Il Fatto Quotidiano

Oltre il cinepanett­one il cinema è alla frutta

- » NANNI DELBECCHI

Continuano a ripeterci “ormai le serie tv sono meglio del cinema”. Sarà anche vero, ma sarebbe più vero se ciò che nel secolo scorso abbiamo chiamato cinema esistesse ancora. Ma esiste? Il dubbio è legittimo se si osserva il cartellone di Natale, invaso come per il resto dell’anno da supereroi, superpolpe­ttoni e cartoni animati; per il resto triste, solitario e in spudorato declino come il Luna Park di Coney Island dove si svolge La ruota delle meraviglie; tra i più depressi film di Woody Allen, e nonostante ciò di gran lunga il più migliore (come direbbe il nostro ministro della Pubblica Istruzione) tra quelli in programmaz­ione.

Il dubbio che quella di Allen sia una metafora, la Coney Island degli anni Cinquanta come il cinema del Terzo millennio, diventa certezza se ci spostiamo in Italia. Per la prima volta a memoria di spettatore, il Natale non porta un titolo degno di questo nome. Caduta la foglia di fico di Checco Zalone, l’offerta si riduce a Poveri ma ricchissim­i con Christian De Sica, se- quel inguardabi­le di un regista invisibile, Natale da chef con Massimo Boldi sequel di se stesso, e Super Vacanze di Natale, spicilegio delle migliori parolacce, dei migliori doppisensi, dei migliori rutti di De Sica e Boldi negli ultimi 35 anni. Non siamo più al cinepanett­one, siamo proprio alla frutta. È cinema o è una presa in giro? Di fatto queste tre boiate pazzesche dopo una decina di giorni risultano già in via di estinzione dalle sale. Un’altra metafora? Fate un po’ voi.

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