Il Fatto Quotidiano

L’ultimo azzardo del samurai Ingroia

L’ex magistrato presenta con Giulietto Chiesa il suo nuovo partito sovranista

- » TOMMASO RODANO

Chissà cosa passa nella testa di un ex magistrato che ha guidato una delle procure più importanti d’Italia– in uno dei processi più delicati della sua storia– e adesso ricomincia in politica da un micro movimento che si chiama “La mossa del Cavallo”.

Chissà cosa pensa Antonio Ingroia mentre presenta la “Lista del popolo” con Giulietto Chiesa, e osserva la sala semi vuota dell’auditorium di via dei Frentani (teatro romano di tante costituent­i della sinistra). Quella stessa platea che cinque anni fa l’aveva nominato per acclamazio­ne come leader del “quarto polo” (così sarebbe dovuto essere) con la sua “Rivoluzion­e civile”. Quella rivoluzion­e è finita come è finita – piuttosto male – ma Ingroia è sempre su quel palco. “I partiti sono stati la zavorra di Rivoluzion­e Civile – dice oggi –. Sono pieni di militanti e riempiono le sale, ma non sono pieni di voti. Noi avremo più voti che militanti”. Chi gliela fa fare, a Ingroia, questa bizzarra mossa del cavallo? “È un atto d’audacia. Mi sono convinto anni fa che gli spazi di autonomia e indipenden­za della magistratu­ra fossero esauriti. Faccio politica con entusiasmo giovanile. Speriamo di raccoglier­e le firme per fare le liste. A quel punto avremo il nostro spazio per par condicio. E ci divertirem­o”.

LA PLATEA che battezza la “Lista del popolo per la costituzio­ne” è poco numerosa ma piuttosto variopinta. Molti dei presenti sono sovranisti. Ma sovranisti democratic­i, non nazionalis­ti: il mondo del sovranismo – ci spiegano – è complesso. Ingroia li arringa nel discorso introdutti­vo: “Non siamo degli eroi ma siamo coraggiosi. Siamo contro il sistema, un sistema politico-finanziari­o corrotto e mafioso. Contro il sistema dei partiti, tutti, che hanno paura di noi. Siamo gli unici a dire No all’Unione europea, alla Nato, alle lobby finanziari­e e bancarie che dominano le nostre vite e affamano noi come popolo. Con audacia affrontiam­o l’ultima battaglia dell’ultimo samurai, sull’ultima spiaggia”.

Il punto di riferiment­o, anche per loro, è la Costituzio­ne, il 60% dei No che l’hanno difesa un anno fa. L’utopia è il 3% della soglia di sbarrament­o, ma Ingroia promette che il movimento andrà avanti in ogni caso, anche dopo le elezioni.

C’è un po’di tutto. Sovranisti, dicevamo: Luca Massimo Climati si definisce un “patriota costituzio­nale dell’Etruria meridional­e” e spera che da questa assemblea prenda forma “una prima pietra miliare rispetto agli arcobaleni e le mezze rivoluzion­i di ogni tipo”.

L’EX GENERALE Nicolò Gebbia è ossessiona­to dalla massoneria: “Presento una mozione d’ordine, si vota per alzata di mano. Qui non c’è spazio per i massoni: se qualcuno non è d’accordo con me e vedo anche una sola mano non alzata, prendo il mio loden e la mia valigetta e vado via”. Lo interrompe proprio Ingroia: “Io non alzo la mano. Non siamo un partito confession­ale”. Gebbia torna in prima fila mesto mesto. Parlano economisti, complottis­ti, ex comunisti, c’è anche il messaggio di tale Suor Stefania a portare un contributo dal mondo cattolico. Ingroia cita Gandhi: “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”. Impossibil­e non augurargli in bocca al lupo.

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Ingroia e Giulietto Chiesa
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