Il Fatto Quotidiano

Meno male che c’è il calcio a salvarci dall’ennesima cena

- » PAOLO ZILIANI

ppur s’è mosso!”, avrebbe detto di lui Galileo Galilei al tribunale dell’Inquisizio­ne del Pallone. Dove per “lui” s’intende Carlo Tavecchio, il dimissiona­rio presidente della Figc travolto dallo tsunami della mancata qualificaz­ione al Mondiale in Russia 2018: l’omino irriso e sbertuccia­to da tutti al quale nessuno oggi è disposto a riconoscer­e le poche, ma concrete, cose buone realizzate nella sua pur folclorist­ica e sgangherat­a reggenza del carrozzone del calcio italico. Eh sì, perché se gli effetti dell’apertura al Var sono sotto gli occhi di tutti (l’Italia, con la Germania, è stato il primo Paese a chiederne l’introduzio­ne: con enorme sollievo di tre quarti di Paese, ricordando le cupe ere di Calciopoli e dintorni) e non c’è campionato, dalla Liga alla Ligue 1 alla Premier League, che non attenda di imitarci – e lo stesso dicasi per l’imminente Mondiale in terra di Russia –, del tutto sotto silenzio è passata un’altra importante innovazion­e targata Tavecchio: e cioè le partite sotto l’albero di Natale, davanti al presepe e sotto i botti di fine anno, da sempre prerogativ­a della Premier League inglese, che fra pochi giorni allieteran­no anche le nostre feste.

E INSOMMA: se i lunghi, angosciant­i, spossanti giorni delle festività natalizie saranno quest’anno un po’ meno terribili, e potremo sentirci meno in trappola tra tacchini ripieni e parenti che spuntano ovunque come funghi, il merito sarà indubitabi­lmente suo, di nonno Tavecchio, che per la prima volta dopo una vita ci permetterà di dire a suoceri e zii scusate tanto, c’è una partita in tv, buon proseguime­nto di cenone: ci vediamo dopo.

Per chi non ne fosse informato: il calcio italiano, che da tempo immemore chiudeva i battenti qualche giorno prima della nascita del Bambinello per riaprirli a Befana ripartita, quest’anno, anno di grazia (o di disgrazia?) 2017, non smetterà di tenerci compagnia praticamen­te mai. Il giorno di Santo Stefano ci godremo Lazio- Fiorentina quarto di finale di Coppa Italia, il giorno dopo, il 27, ci regalerann­o addirittur­a un derby, Milan-Inter (sempre Coppa Italia); il 30, anti-vigilia di Capodanno, scenderann­o in campo tutte le squadre di Serie A e potremo scegliere tra un Fiorentina- Milan, un Verona-Juventus o un Inter- Lazio ( mentre Crotone-Napoli anticipera­nno di un giorno). Il tempo di un cin cin a San Silvestro ed ecco altre due partite da leccarsi i baffi: ancora per la Coppa Italia (quarti di finale) con Napoli-Atalanta il giorno 2 e un derby coi fiocchi ( magari fiocchi di neve) il giorno 3, Juventus-Torino. Finita qui? Macché. Il 5 gennaio, vigilia di Epifania, la Serie A ci regalerà un Fiorentina-Inter tutto da vedere; e l’indomani la Befana ci porterà Cagliari-Juventus, Roma-Atalanta, Napoli-Vero- na, Torino- Bologna, Milan-Crotone.

Insomma: fermo restando che i picchi di “fedeltà agli aficionado­s” del campionato inglese non li raggiunger­emo mai (in Premier quest’anno West Bromwich e Arsenal scenderann­o in campo la sera del 31: se l’arbitro concederà un lungo recupero, Cech, Sanchez, Ramsey e Lacazette rischiano di brindare all’anno nuovo sotto la doccia), per una volta i calciatori italiani, abituati a svacanzare al caldo sole delle Maldive o delle Seychelles, ci terranno compagnia, al freddo e al gelo (loro) e spaparanza­ti sul divano (noi), da Natale all’Epifania passando per Santo Stefano, San Silvestro e Capodanno, il tutto col benestare del sindacato e di ogni altra componente federale. Davvero un bel regalo. Di quelli da non riciclare.

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