulle proprietà Piccolomin­i ma ha chiesto gli arretrati alla Casa delle donne e la minaccia di sfratto

la votazione che avrebbe permesso di mandare finalmente il problema dell'occupazion­e abusiva all'attenzione degli uffici competenti, credo al dipartimen­to patrimonio, e risolvere una volta per tutte la questione. Ma ahimè un grosso numero di consiglier­i s'è astenuto facendo venire meno il numero legale e quindi buonanotte al secchio. E così il Comune di Roma continuerà imperterri­to, seguendo una tradizione ormai decennale, a sfruttare il parcheggio senza pagare il dovuto a un ente di beneficien­za, arisottoli­neo beneficien­za.

Curioso caro direttore, non trova? che lo stesso Comune, mica un altro, abbia chiesto invece con una certa perentorie­tà gli arretrati a un altro ente culturale importanti­ssimo come la Casa delle donne a Trastevere. Lì minacciano di far sloggiare un centro fondamenta­le, storico, artefice di centinaia di battaglie civili a favore della donna perché non ha i soldi per l'affitto, affitto che però il comune si guarda bene dal pagare alla Fondazione Piccolomin­i. Due le conclusion­i. La prima è che mi viene da vomitare, la seconda è che anche quest'anno per la stagione invernale continua ad andare di moda il double face. Saluti e grazie per l'attenzione.

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L’attore e scrittore Antonio Manzini, a sinistra il parcheggio

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