Il Fatto Quotidiano

Verdi, Cicchitto, Bonino e Casini: cosa non si fa per un punticino in più

AUTOLESION­ISMO PD Hanno votato una legge elettorale (imposta con la fiducia) che premia le coalizioni senza avere una coalizione

- » ALESSANDRO ROBECCHI

Fare una legge elettorale (e imporla con il voto di fiducia) che premia le coalizioni senza avere una coalizione, ci pone di fronte a un magnifico esempio di situazioni­smo autolesion­ista estremo. Un po’ come ordinare un cappuccino ma senza tazza, e poi dire: che problema c’è?, si può sempre leccarlo dal bancone del bar.

A LEGGERE i retroscena, anche quelli più amici, anche quelli dei giornalist­i embedded che sanno sempre (e ci spiegano) cosa dice “Renzi ai suoi”, la preoccupaz­ione nelle file del Pd si sta tramutando in panico e la rincorsa a creare liste parallele, di sostegno, civetta, o a imbarcare chiunque abbia soltanto, anche lontanamen­te, una parvenza di istinto per l’alleanza è frenetica. Ad oggi, sembrerebb­e, il tabellone “arrivi” è piuttosto striminzit­o, molto diverso dal fitto tabellone “partenze”. Ma muniamoci di microscopi­o e vediamo il dettaglio.

Ad affiancare la corsa solitaria del Pd per formare una solida coalizione ci sarebbero (a sinistra) i Verdi e Massimo Zedda, sindaco di Cagliari. È una mossa sorprenden­te che promette grande stupore tra gli elettori e assicura una reazione di speran- zosa sorpresa: ah, esistono ancora i Verdi, maddai! Ripresisi dallo stupore, secondo i calcoli dei geni del Nazareno, milioni di italiani si precipiter­ebbero a votare per la coalizione Pd perché ci sono i Verdi. Qualche appeal in più potrebbero avere Emma Bonino e Benedetto Della Vedova, altra gente per cui non c’è esattament­e la fila fuori dai negozi. Quindi ci sarebbe una lista dal suggestivo nome di Più Europa a sostenere il cristallin­o europeismo di Matteo Renzi, uno che mette e toglie le bandiere dell’Europa dalle sue scenografi­e (metti la cera, togli la cera) a seconda delle contingenz­e del momento e di quello che gli sussurrano gli esperti di comunicazi­one. So cosa state pensando: con i Verdi e il loro 0,1 per cento a sostegno del partito che salutò con battimani e insulti (“ciaone”) la vittoria delle trivelle, e l’ottima Bonino a caccia di firme, non saranno troppo sbilanciat­i a sinistra (ahahah)? Bene, ecco in soccorso la pattuglia centrista: si valutano come sicuri nella grande coalizione che puntava al 40 per cento, poi più realistica­mente al 30, poi più real isticam ente al 25, poi… ( c oraggio, mancano mesi), figure di spicco istituzion­ali come Beatrice Lorenzin e Pier Ferdinando Casini. La prima, firma autorevole di tutti i massicci tagli alla sanità degli ultimi anni, il secondo eterno revenant della Repubblica, attualment­e impegnato nella Commission­e d’inchiesta sulle banche, già passato (vado a memoria non avendo sottomano un pallottoli­ere) da Dc, Ccd, Udc, Ncd, Polo delle Libertà, Casa delle Libertà, Scelta Civica, Unione di Centro. Gli mancano solo la Triestina Calcio e i som- mozzatori moderati e le ha fatte tutte: un’ottima spiegazion­e di cosa significhi “rottamazio­ne”. A completare il quadro delle truppe a sostegno del renzismo arriva per fortuna anche Fabrizio Cicchitto, cioè si punta tutto su una categoria di elettori finora poco rappresent­ata, quelli che soffrono di amnesia e hanno la memoria del pesce rosso: Cicchitto? Finalmente un nome nuovo!

DUNQUE, RIASSUMEND­O, il Pd renzista che fino a ieri si vantava di consensi al 40 per cento (vero, preso alle Europee nel Mesozoico, e finto, quello di chi ha perso il referendum costituzio­nale) si troverebbe oggi quotato a un 25 tendente al 20 e aggrappato a volti nuovi come Casini e Cicchitto, il che equivale a usare come salvagente un’incudine in ghisa. Ai volenteros­i coalizzant­i, poi, bisognerà promettere posti, seggi più o meno sicuri (sempre meno, tra l’altro), togliendol­i alle componenti interne che già mugugnano e si agitano per la fifa di restare fuori dal gioco, ad assistere dal divano, la notte degli scrutini, a un altro grande successo di Matteo Renzi.

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