“Massoni 4 assessori su 5 nella città di Messina Denaro”
Cosche e grembiulini La commissione Antimafia: “Nelle Logge 193 indagati” Bindi: “Rapporti anche ai tempi delle stragi”. Allarmante il caso Castelvetrano
ÈClaudio Fava a mettere le mani nel piatto e a sottolineare virtù e difetti della relazione della Commissione parlamentare antimafia sui rapporti tra mafie e massoneria. “L'inchiesta è stata condotta su elenchi pubblici – dice il vicepresidente della Commissione –, ma ci sono nomi segreti e una cultura orale su cui poco si sa”.
UN’ OTTANTINA di pagine, mesi di audizioni e lettura di importanti inchieste giudiziarie sui rapporti tra boss e “grembiulini”, per scoprire una realtà nota da anni: le logge sono la “camera di compensazione” dove si ritrovano, in Sicilia e Calabria, in modo particolare, boss e massoni, uomini delle istituzioni e imprenditori, Stato e antistato. Su tutto, ancora oggi, prevalgono silenzi, omertà, appelli al rispetto della privacy e alla libertà di associazione. Stefano Bisi, Gran maestro del Grande Oriente d’Italia” (Goi) nei mesi passati ha chiesto di essere sentito dalla Commissione, ma “l’atteggiamento assunto dal gran maestro” si legge nella relazione B indi ,“lungi da ll ’ apparire trasparente e collaborativo nel perseguimento dell’obiettivo di impe- dire l’inquinamento mafioso di lecite e storiche associazioni private, si rivelava di netta chiusura e di diffidenza verso l’Istituzione. Si ricavava anche l’unanime rifiuto di consegnare alla Commissione gli elenchi degli iscritti alle rispettive obbedienze, invocando le più disparate ragioni, da parte di tutti, la legge sulla privacy che li avrebbe obbligati a mantenere riservati i nominativi degli accoliti, pena la violazione di norme dello Stato”.
È l’incredibile chiusura della massoneria ufficiale che ha indotto la Commissione a lavorare molto sulle inchieste giudiziarie (soprattutto in Sicilia e Calabria). Il quadro che emerge è allarmante. “Sono 193 i soggetti indicati dalla Direzione nazionale antimafia come iscritti in procedimenti penali”, scrive l’Antimafia.
Preoccupante la situazione in Sicilia. A Trapani trenta annido pola scoperta della Loggia“Iside 2”, scrive l’ Antimafia,
“si torna a parlare di massoneria quale possibile chiave perla composizione di interessi mafiosi, politici e imprenditoriali compresi quelli riconducibili a Matteo Messina Denaro”. Caso llarmante quello di
Caste lv etra no (Trapani), il regno del superlatitante dove ieri sono stati condannati tre dei suoi “postini”. Qui ci sono 6 logge sulle 19 censite a Tra panie“nell’ amministrazione comunale c’ è una elevata presenza di iscritti alla massoneria tra gli assessori (4 su 5), i consiglieri (7 su 30) e tra i dirigenti e gli impiegati”. Per Bindi ci sono indizi che il rapporto tra la massoneria e la mafia “si sia verificato anche nella stagione delle stragi, ci sono segnali inquietanti”.
Elenchi segreti Le “obbedienze” ufficiali non hanno collaborato Fava: “Si sa ancora poco”
IN CALABRIA la connessione tra boss e massoni è un dato ormai storico, riconducibile agli anni della Rivolta di Reggio, fino alla costituzione della “Santa”. Ora, come rivelano le ultime inchieste della Procura di Reggio Calabria, è il momento degli “invisibili” e di luoghi ancora più inaccessibili dove interessi mafiosi e imprenditoriali si incontrano con la politica e le istituzioni. “Non tutti i massoni sono delinquenti, ma tutti i delinquenti sono massoni”, la relazione della Commissione si conclude con le parole che alla fine del 1800 scrisse il deputato Felice Cavallotti. Parole di una inquietante attualità.