Vergogna infinita: “Dell’Utri torni a casa per Natale”
Incredibile richiesta del Pg di Caltanissetta al processo di revisione
■ Intanto a Palermo i pm della Trattativa spiegano che Riina, dopo Capaci, decise di puntare su B. e Marcello. Il fratello Alberto: “Parlerà con Silvio, ma dirà addio alla politica”
Dopo la delusione per l’ennesimo “no” a ll a scarcerazione deciso dal Tribunale di sorveglianza di Roma per Marcello Dell’Utri, che chiede “giustizia e non la grazia” si apre un varco tra codici e norme e inizia il conto alla rovescia per una possibile “sospensione della pena”. L’ha chiesta la Procura generale di Caltanissetta guidata da Sergio Lari per l’ex senatore di Fi, oggi detenuto per scontare una condanna definitiva a sette anni per concorso in associazione mafiosa, e adesso l’ultima parola è affidata alla Corte di appello nissena.
LA DIFESA di Dell’Utri ha presentato l’istanza nel corso del giudizio di “revisione europea” avviato con i criteri previsti d al l ’ art. 11 dell’or d i na m e nt o giudiziario (e quindi Caltanissetta per i procedimenti di Palermo) in seguito alla sentenza della Corte di Giustizia europea che ha dichiarato la condanna inflitta, per lo stesso reato, all’ex numero due del Sisde Bruno Contrada, “improduttiva di effetti penali” (aprendogli la strada per il reintegro in polizia e il ripristino della pensione) in quanto al tempo della contestazione il reato previsto dagli articoli 110 e 416 bis del codice penale non era chiaro e lo sarebbe diventato solo nel ’94, con la pubblicazione della sentenza della Suprema Corte “Demitry” che lo ha tipizzato fissandone la giurisprudenza.
E mentre sia il procuratore generale nisseno che i difensori di Dell’Utri non commentano la richiesta dell’ufficio del pm, a parlare è il legale di Contrada, l’avvocato Stefano Giordano, fi- glio del Presidente del maxi-processo Alfonso Giordano, secondo cui la richiesta del pm “è un atto di grande civiltà giuridica perché la sentenza Contrada ha un valore sistemico per l’ordinamento penale italiano e sarebbe illogico e discriminatorio che ne beneficiasse il solo Bruno Contrada”.
Tra i due casi, però, solo apparentemente identici, esiste una differenza sostanziale evidenziata dalla Cassazione nella sentenza emessa a conclusione de ll’udienza dell’ 11 ottobre 2016 e depositata sette giorni dopo, con cui ha dichiarato “non idoneo” lo strumento dell’incidente di esecuzione, applicabile invece a Contrada: se le condotte contestate all’ex 007 del Sisde potevano essere riqualificate in un favoreggiamento, ciò non vale per Dell’U- tri: “Se nel caso del Contrada, in altre parole – ha scritto infatti la Suprema Corte – l’opzione qualificatoria più lieve era concretamente percorribile e aveva formato oggetto di rappresentazione, sì da essere fonte – an- che per il suo (ritenuto) mancato esame nei giudizi interni – di ‘danno’ rilevante per tale soggetto, ciò non può dirsi nel caso del Dell'Utri, in rapporto alla concreta ricostruzione della condotta processuale del medesimo”.
In quella sentenza la Cassazione aveva però indicato il giudizio di revisione europea come quello adatto a risolvere la questione.
E OGGI, per risolverla, davanti ai giudici nisseni di appello si aprono due strade: la Corte, condividendo la posizione del procuratore generale, potrebbe in via preliminare decidere che la pronuncia europea su Contrada sia immediatamente applicabile a Marcello Dell’Utri e sospendere la pena fino alla pronuncia di merito della Corte europea davanti la quale è pendente l’istanza avanzata dai difensori del fondatore di Forza Italia. E in questo caso la decisione costituirebbe una novità giurisprudenziale.
Oppure, al contrario, i giudici nisseni di appello potrebbero ritenere necessario il giudizio specifico della magistratura di Strasburgo, come accaduto per Contrada, negando la sospensione e respingendo la richiesta. Per Dell’Utri, che dopo il rifiuto del Tribunale di sorveglianza, ha sospeso lo sciopero della fame per bloccare i suoi familiari che l’avevano iniziato a loro volta, come ha rivelato il giornalista Gian Marco Chiocci, sono iniziati i giorni più lunghi.
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