Matteoli si schianta sull’Aurelia, là dove voleva l’autostrada
L’ex ministro di Ambiente e Trasporti (governi Berlusconi) è morto in un frontale Dal Msi alla “svolta” di An, poi Pdl e Forza Italia. È stato condannato per il Mose
Da decenni voleva realizzare la Tirrenica, il collegamento autostradale da Civitavecchia a Livorno. Perché, ripeteva, la vecchia Aurelia è pericolosa. “Troppe stradine e incroci a raso”. Nel 2011 sembrava cosa fatta. Tanto che da ministro delle Infrastrutture, il 14 giugno di quell’anno promise: “Sarà completata nel 2016”. E invece, come molte altre opere italiche, anche la Tirrenica si perse nel nulla. E proprio su quella vecchia e odiata Aurelia ieri Altero Matteoli ha perso la vita in un incidente stradale. Aveva compiuto 77 anni lo scorso 8 settembre.
La dinamica dell’accaduto non è ancora stata ricostruita. L’impatto è stato violen- tissimo e la strada è rimasta chiusa per l’intero pomeriggio. Matteoli, alla guida della sua Bmw, poco dopo pranzo all’altezza di Capalbio si è scontrato con un Nissan Qashqai con a bordo una coppia. Per l’ex ministro non c’è stato nulla da fare mentre dei passeggeri dell’altro veicolo la donna è stata trasportata all’ospedale Le Scotte di Siena in elisoccorso e sarebbe fuori pericolo di vita, più gravi risultano le condizioni del conducente, portato al nosocomio di Grosseto.
La scomparsa di Matteoli è arrivata nei Palazzi politici all’improvviso. In sua memoria si è interrotta per un minuto la commissione Bilancio e anche Pier Ferdinando Ca- sini ha sospeso l’audizione del ministro dell’e cono mia Piercarlo Padoan in commissione d’inchiesta bicamerale sulle banche, per ricordare Matteoli.
CLASSE 1940, aveva soprannomi che indossava con stupore: l’Unno del Signore, Attila, il Sinistro dell’ambiente. E una passione per le macchine. Gli piaceva guidare. Nel 2009 propose di alzare i limiti di velocità a 150 chilometri orari sulle autostrade.
Nato a Cecina, alle porte di Livorno, da anni aveva scelto come buen retiro un piccolo centro collinare in provincia di Pisa, Casale Marittimo. Viveva qui ormai da diversi decenni. Per isolarsi dalla poli- tica. E infatti a Casale lo vedevano poco. La sua vita erano i Palazzi.
Ha attraversato 23 governi, nove legislature, guidato due dicasteri sopravvivendo politicamente al passaggio dal Movimento sociale italiano di Pino Rauti all’Alleanza nazionale di Gianfranco Fini per poi, dopo l’ingresso nel Pdl, scegliere Forza Italia e Silvio Berlusconi.
Ministro dell’ambiente nei primi due esecutivi dell’ex Cavaliere e di Infrastrutture e Trasporti nell’ultimo, nel 2013 era stato eletto al Senato dove era presidente della commissione Lavori pubblici. Un incarico, quest’ultimo, che ha mantenuto nonostante la condanna in primo grado a 4 anni per corruzione e una confisca di oltre 9,5 milioni a seguito dell’inchiesta sul Mose, le dighe mobili di Venezia. Lui si è sempre professato innocente: “Non ho preso un euro”. Non è il primo guaio giudiziario che ha coinvolto o sfiorato Matteoli. Nel 2004 venne accusato di favoreggiamento per aver affidato a Vincenzo Gallitto, all’epoca prefetto di Livorno, un’i nchiesta nei suoi confronti per abusi edilizi all’isola d’Elba che devastano il patrimonio ambientale. Matteoli era ministro dell’Ambiente e deputato. La giunta della Camera impiegò cinque anni per decidere se negare o meno l’autorizzazione a procedere e nel 2009 la negò.
Obiettivo Tirrenica Ripeteva: “Tratto pericoloso tra incroci e stradine”. Ieri grave l’altro conducente
NEL 2005 di nuovo indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ ufficio sempre per un’inchiesta che riguardava l’Isola d’Elba, l’ecomostro di Procchio. Venne rinviato a giudizio nel 2006 ma l’anno successivo la Camera bloccò il processo sollevando un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato alla Consulta contro il tribunale di Livorno, colpevole di aver proceduto senza richiedere l’autorizzazione a procedere. Vicenda che si è chiusa nel 2009: la Corte costituzionale ha annullato la richiesta di rinvio a giudizio. L’ecomostro, nel frattempo, è stato raso al suolo.
Rari, anche per la vicenda del Mose, gli attacchi di altri parlamentari nei suoi confronti. Di fatto era stimato e apprezzato nei Palazzi. E la conferma è arrivata ieri. Dal Movimento 5 Stelle alla Lega, sono stati centinaia i messaggi di cordoglio per la sua improvvisa scomparsa. “Sono costernato, perdo un amico e un consigliere saggio e sincero”, ha detto Berlusconi. Anche Fini è uscito dal silenzio mediatico scelto da oltre un anno per salutare Matteoli: “Ha fatto la storia della destra italiana”.