Sisma, dopo 15 mesi un risultato: il software
La ricostruzione Erano già stati acquistati 14 computer ma non il programma per far gestire i dati ai dieci tecnici
Aquindici
mesi dal terremoto, che ha scosso il Centro Italia. A tredici mesi, dal decreto sugli “interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma”. A dodici mesi dalla nascita degli Uffici Speciali per la Ricostruzione. A nove mesi, dalla nomina del direttore dell’Ufficio per la ricostruzione del sisma 2016 in Abruzzo. A cinque mesi, dall’arrivo dei primi 50mila euro, necessari per rendere operativo quell’ufficio, finalmente… qualcosa si muove.
L’OTTAVA determinazione firmata proprio dal direttore dell’ufficio, infatti, è relativa alla “realizzazione software per la gestione degli endopro- cedimenti delle pratiche di ricostruzione”. Tradotto dal burocratese: bisogna comprare i programmi per i computer, coi quali i dieci tecnici dovranno gestire tutte le pratiche della ricostruzione. Perché i dieci computer portatili erano già stati acquistati, a 14mila euro, ma il software no. Quello bisognava ancora trovarlo, anche per non continuare a fare l’elenco dei danni su fogli excel. Ma “trovare un software”, ritradotto in burocratese, significa settimane di pratiche, passaggi, verifiche, controlli incrociati, atti, carte, bolli. Di tempo sprecato. Di lentezze indicibili, che divengono pa- radossali, se si pensa che quel software c’è già: “È quello utilizzato già per il terremoto del 2009 a L’Aquila – spiega l’ingegner Marcello D’Alberto, direttore dell’Usr Abruzzo – è pratico e funzionale, ma per poterlo utilizzare serve una ricerca di mercato, l’accesso alla piattaforma Mepa…”, l’individuazione del fornitore, la trattativa (diretta, in questo caso), la delibera e la determina.
SETTIMANEdi tempo perduto per la ricostruzione già in ritardo. Solo per spendere un’inezia (alla fine costerà poco più di 9mila euro) nel bilancio della ricostruzione, per acqui- stare un software che già c’è. E quello che è successo in Abruzzo è successo anche nelle altre tre regioni colpite dal sisma dell’agosto 2016, perché l’ormai ex commissario straordinario Vasco Errani non ha previsto un software unico per la gestione delle pratiche. C’è un software generale, il Mude, valido per tutti, “offerto” dal governo, ma poi ognuno ha dovuto provvedere al software locale.
“A noi dell’Usr Umbria per le altre procedure informatiche: gestione del sito web per la trasparenza, rilascio provvedimenti, concessioni contributive e atti – spiega il diret- tore Alfiero Moretti – la Regione ha messo a disposizione la società in house Umbria Digitale. Il costo delle due procedure è stato di 29mila euro”.
Anche le Marche hanno fatto in casa: “Abbiamo aperto diverse piattaforme per la gestione della ricostruzione – spiega il dirigente Cesare Spuri – ma tutte grazie alle risorse interne della Regione, con il servizio Cohesion Work Pa, tutto autoprodotto, praticamente senza spese”. Il sito della ricostruzione del Lazio, firmato Laziocrea, società a totale capitale pubblico che lavora in house per la Regione, non è prodigo di dettagli né di indicazioni sulle spese e, nonostante ripetute telefonate e mail inviate all’Usr, non abbiamo avuto risposte.