Scontro fratricida LeU-dem in Puglia
Caso D’Alema, Vendola&C. possono bruciare nei collegi Emiliano, il pd “anti-Renzi”
Tutto come previsto. Si candida con Liberi e Uguali (“anzi Libere e Uguali”) Laura Boldrini ed è “disponibile” pure Massimo D’Alema: “Non in generale, ma solo se i miei elettori lo vorranno e i miei elettori sono quelli del Salento. Io sono sempre stato fedele, sono sempre stato un parlamentare della Puglia”, ha scandito ieri mattina l’ex premier su Radio Capital.
E PROPRIO l’accenno del fu Leader Massimo porta allo scoperto uno dei paradossi possibili della prossima campagna elettorale: il caso Puglia. È in quella regione che sono politicamente basati, infatti, due dei pezzi da novanta della formazione a sinistra del Pd con relative truppe e clientele: D’Alema, come detto, e l’ex governatore Nichi Vendola. Che siano o meno candidati in prima persona la forza elettorale di Liberi e Uguali in Puglia dovrebbe essere superiore alla sua media nazionale: non è un caso, dunque, che i sondaggi per collegio del Nazareno siano preoccupantissimi. La situazione è plasticamente descritta dall’ultima rilevazione dell’Ipsos di Nando Pagnoncelli pubblicata sul Cor- riere della Sera mercoledì: dei 16 collegi uninominali pugliesi il Partito democratico oggi se ne aggiudicherebbe zero, 11 andrebbero al centrodestra e 5 al Movimento 5 Stelle. E questo in una regione in cui il Pd esprime il governatore e il sindaco del capoluogo.
E QUI C’È IL VERO paradosso della vicenda. In Puglia, infatti, dovrebbero essere candidati - se Renzi rispetterà gli impegni presi - gli uomini del presidente della regione Michele Emiliano, l’unica minoranza interna in aperta opposizione dentro al Pd e, anche per questo, interlocutore naturale della forza che si candida alla sinistra del segretario democratico con l’obiettivo non troppo nascosto (anche) di archiviarne la carriera politica.
Una lotta senza quartiere per il voto di centrosinistra in Puglia, insomma, rischia di indebolire non Matteo Renzi ma un suo oppositore interno pregiudicando anche gli spazi di manovra che i leader di LeU si augurano possano aprirsi dopo le elezioni.
Al momento, però, assicurano fonti dei due partiti, accordi anche informali di desistenza non sono neanche ipotizzabili: Liberi e Uguali - che ovviamente non ha speranze di vincere alcun collegio maggioritario - ha bisogno di tutti i voti che riesce a raccattare per ottenere un buon risultato almeno nel proporzionale e non può permettersi di fare concessioni di nessun genere. “Sarà un disastro”, è il facile vaticinio di un uomo vicino al governatore Emiliano.
LAURA BOLDRINI
La legislatura sta finendo, non il mio impegno: il mio viaggio continuerà con Liberi e Uguali