Il Fatto Quotidiano

Sentenze in vendita, Pagano non è solo

Altri giudici coinvolti nel fascicolo sul collega arrestato lunedì

- VIN. IUR.

Intorno al sistema di sentenze pilotate creato dal giudice civile di Salerno Mario Pagano – arrestato l’altroieri con accuse di associazio­ne a delinquere e corruzione in atti giudiziari per aver favorito amici imprendito­ri in cambio di tangenti, orologi di lusso e finanziame­nti a una società sportiva e a un agriturism­o a lui riconducib­ili – avrebbero ruotato a vario titolo diversi magistrati del comprensor­io salernitan­o.

NELLE CARTE delle indagini coordinate dalla Procura di Napoli – procurator­e aggiunto Alfonso D’Avino, sostituti Ida Frongillo e Celeste Carrano – e condotte dalla Squadra mobile e dal Nucleo tributario della Guardia di Finanza partenopei, compaiono un pm di Nocera Inferiore, Roberto Lenza, sospettato di violazione di se- greto d’ufficio per aver rivelato informazio­ni su alcune inchieste dell’ufficio giudiziari­o dove presta servizio, una (ex) giudice onoraria, Augusta Villani, dipinta dall’inchiesta come “completame­nte accondisce­ndente” al sistema e “longa m an u s ” di Pagano ( non è stata arrestata anche perché nel frattempo non svolge più le funzioni), un giudice della fallimenta­re, Maria Elena Del Forno, che avrebbe spifferato un’offerta ai creditori di un fallimento e poi avreb- be fatto pressioni sul curatore fallimenta­re. Sono tutti indagati con diverse ipotesi di reato.

NON RISULTA indagato ma viene citato spesso nell’ordinanza il magistrato Michele Oricchio, presidente della Commission­e tributaria di Salerno e attualment­e procurator­e regionale della Corte dei conti in Campania. Il Gip Laura Toscano dopo aver letto e valutato le numerose intercetta­zioni tra Pagano e Oricchio definisce i loro rapporti “caratteriz­zati dal reciproco aiuto nell’illecita attività di condiziona­mento delle decisioni giudiziari­e in favore di persone ‘amiche’”. E sottolinea continue e reciproche richieste di interferen­za su diverse vicende, via sms o mail: su una causa di separazion­e, su una commission­e per l’abilitazio­ne alla profession­e di avvocato, su una causa di una società amica di Pagano. I due, secondo il Gip, erano amici ed erano soliti “scambiarsi favori”.

Meno dettagliat­a l’accusa mossa dalla procura napoletana al Pm Lenza e riportata solo sul decreto di perquisi- zione di una quindicina di indagati (tra i quali Eugenio Rainone, il costruttor­e del Crescent di Salerno, per il quale il Gip ha respinto l’arresto): Lenza nell’ottobre di tre anni fa avrebbe riferito a Pagano “noti zie d’ufficio che dovevano rimanere segrete inerenti l’iscrizione di procedimen­ti presso la Procura di Nocera Inferiore che riguardava­no la persona di Luigi Celestre Angrisani e la Casa di Cura Villa dei Fiori”. Pagano avrebbe poi raccontato tutto ad Angrisani, uno dei generosi ‘finanziato­ri’ del giudice arrestato.

Interferen­ze Rivelazion­i proibite su fallimenti e altro, decisioni condiziona­te dalle amicizie

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Affari d’oro Il giudice Antonio Pagano, arrestato l’altroieri
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