Juventus e Inter, un punto a testa accontenta gli altri
Tutto qui? Sì, tutto qui. Juve zero Inter zero. Allegri ha cercato di vincerla a modo suo, con Dybala a lungo in panca ( e Douglas Costa, sempre). Spalletti ha badato all’imbattibilità e a quel primo posto che, superando la Fiorentina, il Napoli oggi potrebbe togliergli. C’è di peggio nella vita. Resta la prova di maturità, piatto forte della Juventus d’antan. Non a caso, l’ultima Inter si è molto “juventinizzata”.
LA MIGLIOR difesa ha disarmato il miglior attacco. Ai punti, se interessa, avrebbe vinto Madama, come documentano le parate di Handanovic, la traversa di Mandzukic e il senza voto di Szczesny, ma il calcio non è il pugilato, vive di fatti e non di opinioni. Sono mancati coloro attorno ai quali avevamo costruito l’intero castello: Higuain e Icardi (sostituito, addirittura). Oltre cento paesi collegati (poveracci); Buffon fuori per infortunio, Dybala per scelta tecnica: il derby d’Italia comincia così. Allegri cementa il centrocampo con Khedira e Matuidi ai lati di Pjanic e ripropone Mandzukic. Spalletti, in compenso, esclude Gagliardini, arretra Borja Valero e sventola Brozovic. Ci sono più italiani nell’Inter (3: D’Ambrosio, Santon, Candreva) che nella Juventus (2: De Sciglio, Chiellini): una notizia che sembra un confine, non un semplice dato.
Le scaramucce iniziali sollevano polvere, Vecino e Borja Valero provano a portare avanti la squadra, la Juve aspetta. La prima palla-gol, però, è sua. Un cross di Cuadrado trova Mandzukic, puntuale, alla zampata: rimedia Handanovic (e poi, sulla ribattuta del croato, Miranda). Non è una partita salgariana, di quelle che ci arrivano, scoppiettanti, dalla Premier, tutti a caccia di tutti. È una partita a scacchi sul filo del pressing, di una fitta rete di passaggi, dell’errore. Se non è proprio paura, è un rispetto che la sfiora.
L’Inter palleggia sorniona ma, per adesso, altro non ricava che un’iniziativa di Candreva, sventata da Chiellini. Higuain e Icardi mendicano munizioni, accerchiati come sono, lo juventino da Miranda e Skriniar, l’interista da Chiellini e Benatia. La pressione e la cautela sporcano le traiettorie, Cuadrado e Perisic tendono ad accentrarsi, Asamoah- Candreva e Santon-Cuadrado sono duelli rusticani. Molto fisiche le squadre, molto fisica l’ordalia. Khedira, al 36’, stuzzica Handanovic.
Madama procede a folate, ora rincula ora si distende, l’Inter fa mucchio. Lo schema-base dei campioni si snoda attraverso i lanci di Pjanic e le fughe di Cuadrado, protagonista anche in chiusura di tempo: sciabolata da destra, incornata e traversa di Mandzukic, del quale D’Ambrosio patisce il rambismo atletico. È un po’ la replica dell’azione che aveva battezzato la notte. Spalletti ce l’ha con Chiellini: “Lascialo arbitrà”, gli butta lì, invitandolo a non piagnucolare con Valeri. Nella ripresa, la solita solfa: il torello d e l l’Inter, le ripartenze della Juventus. E i cross di Cuadrado: sempre per Mandzukic, che non controlla o viene anticipato. Borja Valero, disturbato, fatica a tessere la tela. Improvvisamente, Icardi: lo mura Benatia, con un braccio (involontario). Poi Higuain: parato.
MEZZA JUVENTUS ha giocato martedì ad Atene, Pjanic ne calibra i sussulti, Perisic e Handanovic salvano su Cuadrado, imbeccato da Higuain. Santon soffre Cuadrado al limite del rosso e dell’infortunio: dentro Dalbert (18’). La partita la fa la Juventus, di forza, di gamba, di ritmo. E su un’uscita di Handanovic, Khedira sparacchia a fil di palo. L’Inter, però, l’ha copiata: presidia i valichi, si chiude, alza un catenaccio mobile. I fuorigioco disarmano il Pipita, al 25’ Spalletti avvicenda Candreva, un’ombra, con Gagliardini. Asamoah spreme il portierone sloveno, salvo poi addormentarsi su D’Ambrosio; Brozovic spreca.
È il 30’ quando Allegri si ricorda di Dybala. Esce Khedira: dal 4-3-3 al 4-2-3-1. Non è il tipo di spettacolo che le edicole millantavano, è il classico wrestling del nostro campionato, un inno alle tonnare di metà campo, alle corsie intasate, insomma: una serenata al primo non prenderle. La Juve si sporge di più, glielo impone la classifica, l’Inter lavora di contropiede, prendete Napoli-Juve e rovesciatela. Un sinistro di Brozovic, liberato da Vecino, avrebbe meritato una mira più nobile. Gli allenatori raschiano il fondo del barile: Bentancur rileva Pjanic, uno dei più lucidi e per questo imbestialito con Allegri, mentre Eder rimpiazza Icardi, chi l’avrebbe mai detto? Uno dei peggiori: come Higuain, come Perisic. Dybala, per la cronaca e per la storia, non ne imbrocca una. E così, alla fine, eccesso di noia, eccesso di zero.
Vince la noia
I padroni di casa osano di più, glielo impone la classifica, gli ospiti lavorano di contropiede