Lotti ce l’ha fatta: regala a Malagò la presidenza del Coni fino al 2025
Eterni Passa la legge per il terzo mandato
Giovanni
Malagò ha trovato sotto l’albero il regalo di Natale che desiderava: un altro quadriennio alla guida dello sport italiano. Giusto in tempo per la fine della legislatura, il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge sul numero di mandati per le cariche sportive: un provvedimento atteso da tempo, che porterà un po’ di rinnovamento nelle Federazioni, ma consentirà anche al grande capo del Coni di rimanere in carica fino al 2025, se ne avrà voglia.
LA NUOVA LEGGE p re v e d e l’introduzione di un tetto di tre mandati per tutti gli incarichi sportivi del Paese. In precedenza non esisteva alcun limite, e così è successo che i presidenti potessero farsi rieleggere quasi in eterno: il record attualmente è dei senatori Luciano Rossi e Sabatino Aracu, numeri uno di tiro a volo e pattinaggio a rotelle dal 1993. Qualcuno, come il compianto Domenico Pellicone, storica guida del judo, è addirittura morto in carica dopo 33 anni di presidenza. Ora, invece, tutti avranno a disposizione tre quadrienni olimpici, come accade a livello internazionale. E poi dovranno farsi da parte.
Il Coni, però, un limite ce l’aveva già ed era di due mandati: così Malagò, eletto la prima volta nel 2013 e rieletto lo scorso maggio, ne avrà a disposizione un terzo. Il capo del Comitato olimpico aveva messo la riforma in cima alla sua lista. E i suoi desideri quasi sempre vengono accontentati. È toccato a Luca Lotti ve- stire i panni di Babbo Natale. Il ddl firmato dal Pd era già stato approvato alla Camera a settembre, ma poi si era arenato al Senato. Con la fine della legislatura imminente, il renzianissimo ministro dello Sport aveva provato in maniera maldestra a infilare la norma all’interno della manovra, tentativo respinto dalla Commissione bilancio della Camera.
POI AL FORO ITALICO e a Palazzo Chigi avevano pensato addirittura a un emendamento ad personamche fosse solo per il Coni e non per le Federazioni: il testo era stato pure preparato, ma sarebbe stata una forzatura troppo grossa. Persino per Malagò, che ha preferito evitare. Così si è deciso di tornare alla soluzione di partenza: il ddl giacente a Palazzo Madama, ca-
lendarizzato e approvato a tempo di record negli ultimi giorni di legislatura. Prima dello Ius soli, al posto dei vitalizi che non saranno mai votati.
Tutti d’accordo, dal Pd a Forza Italia, nel dire sì. Solo il Movimento 5 Stelle ha votato contro, denunciando le “pressioni lobbistiche del Coni”. Il ministro Lotti, invece, rivendica i suoi meriti: “È una misura storica che abbia- mo fortemente voluto”. “Il governo ha mantenuto la parola”, gli dà atto il numero uno del Coni. Per il rinnovamento nelle Federazioni, comunque, bisognerà aspettare il 2025, visto che la fase transitoria concede un mandato “extra” ai presidenti in carica al momento dell’entrata in vigore che hanno già superato il limite. Intanto continua l’era Malagò.