Concorso Imt, l’Anac manda gli atti in Procura
Per la cattedra di Economia alla Scuola di Lucca, vinta dal figlio del finanziatore
Nessun
conflitto di interessi, ma anomalie tali da giustificare l’invio di tutta la documentazione raccolta alla procura e alla Corte dei conti. è la decisione dell’Autorità nazionale anticorruzione ( Anac) sulla cattedra di Economia aziendale della Scuola Alti Studi Imt di Lucca.
IL CONCORSO è stato vinto a maggio da Nicola Lattanzi, figlio di Arturo, fino ai giorni della selezione presidente della Fondazione lucchese per l’alta formazione e la ricerca, uno dei principali finanziatori dell’Imt. Un caso che si è aggiunto ai brani altrui riportati senza citazioni riscontrati dal Fatto nella tesi di dottorato del ministro Marianna Madia, fresca di assoluzione da parte della commissione ad hoc istituita dall’Imt, della quale però sono stati tenuti segreti com- ponenti e verbali. La vittoria di Nicola Lattanzi, ex docente a Pisa, aveva tutti i pronostici del mondo accademico. Tra le linee di ricerca di interesse indicate nel bando c’era “l’analisi delle capacità dinamico cognitive dell’aziend a”, un ambito a cui Lattanzi figlio aveva dedicato diverse pubblicazioni, un paio delle quali firmate insieme al direttore dell’Imt Pietro Pietrini. Visto il ruolo di Pietrini, salito ai vertici della scuola nel 2015 con l’appoggio determinante di Lattanzi padre, nei mesi scorsi era arrivata una segnalazione anonima all’Anac.
BENCHÉ l’autorità di Raffaele Cantone assolva l’Imt per quanto riguarda il potenziale conflitto di interessi, evidenzia “gravi carenze” nella fase di determinazione del fabbisogno di personale docente, da cui consegue una “inadeguata programmazione di misure di gestione del rischio di corruzione”. A finire sotto accusa è “l’assenza – si legge nella delibera - di una individuazione ex ante degli ambiti di interesse prioritario della Scuola, demandando al direttore un ampio potere discrezionale sul reclu tamento”. E questo “rientra tra i fattori di rischio che possono esporre gli atenei a pressioni indebite”. Tali pressioni, nel caso dell’Imt, potrebbero arrivare dalla fondazione presieduta fino a maggio da Arturo Lattanzi, che “esercita un’influenza notevole sulla scuola”, in virtù dei finanziamenti all’Imt e del ruolo nella sua governance. Per l’Anac “il direttore della scuola risulta depositario di una forte discrezionalità nell’individuazione delle procedure di valutazione da bandire di volta in volta”, ma nel caso della selezione di Nicola Lattanzi “non sono emerse significative criticità, l’iter seguito ricalca quanto previsto dal regolamento sulle procedure di chiamata dei professori di ruolo”. Per questo l’autorità non ravvisa un conflitto di interessi “che abbia potuto influenzare la decisione di bandire un concorso nello stesso settore scientifico-disciplinare in cui risulta abilitato il figlio del presidente della fondazione”. Tuttavia l’Anac ha inviato gli atti alla procura di Lucca e alla Corte dei conti regionale, visto che alcune anomalie emerse “potrebbero interessare l’autorità giudiziaria”.
SU SUGGERIMENTO d ella Commissione per Abilitazione scientifica nazionale, i nomi tra cui estrarre a sorte i membri della commissione giudicatrice del concorso erano stati chiesti dall’Imt a Sidrea, Società italiana di ragioneria ed economia aziendale. Presidente del consiglio direttivo di Sidrea è il professor Luciano Marchi, che in una registrazione consegnata a luglio alla procura di Pisa da una ricercatrice sembra ammettere irregolarità in un concorso universitario in cui lui stesso era presidente di commissione. E Marchi è docente al dipartimento pisano di Economia, dove lavorava anche Nicola Lattanzi.
Il direttore della scuola risulta depositario di una forte discrezionalità nell’individuazione delle procedure di valutazione