“Palazzi, chat hot falsificata” Ma resta indagato per i soldi
Salvato La vicepresidente di “Mantua me genuit” ammette di aver taroccato i messaggi. La Procura: “Archiviare la tentata concussione”
Colpo di scena a Mantova. A meno di un mese dall’i sc ri zi on e nel registro degli indagati, la Procura ieri ha chiesto l’archiviazione per il sindaco Pd Mattia Palazzi accusato di tentata concussione continuata. È la storia dei messaggini hot inviati alla vicepresidente dell’associazione culturale “Mantua me genuit”. Richieste, era scritto nel capo d’accusa, di carattere sessuale per non intralciare l’attività dell’a sso ci azi on e. Non solo: anche fondi che però mai sono arrivati. Tutto questo a partire dal novembre del 2016 e per quasi un anno. Ora però l’accusa è crollata, almeno nell’ipotesi della Procura che dovrà essere vagliata dal giudice. Ma che il castello sia venuto giù appare evidente, visto che a demolirlo è stata due giorni fa la presunta vittima della tentata concussione Elisa Nizzoli. La donna, sentita dal procuratore Manuela Fasolato, ha messo nero su bianco l’incredibile verità.
ECCOLA: quei messaggi ricevuti da Palazzi sono stati modificati dalla stessa Nizzoli. Il contenuto resta piccante ma del tutto privato. L’appendice pubblica e politica, che configurava il reato, è stata aggiunta dalla donna. Tra queste l’ormai nota frase “stai alle regole” scritta da Palazzi (ora sappiamo inventata). La Nizzoli così ha girato le chat modificate al- la presidente dell’associazione Cinzia Goldoni, che a sua volta le ha fatte arrivare al consigliere di Forza Italia Giuliano Longfils, il quale, del tutto ignaro della macchinazione, ha mandato un esposto alla Procura. Esposto che ha poi prodotto l’avvio dell'inchiesta. Così se da un lato restano i contenuti a sfondo sessuale, dall’altro si sgonfia l’accusa, grave, della tentata concussione. Ora, poi, la Nizzoli che non ha mai attaccato il sindaco e lo ha sempre difeso, da presunta vittima è passata a indagata con l’accusa di false comunicazioni ai pubblici ministeri. Insomma la svolta appare incredibile e inaspettata.
La Nizzoli, che vive vicino a Mantova, nel 2016 ha fatto campagna elettorale per l’attuale capo di gabinetto di Palazzi, candidato ma perdente nel Comune di Marcaria. Resta da capire il movente di una tale falsificazione. L’inchiesta lampo, merito di carabinieri e Procura, ha preso una direzione ben precisa due settimane fa, quando gli investigatori hanno chiuso il cerchio attorno a dieci chat, che fin da subito sono apparse sospette.
DA QUI L'IPOTESI che fossero state modificate. Ipotesi confermata dalla stessa Nizzoli, la quale, dopo aver provato a mantenere il punto, davanti al procuratore ha confessato, tenendo per sé, però, il motivo della sua condotta. “Ho vissuto un incubo – ha spiegato ieri Palazzi
– ma ho sempre avuto fiducia nella magistratura e ringrazio la Procura per la velocità e la serietà delle indagi ni”. Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario del Pd nonché mentore dello stesso Palazzi. Renzi, che durante l’indagine non ha mai speso parole di solidarietà per il sindaco, ieri ha spiegato: “Mattia Palazzi era stato indagato per una vicenda di sms privati e alcune opposizioni lo avevano attaccato in modo violento, con il consueto giustizialismo a giorni alterni”. Ma per un’accusa che cade, un’altra resta. Palazzi è an- cora indagato per abuso d’ufficio. Il reato contestato riguarda i fondi dati dal Comune alle associazioni culturali nel 2016 e nel 2017. Fin da subito, questo secondo filone è parso il più robusto rispetto alla tentata concussione. L’accusa è scattata dopo che il 7 dicembre scorso i carabinieri sono andati in Comune e hanno sequestrato decine di determine riguardanti il settore della cultura. Sotto la lente sono così finiti gli oltre 2milioni di euro usciti dalle casse di via Roma nel 2016 e tutti andati a diverse associazioni culturali, molte della galassia Arci, di cui Palazzi è attuale membro del direttivo nazionale, carica che, va detto, non costituisce un conflitto reale d’interessi. Sul tavolo, infine, resta un secondo esposto che riguarda un’ipotesi di peculato sempre per Palazzi e, si legge nel documento, per aver utilizzato a fini privati almeno due messi comunali. Si tratta del caso passato alle cronache come l’incidente della bresaola.
Scambi sospetti Secondo i carabinieri dieci sms sono stati modificati dalla donna, ora sotto accusa