“Donne, vi racconto i miei uomini”
L’INTERVISTA MONICA GUERRITORE Al Teatro Quirino di Roma con “Mariti e mogli”: “Questo lavoro è sudore e fatica”
“Renzi è un personaggio cechoviano. Ha leggerezza, senso dell’umorismo, pensa al nuovo giardino da costruire, ma non si accorge che intanto sta arrivando la rivoluzione. Renzi è Trofimov”. Si può parlare di tutto con Monica Guerritore – di uomini, di donne. di teatro, di politica, perfino di settimana enigmistica – e la sensazione è che il palcoscenico e il modo vorace con cui lo calpesta, sia il naturale prolungamento di quello che è Monica a sipario calato: una che non si risparmia. Sulle scene da quando aveva 16 anni, un curriculum tra teatro, cinema e serie tv che si srotola come un papiro egizio, Monica ha debuttato da qualche giorno al teatro Quirino di Roma con l’adattamento teatrale di ”Mariti e mogli” di Woody Allen.
Partiamo dalle domande semplici. Come sta andando lo spettacolo? È sempre strapieno, l’altra sera c’erano 800 persone, siamo contenti perché non si sa mai come vanno gli spettacoli. Soffri i giudizi?
Sì, terribilmente. E infatti, dalle critiche, mi proteggo moltissimo. Molti creativi vivono in un luogo sicuro e ritirato perché qualunque critica, quando stai creando, intacca la fiducia in quello che crei. Porta fuori. Disturba. Quella che ti ha più disturbata?
Ero agli inizi, avevo debuttato a 16 anni teatro con Strehler, a 18 feci il primo sceneggiato a colori, Manon, in cui ero appunto Manon Lescaut. La Aspesi fu terribile, scrisse “La Guerritore ha solo dei bei capelli”. Per giunta indossavo una parrucca. La trovai una grande cattiveria, mi ferì ma contribuì a formare il mio carattere di ferro. Non hai mai avuto dubbi sul tuo talento?
Mai, da quando Strehler mi disse: “S tai qua che questo è il tuo posto”. Ecco. Il talento lo riconosci perché è quella cosa che ti fa stare nel posto giusto. In “Mariti e mogli” si parla di quella creatura mitologica chiamata “maschio alfa”. Chi è il maschio alfa per te? È un tondo, è colui che forgia in materia sessuale anche un respiro, un individuo dal trasformismo immediato, che riesce a plasmarsi in figlio, bambino, fratello. Il maschio alfa è Zelig, racchiude tutti i per sona ggi maschili in sé. I tuoi ex sono stati tutti maschi alfa?
Forse solo Giancarlo Giannini.
Perché è scappato da te?
Lui è scappato perché durante un viaggio ha trovato un’altra. L’altra, in passato, l’hai definita “la mia brutta copia”.
Beh è vero, lo era! Io dico, prenditi l’originale. Solo che sai, siamo in un’epoca in cui la replica vince sempre sul primo stampo. È più facile riprodurla, l’originale ha piccoli anfratti, intarsi, sfaccettature, la replica è solo un calco semplificato. Sempre in tema di maschi alfa, Roberto Zaccaria (suo compagno da 16 anni, ndr)
che lettera dell’alfabeto è? Zeta di Zaccaria, e di Zorro. Sono stata incredibilmente fortunata, è intelligente, ma soprattutto è affidabile. Per me avere fiducia in un uomo, dopo Lavia, è stata un’inversione a U, è stato comprendere che alla fine è la fiducia che conta. Ma bisogna arrivarci, le mie figlie a 24 e 27 anni non lo vogliono l’uomo affidabile. Qual è il compromesso che fa funzionare la tua relazione?
Io sono impulsiva, emotiva, Roberto quando mi vede agitata stempera e non mi dà peso, mi riporta al razionale. Io ho sempre in funzione il lato sinistro del cervello, che poi è pure quello che mi faceva avere il terrore dell’aereo. Salivo e dicevo: ecco il bombarolo, ecco il comandante suicida. Sai come l’ho risolto? Con la settimana enigmistica, parole crociate senza schema. Attivano la parte destra del cervello, mi riconducono alla razionalità, come Roberto.
