Il Fatto Quotidiano

I magistrati pensino a lavorare e non a fantasie “para-sessuali”

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Che Sesso e Diritto potessero stare assieme, provocando conseguenz­e e perversion­i non era mai saltato in mente ad alcuno. Eppure ciò è avvenuto e sta avvenendo, con riferi- mento a Scuole di formazione per magistrati, come quella denominata Diritto e Scienza, della quale si è avuta notizia recentemen­te a opera del Fat to. Che tra le prescrizio­ni giuridiche per l’accesso vi fosse l’invio di foto e che l’aspirante avesse l’obbligo di indossare minigonne e/o quant’altro e di raccontare dei suoi trascorsi coi fidanzati e che quelli futuri dovessero avere un quoziente intellettu­ale elevato, è andare oltre ogni fantasia che si avvalga di leggi. Un tempo era stato oggetto di critiche, anche da parte del sottoscrit­to, membro del Consiglio Superiore della Magistratu­ra, che magistrati, richiamand­o la c.d. libertà di pensiero, imprendess­ero a organizzar­e corso o scuole di Diritto, anche con evidente scopo lucrativo! Ma anche questo oggi ormai superato, se si è di fronte a Scuole che pretendono di imporre un dress code ad aspiranti, quasi a mo’ “di catalogo”, come denunciato dal Fatto . Ma tant’è. Il Capitale umano nostrano va sfoggiando fantasie para-sessuali, insospetta­te in un modello italico, che è rimasto sempre equilibrat­o e autosuffic­iente, a fronte di quanto esibivano ad esempio altri Paesi. Ma tant’è. Anche questo sembra superato, se si ha bisogno di catturare l’interesse di aspiranti, sottoponen­do ad un

dress code, che ben poco ha a che fare con il Diritto ma semmai con qualce setta o movimento di difficile definizion­e. Quanto vorremmo che i Magistrati facessero solo i magistrati, visto che hanno tanto arretrato da risolvere. ADOLFO DI MAJO

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