La mossa di Vienna su Bolzano, la prima dalle “opzioni” di Hitler
ALTOADIGE Lo storico Di Michele sull’offerta di passaporti austriaci
“Non si può fare finta di niente. La reazione italiana è stata blanda. Ma dobbiamo occuparci del progetto della destra di Vienna di concedere la cittadinanza austriaca agli altoatesini”. Andrea Di Michele, storico dell’Università di Bolzano, conosce a fondo i tormenti che da secoli scuotono il confine tra Italia e Austria. E proprio non riesce a darsi una spiegazione: “È un intervento negativo, perché porta tensione in una realtà che non ne ha bisogno”. A molti vengono in mente i 361 attentati esplosivi con 21 morti (15 nelle forze dell’ordine) tra il 1956 e il 1988. “E pensare che oggi l’Alto Adige è citato da tutti come un modello virtuoso di convivenza. I sudtirolesi sono giustamente molto tutelati” (il reddito annuo pro capite è 42.400 euro contro 39.300 di Innsbruck). Ma la destra arrivata al governo in Austria rimette tutto in discussione: “Hanno proposto di concedere il doppio passaporto ai cittadini di lingua tedesca. Una scelta che esclude chi parla italiano, ma che dividerà anche i sudtirolesi doc, da quelli che sceglieranno di restare italiani”. Di Michele non nasconde i problemi: “Chi sceglierà di avere anche il passaporto austriaco potrà votare oltre confine? E non solo: a Vienna il servizio militare è obbligatorio: i cittadini italiani sudtirolesi dovranno vestire l’uniforme di un esercito straniero?”. Un gesto ostile: “La destra austriaca ne aveva parlato in campagna elettorale”. La reazione italiana non è stata dura: “Sarà una discussione da affrontare con grande delicatezza. Il governo austriaco – ha dichiarato ieri Angelino Alfano – si è appena insediato e ne parleremo nei termini che sono assolutamente più coerenti con la nostra storia e con la tutela delle nostre popolazioni e dei nostri concittadini”, sostiene il ministro degli Esteri.
TONI SOFT che stanno provocando scontento nella comunità di lingua italiana. La divisione ha radici antiche, come racconta Di Michele: “Nel 1910, alla vigilia della Prima guerra mondiale, il Sud Tirolo era parte dell’impero austriaco, ma è sempre stato un territorio multietnico. Con un vantaggio: le popolazioni erano distribuite in modo uniforme. Gli italiani a sud, in quella che oggi è la provincia di Trento. I tedeschi a nord, dove c’è Bolzano. Nel 1910 gli italiani erano il 3-4%”. Poi arriva l’Italia che all’inizio ha un atteggiamento liberale. Con il Fascismo si cambia registro: divieto di parlare tedesco nelle scuole, nella pubblica amministrazione. Per i sudtirolesi sono tempi molto duri. E nel 1939 arriva il tragico accordo delle opzioni tra Adolf Hitler e Benito Mussolini: “Gli altoatesini (o sudtirolesi, a seconda della parte del confine da cui li si guarda) dovevano scegliere se restare a vivere nella loro terra, rinunciando, però, a cultura e lingua. Oppure se diventare te- deschi, trasferendosi in Austria, Germania, Slovenia”.
Nel Dopoguerra l’It a li a lentamente molla la stretta. Fino quasi a ribaltare le parti: nel 1972 arrivano l’autonomia su base provinciale e il bilinguismo.
Oggi la comunità italiana ha un ruolo subordinato: è maggioranza a Bolzano ( 73%), ma in provincia chi parla tedesco arriva al 69%. Uno strapotere che si riflette ancor più nella politica: i sudtirolesi in Provincia hanno l’83% dei seggi e gli italiani appena il 14%. Anche le leve di economia e informazione sono nelle mani dei cittadini di lingua tedesca.
MA I TONI MORBIDI del governo italiano, più che una spiegazione storica, hanno forse una ragione di politica nazionale: l’asse tra l’Svp e il Pd che a Roma ha bisogno dei voti altoatesini. E, mai come ora, è aperto a concessioni: “Con il nuovo sistema elettorale viene consegnato l’Alto Adige all’Svp, cancellando gli italiani di Bolzano dal Parlamento”, la questione era stata sollevata da Michaela Biancofiore (FI), Riccardo Fraccaro (M5S) e Florian Kronbichler (Mdp). Secondo i calcoli ben 16 parlamentari su 17 potrebbero essere eletti dall’asse Svp-Pd. Collegi blindati per chi altrove rischia di restare a spasso, come Maria Elena Boschi. Sistema elettorale, ma non solo: c’è il contestato rinnovo trentennale della concessione autostradale dell’ Auto brennero controllata dagli enti locali del Trentino-Alto Adige, cioè spesso da figure vicine all’Svp. I maligni sostengono che anche il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, potrebbe candidarsi qui. Poi c’è il passaggio alle Province del Trentino Alto Adige della gestione delle concessioni elettriche. L’Svp vorrebbe che anche la gestione delle Agenzie delle Entrate e del personale amministrativo dei tribunali passasse alle province”.
Le questioni
I nodi del voto e del servizio militare. Roma non alza la voce perché il Pd ha bisogno dell’Svp Il casa
Il nuovo governo austriaco, guidato dal giovane cancelliere centrista Sebastian Kurz che si è alleato con l’estrema destra (Fpoe), promette il passaporto di Vienna ai cittadini italiani di lingua tedesca che vivono in Alto Adige. Potranno chiedere la doppia cittadinanza nel 2018 o entro il 2019