Il Fatto Quotidiano

Rissa da Tiffany (povera Audrey)

Lite tra i due figli per i diritti sul nome della diva

- » ALESSIA GROSSI

Eterna nel ricordo dei suoi fan, si fatica anche solo a immaginare che siano passati già 24 anni dalla sua morte, figuriamoc­i riuscire a immaginare che fine abbiano fatto gli oggetti di culto che sono appartenut­i a una delle donne più eleganti che il cinema abbia mai conosciuto. O che la sua stessa immagine possa essere contesa tra i figli. Semplice e raffinata Au- drey Hepburn, ora scopriamo che nel fare testamento, non a caso, aveva assegnato il compito di custode delle sue ultime volontà a colui che l’aveva vestita, scippandol­a agli atelier di tutto il mondo: Hubert de Givenchy, stilista e fondatore dell’omonima e celeberrim­a maisonnonc­hé disegnator­e del tubino nero che consacrò l’attrice nel pantheon della classe e della sensualità.

Asvelare i dettagli del suo volere è il testamento dell’attrice di Colazione da Tiffany, pubblicato dal Daily Mail a fronte della seconda puntata della lite sul patrimonio tra i figli, Sean Hepburn Ferrer e Luca Dotti. Il primo, ex presidente della Fondazione per bambini fondata dalla famiglia, il secondo attuale capo dell’ente a suo nome.

Oggetto del contendere sono proprio i diritti sul nome dell’attrice, che – a detta del figlio maggiore Sean – spettano in parti uguali a lui e al fratello minore, che lui, stando al testamento materno, sarebbe stato delegato a rappresent­are. Ma che l’ente benefico si sarebbe attribuito illegalmen­te dal 2012 a oggi, da quando, cioè, Sean Hepburn ha lasciato la presidenza della Fondazione perché “deluso dalla piega che avevano preso le cose”, nello specifico dal fatto che la maggior parte dei membri usasse i fondi soprattutt­o per pagare i propri stipendi e non per scopi umanitari.

PECCATO che a raccoglier­e la sua eredità, nel 2013, dopo 20 anni sia subentrato suo fratello Luca. Ma questo non è bastato al maggiore dei figli dell’attrice per convincers­i che la fondazione potesse continuare a usare il nome di sua madre. E, anzi, l’ha portata in tribunale, ribadendo che – stando al testamento e fino a prova scritta contraria, è lui a decidere anche per suo fratello Luca Dotti. Dal canto suo, intanto, la fondazione ha citato Sean Hepburn Ferrer per aver minato l’immagine dell’associazio­ne e aver così fatto diminuire le donazioni. Per sciogliere il nodo è stato necessario visionare il testamento.

E così, mentre la saga iniziata nel 2013 procede a colpi di avvocati e l’ente di beneficenz­a si appresta a dover pagare le royaltiesd­el caso, a noi non resta che lasciarci sorprender­e dall’elenco dei lasciti della diva, e soprattutt­o, ripassare, scritti nero su bianco i suoi oggetti. Quelli che hanno fatto con lei la storia del cinema e che l’attrice ha lasciato non soltanto ai figli – nel qual caso specifican­do se siano un regalo dei rispettivi padri – ma agli amici più stretti, ai quali non risparmia neanche doni in denaro.

Alla sua amica e moglie dell’attore Yul Brynner, Doris, dona la spilla e gli orecchini di smeraldi e zaffiri di Bulgari, per un valore di 8 mila euro, mentre alla loro figlia, Victoria, di cui fu madrina, per non scontentar­la, va la spilla di Tiffany a forma di fiore, di platino tempestato di diamanti. Alle nipoti, invece, figlie dei fratellast­ri, regala oggetti che lei stessa aveva ereditato da sua madre, nonché loro nonna: tra cui una spilla, perle, zaffiri, candelabri d’argento e un olio su tela di piccole dimensioni che raffigura una farfalla. Segue poi l’e le nc o dell’eredità contante lasciata agli amici intimi, cui vanno dietro le indicazion­i sul patrimonio immobiliar­e dell’attrice, di cui esecutore e custode è sempre Givenchy, che si porta a casa anche due icone russe.

A PROPOSITO di case, oltre alla tenuta di Tolochenaz, detta “La Pasible”, venduta nel 2000, l’attrice belga lascia quella di Saanen e quella di Lully equamente divisa tra i figli, ma gestita dallo stesso Givenchy.

Ma a colpire restano i gioielli, come quelli di Bulgari, per un valore di 68 mila franchi svizzeri (58 mila euro) donati alla Motion Pictu- res Actors Home (casa di riposo per attori in California), che sommati agli altri lasciti sopra elencati fanno 137 mila euro, soltanto di piccoli oggetti.

Esclusi ovviamente quelli ereditati dai figli e quelli già messi all’asta lo scorso 27 settembre dai due eredi, tra cui pezzi di Hollywood, come i suoi migliori abiti di scena, e il bocchino di My Fair Lady. Un lotto che com- prendeva 500 oggetti e che i figli hanno voluto mettere a disposizio­ne dei fan: dalla valigia con cui l’attrice partì per Londra nel 1948 per sfondare nel mondo dello spettacolo, ai copioni originali con le note della Hebpurn a margine, primo, quello di Colazione da Tiffany, venduto a 520 mila sterline. Ma i fortunati avventori dell’asta di Christie’s si sono potuti aggiudicar­e anche piccoli cimeli come accendini e portacipri­a con le sue iniziali, o le lettere scritte direttamen­te da lei, o la sua telecamera portatile con cui amava riprendere la sua vita. Ma il prezzo più alto l’hanno raggiunto tre abiti da cocktail di Givenchy aggiudicat­i rispettiva­mente per 3 mila, 48 mila e 10 mila sterline. In effetti, restava da litigarsi solo il nome.

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A sinistra, il figlio maggiore Sean Hepburn Ferrer nel 1972 all’uscita di scuola. Sopra, la madre Audrey in “Colazione da Tiffany”
Olycom/ LaPresse Le ultime volontà A sinistra, il figlio maggiore Sean Hepburn Ferrer nel 1972 all’uscita di scuola. Sopra, la madre Audrey in “Colazione da Tiffany”

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