Il Fatto Quotidiano

Sicilia La “sperimenta­zione” Miccichè costerà molto cara a Nello Musumeci

- FRANCA NICOLETTI LUIGI FERLAZZO NATOLI PIETRANGEL­O BUTTAFUOCO ROBERTO MARIA BACCI

Fatto Quot- Desidero sottoporre al diano alcuni quesiti. Consoli dice di essersi incontrato a Laterina a casa dell’ex “minestrina” Boschi e che lei non ha proferito parola, anzi, se n’è andata. Che strano!

La Boschi rivela – come una qualsiasi verginella vendicativ­a – che Vegas la invitò a casa sua alle otto di mattina, ma lei rifiutò. E tutti i giornalist­i del “pollaio” subito a pensare a secondi fini, soprattutt­o la Gruber e Beppe Severgnini. Come se la piccola Cappuccett­o Rosso avesse scampato il pericolo di finire nelle fauci del lupo cattivo! Sono davvero loro che, da giornalist­i, dovrebbero informare? Siamo messi male!

Per fortuna, io leggo sull’insostitui­bile Fatto Quotidiano, che il giorno prima era stata lanciata un’Opa a Banca Etruria e che quell’orario “strano” precedeva l’apertura dei mercati. Questo mi fa pensare che prima di quel giorno ci fossero stati altri contatti, direi quasi una complicità di scambi. Altrimenti quel giorno non c’era motivo di darsi un simile appuntamen­to.

Non si vergogna quella signorina “non mi toccare che chiamo la mamma” a lanciare fango per nascondere la verità?

La Boschi accusa Di Maio di averla accusata di essere come Mario Chiesa, cioè corrotta. Segue ennesima querela? Ci è o ci fa? Dal discorso di Di Maio ho capito che lui intendeva che, così come Mario Chiesa ha iniziato Tangentopo­li, in egual modo la Boschi, per altri motivi, ha dato l’avvio a Bancopoli. E non certo che la Boschi è corrotta. In ultimo, si parla e si scrive che la povera Boschi, in quanto donna, è oggetto di continue critiche esagerate e che va difesa da tutti quegli attacchi “sessisti” perchè non se ne può più. Sono proprio gli stessi politici e giornalist­i che sparano ogni giorno su Virginia Raggi da più di un anno, senza pietà e senza sentirsi sessisti. SI È SEMPRE DETTO (con buona pace di chi non vuole riconoscer­lo) che la Sicilia abbia storicamen­te anticipato le future alleanze nazionali e i conseguent­i governi, e ciò perlomeno dal Milazzismo a oggi. E, pertanto, l’elezione a presidente dell’Ars (Assemblea regionale siciliana) di tale Miccichè (uomo cerniera tra Dell’Utri e Berlusconi) coi voti decisivi di parte del Pd, conferma al contrario quanto detto (pochi giorni prima dell’elezione dello stesso Miccichè), sia pure tartufesca­mente dall’ancora segretario del Pd Matteo Renzi, e cioè “mai alleanze con FI”, come dire mai alleanze con Berlusconi.

Orbene, l’elezione di Miccichè prelude, secondo me, proprio all’accordo pre e post elettorale del Pd con FI e, quindi, anche al governo Pd-FI con buona pace delle fake news renziane. GENTILE LUIGI, più che anticipare, la Sicilia sperimenta. È un laboratori­o, appunto. Il Milazzismo che lei ricorda, ovvero l’alleanza di governo tra i comunisti e i missini (sinistra e destra) servì per aggirare lo strapotere democristi­ano eleggendo Silvio Milazzo alla presidenza, ma ebbe esito solo nell’isola. Per non ripetersi mai più. Quello che è successo recentemen­te, e cioè l’elezione di Gianfranco Miccichè alla presidenza del parlamento siciliano, rientra nella dinamica della sperimenta­zione e aggiorna la metodologi­a: mentre alcuni deputati di destra negano il voto a Miccichè, il candidato del centrodest­ra, altri parlamenta­ri – specificat­amente di sinistra, Pd – corrono in suo soccorso. La vittoria in assemblea di Miccichè non è però il preludio a una futura alleanza tra Renzi e Berlusconi. Il leader del Pd, infatti, pesantemen­te azzoppato dalle La telenovela sulle “mancate pressioni” del potere Pd sui vari soggetti che avrebbero dovuto controllar­e la situazione di Banca Etruria continua.

Nella puntata di ieri il non amato (dal Pd) governator­e di Bankitalia, Ignazio Visco, racconta che anche Renzi, oltre alla Boschi, chiese informazio­ni e si mostrò preoccupat­o per Banca Etruria e per l’eventuale acquisto da parte della Popo- vicende di ieri, potrà soltanto aggrappars­i ai propri cocci. Berlusconi, al contrario, non potrà che allearsi con la signora Meloni e con il riluttante Salvini. Quel riuscire a sedersi di Miccichè, sullo scranno più alto di palazzo de’ Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, è piuttosto un errore. Un errore politico di Nello Musumeci, il governator­e. Certo, Musumeci ha tenuto fede a un accordo, ma averlo rispettato già gli costa molto più di una doverosa rottura. Per dirla con una metafora siciliana, Musumeci s’è messa l’acqua dentro per avere il contatore fuori: tutti andranno a prendergli l’acqua a sbafo ma il conto, salatissim­o, lo pagherà lui. Solo lui. lare di Vicenza. L’elemento innovativo e decisament­e folklorist­ico della puntata in questione è la manifestat­a preoccupaz­ione da parte di entrambi per le sorti dell’industria orafa di Arezzo nel caso in cui il suddetto acquisto fosse andato in porto.

Ma, insistono, non volendo comprender­e la comicità di tali asserzioni, nel continuare ad asserire che non hanno mai fatto pressioni. In effetti, per fortuna, almeno non hannomai usato armi o altri sistemi minatori pesanti. Continuano a fingere di non capire, nelle loro tesi difensive, che quando si ricoprono posti di potere, anche nelle nomine di quelli con cui si sta parlando, non è necessario ricorrere alla violenza o ad altri sistemi coercitivi, basta, come si diceva un tempo, la parola.

È sufficient­e infatti esprimere preoccupaz­ione per un tale evento o desiderio per la realizzazi­one di La lente d’ingrandime­nto sui corsi del consiglier­e di stato Francesco Bellomo alle aspiranti magistrate sta mettendo sempre più a fuoco un “sistema” meschino di interessi a sfondo sessuale.

Il tutto è stato svelato grazie a un esposto del padre di una studentess­a .

C’è da chiedersi, però, se si tratta di un caso isolato o se all’interno della magistratu­ra certe “prassi” sono “sistema”.

Se è “sistema” è un dramma, ma se è un caso isolato è comunque triste che nessuno prima d’ora sapesse nulla dell’andazzo o abbia mai avuto il coraggio di denunciare miserie simili.

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LaPresse Il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè

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