Scuri come la Sacher: Vienna fa felice l’ultradestra europea
Fronte compatto La coalizione del governo austriaco ha sdoganato i populisti del Partito della libertà: si esaltano i sovranisti contrari all’Unione
Battono ancora i cuori neri d’Europa. Mancato il grande appuntamento con l’Eliseo del Front National di Marine Le Pen durante le elezioni francesi dello scorso maggio, in molte capitali europee e soprattutto a Bruxelles si era tirato un sospiro di sollievo. È stato però il voto in Germania del 24 settembre a ridare vita alla nuova destra del continente, con l’affermazione di un movimento un tempo minoritario come Alternative für Deutschland e una Angela Merkel indebolita a ancora incapace di formare un governo. Adesso, con la vittoria in Austria e i primi passi al governo del giovane Sebastian Kurz, le parole d’ordine della nuova destra risuonano forti in tutta l’area est dell’Europa. E ridanno voce anche alle spinte nazionaliste, xenofobe e anti-Ue in Francia e in Gran Bretagna, da parte sua alle prese con la delicata trattativa sulla Brexit.
Sabato Kurz, leader del conservatore Partito popolare (Övp) ha raggiunto un accordo di programma con l’estrema destra del Partito della libertà ( Fpö) guidato da Heinz- Christian Strache. L’ecologista Alexander Van der Bellen, da gennaio alla presidenza della repubblica, non ha potuto far altro che registrare l’intesa raggiunta dopo due mesi di trattative. Le elezioni del 15 ottobre aveva- no visto la vittoria dei popolari di Kurz, allora ministro degli Esteri, con il 31,5% mentre l’estrema destra aveva ottenuto un risonante 26% - giusto 2 punti in meno dei socialdemocratici.
MA NELLA COMPOSIZIONEdel nuovo governo, il 31enne Kurz ha preferito alla Grosse Koalitionche aveva retto l’Austri sul modello di Berlino, l’intesa con il partito dalle radici neonaziste che fu già di Jörg Haider (scomparso nel 2008) e di cui fa parte anche Norbert Hofer, già sfidante l’attuale presidente alla poltrona più alta di Vienna.
Ad accogliere il giuramento del nuovo cancelliere e l’insediamento del governo, in cui all’estrema destra andranno ministeri importanti - lo stesso Hofer alle Infrastrutture, mentre il leader Strache sarà vicecancelliere – alcune migliaia di manifestanti di sinistra, che hanno scandito slogan antifascisti. Una mobilitazione più contenuta che nel passato, quando durante l’era Haider il partito aveva conquistato il governo regionale della Carinzia e già raggiunto percentuali altissime. Però mai era arrivato al governo centrale come adesso: la prima volta dell’estrema destra non solo per l’Austria, ma in assoluto per un Paese dell’Europa occidentale nel Dopoguerra.
Esponenti dell’appena sdoganato Fpö erano presenti al vertice del gruppo Europa delle nazioni e delle libertà (di cui fa parte anche la Lega di Matteo Salvini) tenuto a Praga domenica, a cui erano presenti molti capi della destra radicale, dall’olandese Geert Wilders alla francese Le Pen. Chiare le parole d’ordine: no all’Europa di Bruxelles – “Ue uccide l’Europa”, ha detto la leader del Front National - sì invece alla sovranità.
Vento dell’Est Polonia, Ungheria, Rep. Ceca e Slovacchia non vogliono trattare le quote sui migranti
AL FINE DI PRESERVARE l’ Europa delle nazioni, servono confini e vincoli sempre più rigidi sull’immigrazione, fino ad arrivare, se possibile, alla chiusura totale delle frontiere. “Dobbiamo avere il coraggio che ha avuto Trump con il travel ban”, ha scandito Wilders, attaccando poi l’Islam, “religione totalitaria”.
Niente di nuovo, se quelle di Praga fossero solo parole. Il problema è che mentre L’Aia, Parigi e Berlino hanno in qualche modo evitato la deriva a destra, almeno durante questo 2017, l’ondata anti-migranti ha nel frattempo gonfiato le vele di governi già insediati in tutto l’Est: Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia non vogliono sentir parlare delle quote di migranti e richiedenti asilo faticosamente imposte da Bruxelles. E da oggi potranno contare su un nuovo alleato: Vienna.