Il Fatto Quotidiano

Pacchi e lotta di classe: nuovi sindacati crescono

In molte aziende hanno sostituito Cgil, Cisl e Uil. Magazzini bloccati alla Sda-Poste per un mese

- » DANIELE MARTINI

Fino a 5 o 6 anni fa erano schiavi. Nei magazzini da dove si spediscono i pacchi, i senegalesi, egiziani, cinesi, eritrei, peruviani, rumeni, marocchini, bengalesi che avevano preso il posto degli italiani, erano trattati così: 20 ore di fila di lavoro e nelle rare pause qualche cartone come letto. Per strada quelli delle consegne prendevano 5 euro l’ora, a stento portavano a casa mille euro al mese, 300 di paga e 700 come trasferta perché così le aziende pagavano meno tasse. Ora è cambiato tutto: lavorano 8 ore, i trucchetti anti-tasse non ci sono più, prendono uno stipendio di 1.500 euro netti, 1.700 per chi fa qualche notte e a 2 mila per chi ha famiglia e figli. Nessun’altra categoria di lavoratori ha migliorato le sue condizioni tanto in così poco tempo. “Non ci sono più schiavi” commenta Fabio Zerbini, leader del Solcobas-Sindacato degli operai in lotta nato da una costola del Sicobas, l’organizzaz­ione che più di altre in questi anni ha guidato la riscossa dei disperati. All’inizio di autunno gli ex-schiavi organizzat­i dal Sicobas sono stati protagonis­ti di un’azione sindacale squassante contro Sda-Poste i cui effetti non sono an- cora assorbiti e che per cerchi concentric­i ha coinvolto tutti, da Amazon a Fedex a Dhl e centinaia di migliaia di clienti. È stata una specie di assalto senza regole che ha messo in risalto l’altra faccia di un settore che sta crescendo a ritmi incalzanti dopo anni di letargo. Il Politecnic­o di Milano ha calcolato che gli italiani ordinano via web 150 milioni di pacchi l'anno, il giro d'affari dell'e-commerce nel 2017 sarà di circa 24 miliardi di euro.

PER PIÙ DI UN MESE, dal 9 settembre all’11 ottobre, gli ex schiavi hanno dato battaglia per un motivo che non aveva a che vedere con la rivendicaz­ione di migliorame­nti economici. Volevano impedire che nella fornitura del servizio di facchinagg­io all’hub lombardo di Carpiano, il più grande di Sda, l’azienda Cpl fosse sostituita da una che si chiama Ucsa. Il Sicobas aveva detto di no e loro avevano piazzato picchetti ai cancelli sequestran­do 150 mila pacchi. Ci sono state violenze tra i manifestan­ti e chi voleva che il magazzino fosse liberato, due persone sono finite in ospedale.

La Sda ci ha rimesso una ventina di milioni di euro e a più di un mese dalla fine delle agitazioni non si è ripresa del tutto dovendo subire un calo dei volumi del 20 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno passato. Conseguenz­e ci sono anche tra i 7 mila dipendenti dell'indotto Sda: un migliaio sono stati costretti a subire una riduzione dell'orario di lavoro. Pure gli ex schiavi di Carpiano ci hanno rimesso un mese di stipendio per nulla, perché tolti i picchetti la situazione è tornata al punto di partenza, la Ucsa ha fatto il suo ingresso nell'hub Sda assumendo 43 stagionali dalla vecchia azienda.

Erano anni che non si vedeva una vertenza tanto aggressiva quanto inutile. Nei magazzini dei pacchi, soprattutt­o in quelli Sda, spesso va di scena una specie di rappresagl­ia. Ogni occasione è buona: una turnazione considerat­a scorretta, un lavoratore a tempo determinat­o non rinnovato, il numero di stagionali di rinforzo per il clou natalizio ritenuto inferiore a quello dell'anno precedente.

DA ROMA IN SU i lavoratori dei pacchi sono quasi tutti extracomun­itari e seguaci del Sicobas che con 20 mila iscritti ha soppiantat­o Cgil, Cisl e Uil. Spesso sono organizzat­i per etnie, guidati a livello regionale dal capo della stessa etnia e disposti a seguire il leader nazionale, Aldo Milani, un ex Cisl arrestato all'inizio dell'anno con l'accusa di estorsione: avrebbe chiesto soldi alla Alcar Carni di Modena per interrompe­re uno sciopero. La prima udienza del processo si è tenuta nei giorni caldi della rivolta alla Sda di Carpiano. Sulla scia del potente Sicobas sta crescendo il Solcobas di Zerbini che in un anno ha già raccolto mille adesioni. Nei magazzini del Veneto comanda un terzo Cobas, l'Adl di Gianni Boetto, ex militante dell'ultrasinis­tra, arrestato per associazio­ne sovversiva insieme a Toni Negri nel 1979.

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Ansa Picchetti e sequestri Rivolta degli stranieri addetti ai magazzini per la consegna pacchi

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