La Consulta salva il Rosatellum: tutto pronto per votare
Le urne a marzo Inammissibili i ricorsi contro la legge elettorale, definito anche il disegno dei collegi: alle urne entro metà marzo
L’ultimo ostacolo cade attorno alle cinque del pomeriggio: la Corte costituzionale dichiara “inammissibili” i quattro ricorsi presentati in materia di leggi elettorali, in particolare per l’approvazione col voto di fiducia (secondo i ricorrenti vietata dall’articolo 72 della Costituzione che ne prescrive sempre l’iter “normale”). La Consulta non giudicherà del merito dei ricorsi in primo luogo perché chi li ha presentati - il gruppo di avvocati che aveva già fatto a pezzi l’Italicum, alcuni elettori e alcuni senatori 5 Stelle - non può rivolgersi alla Corte: “Posto che un senatore non ha titolo per sollevare conflitto contro il governo, per di più lamentando vizi del procedimento parlamentare seguito presso la Camera, nessuno dei ricorrenti è, nel caso di specie, qualificabile quale potere dello Stato”, recita il comunicato dei giudici.
SECONDO Felice Besostri, legale che ha già visto i suoi ricorsi accolti dai giudici delle leggi tanto sul Porcellum che sull’Italicum, questo non impedisce nuovi round: “Le motivazioni per quanto riguarda i ricorsi dei parlamentari sul conflitto di attribuzione nei confronti dei presidenti delle Camere non chiudono in maniera definitiva la possibilità di riproporli”. Difficile, in realtà, che una nuova formulazione cambi qualcosa. Insomma, si voterà col Rosatellum: anche l’approvazione definitiva del disegno dei collegi, è stato ultimato con la ratifica in Consiglio dei ministri lunedì sera. La tabella di marcia per il voto è stata già informalmente concordata tra Palazzo Chigi e Quirinale: il governo rassegnerà le dimissioni, rimanendo in carica per gli affari correnti, tra la fine di quest’anno e l’inizio dell’anno prossimo, a quel punto il capo dello Stato potrà sciogliere le Camere in modo da convocare le urne entro metà marzo (le elezioni devono tenersi tra 45 e 70 giorni dallo scioglimento).
Però, le incognite su come reagiranno elettoralmente i collegi restano: tanto è vero che dei 35 collegi interessati dalle modifiche parlamentari 11 sono considerati contendibili. E, soprattutto, ci sono alcune operazioni non andate a segno. Quella pensata per Maria Elena Boschi, ad esempio: il Senato, esaminando le proposte al disegno della commissione Alleva, ha respinto una modifica richiesta dal Pd alla Camera, che voleva che i comuni di Boscotrecase e Boscoreale passassero nel collegio di Torre del Greco (quello dove c’è Ercolano), “pronto” per accogliere la sottosegretaria “paracadutata” dalla Toscana. Al Nazareno, vista la malaparata, stanno valutando se “spostare” Boschi in Basilicata, nel collegio dei fratelli Pittella, che è stato rafforzato con Melfi e Rionero, staccati da Potenza e accorpati a Matera.
AL RESTO del Giglio Magico è andata meglio: Renzi ha ottenuto che Rignano sia accorpato con Firenze (e non con Livorno), dove dovrebbe presentarsi anche Luca Lotti; Dario Parrini, segretario regionale del Pd, si è visto spostare Castelfiorentino nel collegio di Empoli; rafforzato anche il collegio di Andrea Marcucci, senatore tra i più vicini al segretario, dai comuni di Capannori e Porcari inseriti nel collegio Toscana 09, quello di Lucca, uno dei due dove potrebbe candidarsi. L’altro è Massa, tanto è vero che tra i due ci sono scambi in corso: il Comune di Camaiore dal collegio di Lucca) è passato in quello di Massa.
Boschi tradita
La modifica alla zona elettorale di Ercolano, cara alla sottosegretaria, non viene ratificata