L’ultimo azzardo del samurai Ingroia
L’ex magistrato presenta con Giulietto Chiesa il suo nuovo partito sovranista
Chissà cosa passa nella testa di un ex magistrato che ha guidato una delle procure più importanti d’Italia– in uno dei processi più delicati della sua storia– e adesso ricomincia in politica da un micro movimento che si chiama “La mossa del Cavallo”.
Chissà cosa pensa Antonio Ingroia mentre presenta la “Lista del popolo” con Giulietto Chiesa, e osserva la sala semi vuota dell’auditorium di via dei Frentani (teatro romano di tante costituenti della sinistra). Quella stessa platea che cinque anni fa l’aveva nominato per acclamazione come leader del “quarto polo” (così sarebbe dovuto essere) con la sua “Rivoluzione civile”. Quella rivoluzione è finita come è finita – piuttosto male – ma Ingroia è sempre su quel palco. “I partiti sono stati la zavorra di Rivoluzione Civile – dice oggi –. Sono pieni di militanti e riempiono le sale, ma non sono pieni di voti. Noi avremo più voti che militanti”. Chi gliela fa fare, a Ingroia, questa bizzarra mossa del cavallo? “È un atto d’audacia. Mi sono convinto anni fa che gli spazi di autonomia e indipendenza della magistratura fossero esauriti. Faccio politica con entusiasmo giovanile. Speriamo di raccogliere le firme per fare le liste. A quel punto avremo il nostro spazio per par condicio. E ci divertiremo”.
LA PLATEA che battezza la “Lista del popolo per la costituzione” è poco numerosa ma piuttosto variopinta. Molti dei presenti sono sovranisti. Ma sovranisti democratici, non nazionalisti: il mondo del sovranismo – ci spiegano – è complesso. Ingroia li arringa nel discorso introduttivo: “Non siamo degli eroi ma siamo coraggiosi. Siamo contro il sistema, un sistema politico-finanziario corrotto e mafioso. Contro il sistema dei partiti, tutti, che hanno paura di noi. Siamo gli unici a dire No all’Unione europea, alla Nato, alle lobby finanziarie e bancarie che dominano le nostre vite e affamano noi come popolo. Con audacia affrontiamo l’ultima battaglia dell’ultimo samurai, sull’ultima spiaggia”.
Il punto di riferimento, anche per loro, è la Costituzione, il 60% dei No che l’hanno difesa un anno fa. L’utopia è il 3% della soglia di sbarramento, ma Ingroia promette che il movimento andrà avanti in ogni caso, anche dopo le elezioni.
C’è un po’di tutto. Sovranisti, dicevamo: Luca Massimo Climati si definisce un “patriota costituzionale dell’Etruria meridionale” e spera che da questa assemblea prenda forma “una prima pietra miliare rispetto agli arcobaleni e le mezze rivoluzioni di ogni tipo”.
L’EX GENERALE Nicolò Gebbia è ossessionato dalla massoneria: “Presento una mozione d’ordine, si vota per alzata di mano. Qui non c’è spazio per i massoni: se qualcuno non è d’accordo con me e vedo anche una sola mano non alzata, prendo il mio loden e la mia valigetta e vado via”. Lo interrompe proprio Ingroia: “Io non alzo la mano. Non siamo un partito confessionale”. Gebbia torna in prima fila mesto mesto. Parlano economisti, complottisti, ex comunisti, c’è anche il messaggio di tale Suor Stefania a portare un contributo dal mondo cattolico. Ingroia cita Gandhi: “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”. Impossibile non augurargli in bocca al lupo.