Meno male che c’è il calcio a salvarci dall’ennesima cena
ppur s’è mosso!”, avrebbe detto di lui Galileo Galilei al tribunale dell’Inquisizione del Pallone. Dove per “lui” s’intende Carlo Tavecchio, il dimissionario presidente della Figc travolto dallo tsunami della mancata qualificazione al Mondiale in Russia 2018: l’omino irriso e sbertucciato da tutti al quale nessuno oggi è disposto a riconoscere le poche, ma concrete, cose buone realizzate nella sua pur folcloristica e sgangherata reggenza del carrozzone del calcio italico. Eh sì, perché se gli effetti dell’apertura al Var sono sotto gli occhi di tutti (l’Italia, con la Germania, è stato il primo Paese a chiederne l’introduzione: con enorme sollievo di tre quarti di Paese, ricordando le cupe ere di Calciopoli e dintorni) e non c’è campionato, dalla Liga alla Ligue 1 alla Premier League, che non attenda di imitarci – e lo stesso dicasi per l’imminente Mondiale in terra di Russia –, del tutto sotto silenzio è passata un’altra importante innovazione targata Tavecchio: e cioè le partite sotto l’albero di Natale, davanti al presepe e sotto i botti di fine anno, da sempre prerogativa della Premier League inglese, che fra pochi giorni allieteranno anche le nostre feste.
E INSOMMA: se i lunghi, angoscianti, spossanti giorni delle festività natalizie saranno quest’anno un po’ meno terribili, e potremo sentirci meno in trappola tra tacchini ripieni e parenti che spuntano ovunque come funghi, il merito sarà indubitabilmente suo, di nonno Tavecchio, che per la prima volta dopo una vita ci permetterà di dire a suoceri e zii scusate tanto, c’è una partita in tv, buon proseguimento di cenone: ci vediamo dopo.
Per chi non ne fosse informato: il calcio italiano, che da tempo immemore chiudeva i battenti qualche giorno prima della nascita del Bambinello per riaprirli a Befana ripartita, quest’anno, anno di grazia (o di disgrazia?) 2017, non smetterà di tenerci compagnia praticamente mai. Il giorno di Santo Stefano ci godremo Lazio- Fiorentina quarto di finale di Coppa Italia, il giorno dopo, il 27, ci regaleranno addirittura un derby, Milan-Inter (sempre Coppa Italia); il 30, anti-vigilia di Capodanno, scenderanno in campo tutte le squadre di Serie A e potremo scegliere tra un Fiorentina- Milan, un Verona-Juventus o un Inter- Lazio ( mentre Crotone-Napoli anticiperanno di un giorno). Il tempo di un cin cin a San Silvestro ed ecco altre due partite da leccarsi i baffi: ancora per la Coppa Italia (quarti di finale) con Napoli-Atalanta il giorno 2 e un derby coi fiocchi ( magari fiocchi di neve) il giorno 3, Juventus-Torino. Finita qui? Macché. Il 5 gennaio, vigilia di Epifania, la Serie A ci regalerà un Fiorentina-Inter tutto da vedere; e l’indomani la Befana ci porterà Cagliari-Juventus, Roma-Atalanta, Napoli-Vero- na, Torino- Bologna, Milan-Crotone.
Insomma: fermo restando che i picchi di “fedeltà agli aficionados” del campionato inglese non li raggiungeremo mai (in Premier quest’anno West Bromwich e Arsenal scenderanno in campo la sera del 31: se l’arbitro concederà un lungo recupero, Cech, Sanchez, Ramsey e Lacazette rischiano di brindare all’anno nuovo sotto la doccia), per una volta i calciatori italiani, abituati a svacanzare al caldo sole delle Maldive o delle Seychelles, ci terranno compagnia, al freddo e al gelo (loro) e spaparanzati sul divano (noi), da Natale all’Epifania passando per Santo Stefano, San Silvestro e Capodanno, il tutto col benestare del sindacato e di ogni altra componente federale. Davvero un bel regalo. Di quelli da non riciclare.