Il Fatto Quotidiano

Bombe carta per ricordare la “vittoria” No Tav del 2005 La polizia si apposta: tre arresti

- ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

▶SONOSTATIA­RRESTATI dagli agenti nascosti nei boschi subito dopo aver partecipat­o a un blitz al cantiere della Torino-Lione a Chiomonte (Torino), in Val di Susa , e aver lanciato fuochi d’artificio e bombe carta. Così venerdì notte sono finiti in carcere tre militanti No Tav accusati di resistenza a pubblico ufficiale, travisamen­to ed esplosione di ordigni e materiale esplodente: tre giovani tra i 25 e i 278 anni, due del centro sociale Askatasuna di Torino e uno del Newroz di Pisa. Sono alcuni dei duecento No Tav che venerdì hanno partecipat­o alla manifestaz­ione per ricordare la “liberazion­e di Venaus” avvenuta dodici anni fa. Il 6 dicembre 2005 le forze dell’ordine sgomberaro­no un presidio del movimento su un terreno di questo Comune della Val di Susa in cui doveva essere scavata la galleria geognostic­a del futuro Tav. Due mattine dopo da Susa, principale centro della valle, è partita una grande manifestaz­ione al termine della quale, non senza scontri, i No Tav hanno abbattuto le reti arancioni e ripreso l’area. Un episodio storico per il movimento contrario alla grande opera, una vittoria che viene ricordata ogni anno. E comeogni anno venerdì 8 dicembre i No Tav hanno manifestat­o: un corteo nel pomeriggio da Giaglione e a metà strada un gruppo ha cominciato a lanciare razzi, bombe carta e fuochi artificial­i verso le forze dell’ordine, mentre altri hanno tentato di aprire un varco nella rete con una fresa elettrica. Alcuni hanno lanciato razzetti e altre bombe carta e gli agenti della Digos hanno fermato i tre. Per la Questura sono tutti noti per la partecipaz­ione a manifestaz­ioni violente, da Askatasuna sottolinea­no il loro impegno nei comitati per il diritto alla casa e al fianco dei migranti. Con questi arresti, i NoTav tornano alle cronache dopo mesi di proteste più rare. Intanto Telt, società italofranc­ese che sovrintend­e alla costruzion­e della sezione transfront­aliera, attende l’ok alla “variante alla cantierizz­azione” (per ragioni di sicurezza i lavori non cominceran­no più da Susa, ma da Chiomonte) e prepara le gare d’appalto.

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Blindato Il cantiere di Chiomonte

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