Insomma, Roberto è la parte destra del tuo cervello. Un p o’ mesta come definizione.
Sì, ma ricordati che è di Rimini. C’è un altro lato che ha a che fare con le sue origini e che è tutta un’altra storia… Sei stata protagonista di molti film erotici. Cosa sopravvive dell’erotismo, oggi?
Ti cito una scena de La lupa, che ho interpretato al cinema. A un certo punto la Lupa obbliga la figlia a prendersi il giovane marito in casa, perché vuole averlo sessualmente. Verga le fa chiedere “Ma cosa vuoi?”. E lei risponde: “Non lo so”. Ecco, c’è un vuoto in quel “non lo so” che è cosmico, è l’erotismo. Oggi c’è pornografia, la pornografia è luce in faccia, nessun direttore della fotografia vuole più l’ombra, perché si perde tempo a creare le ombre. È finito il mistero.
Cosa ne pensi della copertina del Tim e dedicata alle donne che hanno parlato delle molestie subìte? Penso che la storia si faccia da sé, che la storia, in questo momento, stia scrivendo le sue pagine. Da oggi, forse, i rapporti tra uomini e donne cambieranno. E non solo nell’atteggiamento degli uomini, ma anche in quello delle donne, che sono state convinte per secoli di dover chiedere il permesso agli uomini per mettere il proprio talento nel mondo.
E di donne che hanno usato la seduzione per lavorare, ne hai conosciute?
A miliardi! Ogni tanto appare qualcuna arrivata dal nulla, meteore che ti passano davanti e capisci da dove arrivano. Perché questo lavoro è fatica, non succede nulla di davvero onesto e sudato in modo così rapido. Per questo non ho fatto la tv per 18 anni. Era un successo sproporzionato, troppo rapido, che non veniva dalla fatica come nel teatro. Per questo io dico che i miei 800 paganti di ieri sera a teatro, valgono più di 800 000 seguaci su Instagram di una tizia che magari mi ritrovo pure su qualche set e io non so neppure chi sia.
Il 5 gennaio compi 60 anni. Che effetto ti fa?
Intanto chiariamo che a 60 anni non ti crepi come certi specchi! Comunque, un po’ l’idea turba, non lo nego, per cui avevo detto alla mia famiglia “al mio compleanno vado in un guado, in un non-luogo, in un autogrill, mi faccio un Fattoria con una birretta!”. Poi è successo che un pomeriggio guardavo La vita in diretta e una tizia dice: “Le attrici vere sono quelle di una volta, sono le Magnani, le Lisi, le Melato e la Guerritore che per fortuna è ancora viva…”. Mi è preso un colpo, ho detto “bastaaaaa”. Col fatto che lavoro da quando ho 16 anni la gente pensa che sia decrepita, quindi compio 60 anni ed è bene che lo dica ad alta voce, perché è uno dei rari casi in cui dichiarare l’età ringiovanisce.
Se tu dovessi far interpretare a Renzi, Berlusconi e Di Maio un personaggio teatrale o letterario, chi sceglieresti?
Renzi è un personaggio cechoviano. Ha leggerezza, senso dell’umorismo, pensa al nuovo giardino da costruire, ma non si accorge che intanto sta arrivando la rivoluzione. Renzi è Trofimov.
Berlusconi?
È il Faust, colui che vende l’anima al diavolo.
Di Maio?
Potrebbe essere il giovane yuppie insoddisfatto di Fight Club, che incontra Tyler Durden, profeta metropolitano il quale lo convince a lottare contro il sistema. Durden è quello che il protagonista vorrebbe essere ma non riesce a essere. Durden è libero, divertente, coraggioso. Lui è anonimo, fondamentalmente un debole.
GIANCARLO GIANNINI
È scappato perché durante un viaggio ha trovato un’altra, la mia brutta copia: siamo in un’epoca in cui la replica vince sempre sul primo stampo POLITICI IN SCENA
Renzi è un personaggio cechoviano, sembra Trofimov. Berlusconi è il Faust. Di Maio? Il giovane yuppie insoddisfatto del film ‘Fight Club’