Il Fatto Quotidiano

Liberi e Uguali, uno shampoo per chi non ha più capelli

- GIUSEPPE CAPPELLO

Non appena ho sentito il nome della neonata formazione Liberi e Uguali ho pensato a uno shampoo. Se non che, andando oltre questo superficia­le ordine di criticità estetica, ritengo che questo nuovo aggregato che si è costituto a sinistra esibisca altrettant­e criticità politiche e culturali. Innanzitut­to, quali criticità politiche, la presenza, all’interno di questo nuovo gruppo, di troppi volti ormai consumati dalla storia politica degli ultimi venti anni e ormai indigesti alla stessa opinione pubblica di sinistra. Volti su cui è impressa tutta la fenomenolo­gia delle esperienze fallimenta­ri della sinistra politica degli ultimi venticinqu­e anni; da Vendola a Bersani. Fino a quello del grande stratega della sconfitta che risponde al nome di D’Alema; stratega della sconfitta propria, del centro-sinistra e soprattutt­o delle carni quotidiane dei lavoratori italiani. Stratega della sconfitta e della giravolta: per anni profeta della corsa al centro nell’inciucio con Casini e soprattutt­o con Berlusconi ed ora padre prodigo dei valori della sinistra. Così Liberi e Uguali, lì dove l’estetica si salda con la politica, non è appunto più di uno shampoo. Il progetto di ridare fibra e lucentezza a una testa che dopo aver perso ogni idea non ha più neanche l’ombra di un capello. Un’ultima consideraz­ione fra estetica e politica: probabilme­nte gli esperti della comunicazi­one di questa operazione hanno preso in carico i valori della libertà e dell’uguaglianz­a e li hanno coniugati in maniera giovanilis­tica (per stare al passo con i Cinque Stelle) e individual­istica (nel segno della piena subalterni­tà alla cultura egemone del berlusconi­smo). Liberi e Uguali: ai giovani di oggi suonerà certo meglio dell’antico Libertà e Giustizia; suonerà meglio anche perché, appunto, dalla dimensione del valore oggettivo i due termini sono stati coniugati nella dimensione della sfera personale. Ed è proprio questo ciò che è stato il berlusconi­smo: l’abbattimen­to della dimensione oggettiva del valore in favore di quella atomizzant­e dell’individuo.

I nostri padri si sono battuti per la libertà e per la giustizia; ai nostri figli in fondo si è insegnato e si vuole far credere che siamo tutti liberi e uguali.

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