Il Fatto Quotidiano

“Palazzi, chat hot falsificat­a” Ma resta indagato per i soldi

Salvato La vicepresid­ente di “Mantua me genuit” ammette di aver taroccato i messaggi. La Procura: “Archiviare la tentata concussion­e”

- » DAVIDE MILOSA

Colpo di scena a Mantova. A meno di un mese dall’i sc ri zi on e nel registro degli indagati, la Procura ieri ha chiesto l’archiviazi­one per il sindaco Pd Mattia Palazzi accusato di tentata concussion­e continuata. È la storia dei messaggini hot inviati alla vicepresid­ente dell’associazio­ne culturale “Mantua me genuit”. Richieste, era scritto nel capo d’accusa, di carattere sessuale per non intralciar­e l’attività dell’a sso ci azi on e. Non solo: anche fondi che però mai sono arrivati. Tutto questo a partire dal novembre del 2016 e per quasi un anno. Ora però l’accusa è crollata, almeno nell’ipotesi della Procura che dovrà essere vagliata dal giudice. Ma che il castello sia venuto giù appare evidente, visto che a demolirlo è stata due giorni fa la presunta vittima della tentata concussion­e Elisa Nizzoli. La donna, sentita dal procurator­e Manuela Fasolato, ha messo nero su bianco l’incredibil­e verità.

ECCOLA: quei messaggi ricevuti da Palazzi sono stati modificati dalla stessa Nizzoli. Il contenuto resta piccante ma del tutto privato. L’appendice pubblica e politica, che configurav­a il reato, è stata aggiunta dalla donna. Tra queste l’ormai nota frase “stai alle regole” scritta da Palazzi (ora sappiamo inventata). La Nizzoli così ha girato le chat modificate al- la presidente dell’associazio­ne Cinzia Goldoni, che a sua volta le ha fatte arrivare al consiglier­e di Forza Italia Giuliano Longfils, il quale, del tutto ignaro della macchinazi­one, ha mandato un esposto alla Procura. Esposto che ha poi prodotto l’avvio dell'inchiesta. Così se da un lato restano i contenuti a sfondo sessuale, dall’altro si sgonfia l’accusa, grave, della tentata concussion­e. Ora, poi, la Nizzoli che non ha mai attaccato il sindaco e lo ha sempre difeso, da presunta vittima è passata a indagata con l’accusa di false comunicazi­oni ai pubblici ministeri. Insomma la svolta appare incredibil­e e inaspettat­a.

La Nizzoli, che vive vicino a Mantova, nel 2016 ha fatto campagna elettorale per l’attuale capo di gabinetto di Palazzi, candidato ma perdente nel Comune di Marcaria. Resta da capire il movente di una tale falsificaz­ione. L’inchiesta lampo, merito di carabinier­i e Procura, ha preso una direzione ben precisa due settimane fa, quando gli investigat­ori hanno chiuso il cerchio attorno a dieci chat, che fin da subito sono apparse sospette.

DA QUI L'IPOTESI che fossero state modificate. Ipotesi confermata dalla stessa Nizzoli, la quale, dopo aver provato a mantenere il punto, davanti al procurator­e ha confessato, tenendo per sé, però, il motivo della sua condotta. “Ho vissuto un incubo – ha spiegato ieri Palazzi

– ma ho sempre avuto fiducia nella magistratu­ra e ringrazio la Procura per la velocità e la serietà delle indagi ni”. Sulla vicenda è intervenut­o anche il segretario del Pd nonché mentore dello stesso Palazzi. Renzi, che durante l’indagine non ha mai speso parole di solidariet­à per il sindaco, ieri ha spiegato: “Mattia Palazzi era stato indagato per una vicenda di sms privati e alcune opposizion­i lo avevano attaccato in modo violento, con il consueto giustizial­ismo a giorni alterni”. Ma per un’accusa che cade, un’altra resta. Palazzi è an- cora indagato per abuso d’ufficio. Il reato contestato riguarda i fondi dati dal Comune alle associazio­ni culturali nel 2016 e nel 2017. Fin da subito, questo secondo filone è parso il più robusto rispetto alla tentata concussion­e. L’accusa è scattata dopo che il 7 dicembre scorso i carabinier­i sono andati in Comune e hanno sequestrat­o decine di determine riguardant­i il settore della cultura. Sotto la lente sono così finiti gli oltre 2milioni di euro usciti dalle casse di via Roma nel 2016 e tutti andati a diverse associazio­ni culturali, molte della galassia Arci, di cui Palazzi è attuale membro del direttivo nazionale, carica che, va detto, non costituisc­e un conflitto reale d’interessi. Sul tavolo, infine, resta un secondo esposto che riguarda un’ipotesi di peculato sempre per Palazzi e, si legge nel documento, per aver utilizzato a fini privati almeno due messi comunali. Si tratta del caso passato alle cronache come l’incidente della bresaola.

Scambi sospetti Secondo i carabinier­i dieci sms sono stati modificati dalla donna, ora sotto accusa

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Il sindaco Mattia Palazzi indagato per abuso di ufficio rispetto ai fondi dati ad alcune associazio­ni
LaPresse In sella Il sindaco Mattia Palazzi indagato per abuso di ufficio rispetto ai fondi dati ad alcune associazio­ni
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