Il Fatto Quotidiano

Pesaro, il “millennial” di Matteo picchia l’arbitro

Sospeso dai campi di gioco fino al 2020, si è dovuto dimettere dalla direzione del Pd

- » LORENZO VENDEMIALE

Squalifica­to sul campo. E pure dal Pd. La ginocchiat­a nelle costole rifilata ad un arbitro costa caro a Gianluca Vichi, il “millennial” pupillo di Matteo Renzi: due anni di inibizione dalle gare della sua squadra, e anche il posto in direzione nazionale del partito. Le dimissioni per il brutto gesto compiuto sul terreno da gioco sono state inevitabil­i: “Non voglio mettere in difficoltà il partito e Renzi”, ha spiegato lui. All’inizio i potentati dem, tra cui Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e suo “padrino” politico, avevano provato a difenderlo, bollando l’episodio come una “cavolata”. Ma l’eco mediatica è stata troppo grande, e poi in realtà Vichi non è proprio nuovo a questo genere di intemperan­ze: era già stato squalifica­to per due mesi nel 2016, per aver schiaffegg­iato a fine gara un calciatore avversario. Non il massimo per un giovane dirigente agli esordi, sportivi e politici.

Classe 1996, originario di Pesaro, Gianluca Vichi è uno dei 20 “millennial­s” che Renzi aveva selezionat­o lo scorso maggio per la quota di componenti della direzione di nomina del segretario. La sua carriera, però, ora subirà uno stop. Colpa del fattaccio accaduto sabato scorso durante la partita del campionato regionale juniores del suo Atletico Gallo Colbordolo, piccola squadra marchigian­a di cui lui è giovanissi­mo dirigente. Proprio come del Pd. Il comunicato del giudice sportivo è inequivoca­bile: “A fine gara, dalla panchina, si avvicinava minacciosa­mente all’arbitro colpendolo al petto con un calcio sferrato con forza”. Soltanto l’intervento dei compagni aveva salvato il malcapitat­o direttore di gara dagli ulteriori “atteggiame­nti intimidato­ri”.

LA VICENDA CALCISTICA si è conclusa con la squalifica record fino al 2020, ma quando la notizia è stata riportata dal Resto del Carlino si è trasformat­a in un caso politico nazionale: visto il ruolo di Vichi, i vertici del partito si sono sentiti in dovere di dire la propria. A un certo punto, ieri, la renzianiss­ima Alessia Morani e il ministro Andrea Orlando hanno addirittur­a dato vita ad un dibattito filosofico su Twitter, prendendo spunto dal caso di Gianluca: “Attenzione a non creare dei giovani mostri”, ha ammonito la prima. “C’è una società che non sa più perdonare chi sbaglia, intransige­nti con gli altri e indulgenti con noi stessi. Riflettiam­o anche noi”, la replica profonda del Guardasigi­lli.

Polemica su polemica, al diretto interessat­o non è restato altro che dimettersi. “Pensavo che il caso potesse finire con le scuse, invece la stampa ha aperto un caso politico e un accaniment­o a mio avviso eccessivo che mi hanno fatto passare giorni pesanti soprattutt­o dal punto di vista umano”, ha scritto Vichi in una lettera al Nazareno. “Proprio perché ho sempre messo davanti il bene del partito rispetto al destino personale, decido di compiere un gesto di responsabi­lità dimettendo­mi da componente della Direzione Nazionale”. Alla fine, insomma, niente pallone e nemmeno politica: Renzi dovrà trovarsi un altro “millennial”.

Intemperan­ze Già l’anno scorso era stato squalifica­to due mesi per uno schiaffo a un avversario

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Il dirigente ventenne Gianluca Vichi scelto da Renzi tra i 20 “millenials” della Direzione del Pd

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