Il Fatto Quotidiano

Nasce “Forza Pd”: Miccichè votato pure dai renziani

Dem siciliani spaccati: “Grave danno al partito”. I 5 stelle: “È il patto dell’arancina”

- GIAMPIERO CALAPÀ

■ Ieri l’Assemblea regionale siciliana ha scelto la propria guida. L’esponente berlusconi­ano è stato eletto anche con i voti di due deputati democratic­i e di due di Sicilia Futura (la lista di Totò Cardinale che correva per Fabrizio Micari)

“Quanto

è accaduto in Sicilia prefigura quello che sarà l’accordo tra Berlusconi e Renzi dopo le elezioni politiche”, maligna il bersaniano Miguel Gotor. I Cinque stelle lo hanno, invece, ribattezza­to “Patto dell’arancina”: il redivivo Gianfranco Miccichè, protagonis­ta di più di diverse epoche del centrodest­ra siciliano, è stato eletto nuovo presidente del Parlamento regionale. E, tra i deputati che hanno votato per lui, ce ne sono stati anche due del Partito democratic­o.

Il M5S ha tentato di spaccare la maggioranz­a riversando i propri venti voti su Margherita La Rocca Ruvolo, dell’Udc, ottenendo dal Pd l’impegno a sostenerla nell’eventuale ballottagg­io. Ma il risultato conferma la compattezz­a del centrodest­ra. E apre un nuovo scontro tra i dem: 4 deputati su 11 non hanno seguito la linea del gruppo, quella di votare il candidato di ban- diera Nello Dipasquale. Due hanno votato per Miccichè, gli altri due hanno disperso il voto. Alla fine della terza votazione – rocamboles­ca e fatta ripetere perché il deputato Udc Giovanni Bulla aveva mostrato la scheda passando tra i banchi del governo per dimostrare la sua fedeltà e facendo esplodere il caos in aula – Miccichè è diventato presidente con 39 voti, quattro in più di quelli della coalizione. In soccorso del commissari­o di Forza Italia sono arrivati, oltre ai due dem, i cui nomi rimangono nell’anonimato del voto segreto, i due deputati di Sicilia Futura (la lista di Totò Cardinale), Nicola D’Agostino ed Edy Tamajo. La reazione dem è affidata ad Antonello Cracolici: “Ci sono stati quattro utili idioti, mi spiace e sono amareggiat­o per quello che è successo, qualcuno ha voluto fare il soccorrito­re di un vincitore”, si sfoga aprendo la resa dei conti in un Pd siciliano in perenne fibrillazi­one. Miccichè ha omaggiato Dell’Utri: “C’è un’indaudita cattiveria di chi si arroga il diritto di essere dio”. Intanto a Messina il tribunale del Riesame ha conferma in parte il sequestro dei beni al deputato regionale Luigi Genovese, al padre Francanton­io e ad altri familiari (4 milioni su 16), annullando, invece, l’ipotesi di riciclaggi­o. I Genovese, un tempo Pd, ora sono in Forza Italia.

Caso Genovese Riesame conferma sequestro beni, ma annulla accuse di riciclaggi­o

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Ansa Berlusconi­ano Gianfranco Miccichè

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