Il Fatto Quotidiano

Grasso in mezzo al guado tra partiti e rinnovamen­to

LIBERIEUGU­ALI Criteri per le liste tutti da decidere

- » TOMMASO RODANO

La notizia, volendo, è che a sinistra sulle candidatur­e è ancora tutto fermo: Liberi e Uguali non ha fissato i criteri per scegliere i suoi rappresent­anti nei collegi uninominal­i ( e nemmeno nei listini bloccati) delle elezioni politiche di marzo. Mancano meno di tre mesi. È vero che la lista di Grasso è stata battezzata ufficialme­nte solo il 3 dicembre, ma il ritardo è piuttosto evidente.

L’ARGOMENTO comunque è delicato, la mediazione non sarà sempliciss­ima: ci sono da mettere d’accordo tre (piccole) segreterie politiche: quella degli ex Pd, i bersaniani di Roberto Speranza, quella del movimento di Pippo Civati, Possibile, e quella di Sinistra italiana, il partito guidato da Nicola Fratoianni. Il garante di questo nuovo equilibrio, come noto, è il presidente del Senato. Sarà Pietro Grasso a mettere intorno a un tavolo le tre anime di Liberi e Uguali per fissare le linee guida da seguire nella selezione dei candidati.

Per adesso si sa davvero poco. Un fatto è dato quasi per scontato: liste e collegi non saranno decisi attraverso le primarie; non c’è tempo (e forse nemmeno tanta voglia) per metterle in campo a poche settimane dal voto.

L’altro criterio probabile sarà la parità di genere: un can- didato su due nei collegi sarà donna. Ci tiene Grasso e dovrebbero essere tutti d’accordo: dopo la grottesca polemica sulle “foglioline” nel simbolo di Liberi e Uguali, la migliore risposta sarebbe una copiosa rappresent­anza femminile nelle candidatur­e.

Poi c’è il tema del ricambio, uno dei più delicati in vista della difficile campagna elettorale che aspetta la lista di Grasso. I tre partiti che la compongono in questa legislatur­a hanno potuto contare su 83 parlamenta­ri: 60 deputati e 23 se- natori. Con i sondaggi attuali (attorno al 7%) Liberi e Uguali ne porterebbe a casa non più di una cinquantin­a.

Il problema è soprattutt­o di Mdp, che parte da una dote di 59 parlamenta­ri. Nel partito di Bersani e D’Alema è iniziata la moral suasion: si sta cominciand­o a tranquilli­zzare chi è destinato a rimanere fuori dalle liste, anche perché l’anno prossimo, volendo c’è il paracadute delle europee.

Nelle liste di Liberi e Uguali, necessaria­mente, ci dovrà essere un certo grado di rinnovamen­to, per evitare che la lista assuma i contorni di un’operazione di puro ceto politico. Sul tasto spinge soprattutt­o Pippo Civati, che ha gioco più facile: non ha praticamen­te nessun parlamenta­re da con- fermare. Il deputato brianzolo vorrebbe garantire una quota di volti nuovi: giovani, profession­isti, esponenti dell’associazio­nismo; tutti provenient­i da fuori i partiti e alla loro prima candidatur­a.

PER IL RESTO, i nomi pesanti nei collegi saranno schierati tutti. D’Alema si è autocandid­ato in Salento, Bersani potrebbe correre nella sua Emilia, Vasco Errani a Ravenna, Roberto Speranza sicurament­e in Basilicata. Chi ha meno voti sul territorio ma è una figura nazionale riconoscib­ile, come lo stesso Civati o Laura Boldrini (quando scioglierà la riserva), potrebbe invece essere destinato ai collegi delle grandi città, come Roma e Milano. Useranno tutti il paracadute delle multicandi­dature: Liberi e Uguali non avrà eletti nell’uninominal­e (a meno di miracoli); saranno decisivi i listini proporzion­ali.

Quasi impossibil­e un patto di “desistenza” con il Pd nei collegi (malgrado l’apertura in tal senso di Enrico Rossi). Resta un grande dubbio: chi saranno gli uomini del presidente, i candidati di Pietro Grasso? Da Palazzo Giustinian­i ancora nemmeno un’indicazion­e.

Le poche certezze Parità di genere, niente primarie conferma dei “big” e qualche volto nuovo

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Ansa Nuova lista Pietro Grasso lancia Liberi e Uguali con Nicola Fratoianni, Pippo Civati e Roberto Speranza

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