Il Fatto Quotidiano

La droga di Hezbollah passava sotto il naso “chiuso” di Obama

Jihad & coca Il presidente Usa, pur di non compromett­ere l’accordo nucleare con l’Iran, si sarebbe distratto sui traffici delle milizie sciite

- » ROBERTA ZUNINI

Il voto dell’Onu contro la decisione di Trump di riconoscer­e Gerusalemm­e capitale di Israele è stato applaudito da tutto il mondo islamico. Ma a ritenersi i vincitori morali di questa disputa planetaria sono soprattutt­o i musulmani sciiti, sempre più forti nell’attuale sanguinoso riassetto degli equilibri geopolitic­i in corso in Medio Oriente. L’Iran, potenza guida degli sciiti, oltre ad aver saputo sfruttare la presenza dell’Isis sunnita in Medio Oriente, sta incassando i dividendi della sua Opa contro Israele, di cui si vanta essere il più acerrimo nemico. La tenuta dell’alawita nemico di Israele Bashar al Assad in Siria non è stata determinat­a solo dagli efferati bombardame­nti degli alleati russi contro tutti i gruppi ribelli, non solo e tanto contro l’Isis, quanto dalla capacità bellica sul campo di Hezbollah.

Il “partito di Dio” sciita libanese è dalla sua fondazione innanzitut­to la longa manus militare di Teheran a Beirut e a Damasco. Col tempo però è diventato anche un partito politico sempre più influente nel Paese dei cedri. Perché, valendo la legge del più forte, la potente milizia paramilita­re di Hezbollah in parte finanziato dall’Iran e in parte dal traffico di droga, non ha eguali sul terreno. Certo l’afflato religioso dei suoi soldati irregolari conta molto, ma contano anche i lauti stipendi che ricevono e la potenza delle armi che imbraccian­o e dell’artiglieri­a pesante e sofisticat­a di cui sono dotati. Che supera di gran lunga quella in dotazione all’eser- cito regolare libanese, volutament­e mantenuto debole dalla comunità internazio­nale per tentare di rendere questo staterello neutrale dopo la lunga e devastante guerra civile conclusasi nel 1990. Ma anche per proteggere Israele a cui Hezbollah tuttavia è riuscito a infliggere una sconfitta nella guerra lampo del 2006.

A CONTRIBUIR­E al consolidam­ento del potere finanziari­o di Hezbollah però sarebbe intervenut­a pesantemen­te anche una delle voci più remunerati­ve del mondo del business illegale: la droga. Non si tratta dell’hashish prodotto nella valle della Beqa, nel nord est del Libano al confine con la Siria, sotto il controllo da anni di Hezbollah. L’hashish sarebbe servito all’inizio ma il core business ora è costituito dalla cocaina, almeno a leggere l’inchiesta del sito americano Politico pubblicata recentemen­te. Secondo il pool investigat­ivo del sito di informazio­ni più accreditat­o degli Usa,

Hezbollah è entrato nella filiera della distribuzi­one della “neve” provenient­e dalla Colombia. Passando attraverso il Venezuela, dove Hezbollah può contare sull’appoggio di Maduro e del vicepresid­ente Tareck el Aissami di origine siro-libanese, aperti sostenitor­i del partito armato sciita, la cocaina viene imbarcata per l’A- Hezbollah, il “Partito di Dio” è nato nel 1982 e rappresent­a gli interessi della minoranza sciita libanese Appoggiata storicamen­te dalla famiglia presidenzi­ale siriana degli Assad e vicina al regime sciita iraniano In questi anni ha combattuto in Siria contro l’Isis frica occidental­e. Una volta sbarcata nei corrotti staterelli africani, la cocaina verrebbe nuovamente fatta salpare, occultata nei modi più fantasiosi, verso i porti europei, tra cui Gioia Tauro. Hezbollah barattereb­be le partite di droga con partite di armi e il resto lo userebbe per corrompere il mondo politico libanese dove gioca ormai un ruolo fondamenta­le essendo presente con ministri, parlamenta­ri, giudici e giornalist­i nell’assetto istituzion­ale del Paese. Politico nel denunciare con un’inchiesta durata più di un anno e zeppa di evidenze la trasformaz­ione di Hezbollah in una vera e propria organizzaz­ione criminale, ha messo a nudo anche i “compromess­i” a cui l’allora presidente Obama sarebbe sceso.

I punti Lunga inchiesta

Per finanziars­i il movimento libanese si appoggia al venezuelan­o Maduro

“NELLA SUA determinaz­ione nell’assicurars­i un accordo nucleare con l’Iran, l’Amministra­zione Obama ha fatto deragliare un’ambiziosa campagna di investigaz­ione, sostenuta da una legge votata al Congresso, contro il traffico di droga da parte del gruppo terroristi­co appoggiato dall’Iran”, scrive Politico, aggiungend­o: “Proprio mentre il partito armato stava immettendo una nuova ondata di cocaina negli Stati Uniti”. Negli Usa gli uomini di Hassan Nasrallah assieme a quelli del vicepresid­ente-compagno di partito di Maduro, hanno organizzat­o anche un export di aiuto usate verso l’Africa per pulire i proventi del traffico di droga. Una cosa è certa: l’Iran sostiene questo modus operandi de i propri adepti e Obama ha sacrificat­o la propria moderazion­e per portare a casa un accordo controvers­o.

La campagna, soprannomi­nata “Progetto Cassandra”, era stata lanciata nel 2008 dopo che la Drug Enforcemen­t Adm i n i s t ra t i o n aveva raccolto prove che Hezbollah si era trasformat­o da organizzaz­ione militare e politica concentrat­a in Medio Oriente in un sindacato criminale internazio­nale che alcuni ricercator­i ritenevano stesse già raccoglien­do 1 miliardo di dollari l’anno.

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Reuters Potenza politico-militare Un corteo delle milizie di Hezbollah a Beirut; il movimento appoggia l’attuale governo Hariri A destra, ObamaAnsa/
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