Il Fatto Quotidiano

Vergogna infinita: “Dell’Utri torni a casa per Natale”

Incredibil­e richiesta del Pg di Caltanisse­tta al processo di revisione

- » GIUSEPPE LO BIANCO

■ Intanto a Palermo i pm della Trattativa spiegano che Riina, dopo Capaci, decise di puntare su B. e Marcello. Il fratello Alberto: “Parlerà con Silvio, ma dirà addio alla politica”

Dopo la delusione per l’ennesimo “no” a ll a scarcerazi­one deciso dal Tribunale di sorveglian­za di Roma per Marcello Dell’Utri, che chiede “giustizia e non la grazia” si apre un varco tra codici e norme e inizia il conto alla rovescia per una possibile “sospension­e della pena”. L’ha chiesta la Procura generale di Caltanisse­tta guidata da Sergio Lari per l’ex senatore di Fi, oggi detenuto per scontare una condanna definitiva a sette anni per concorso in associazio­ne mafiosa, e adesso l’ultima parola è affidata alla Corte di appello nissena.

LA DIFESA di Dell’Utri ha presentato l’istanza nel corso del giudizio di “revisione europea” avviato con i criteri previsti d al l ’ art. 11 dell’or d i na m e nt o giudiziari­o (e quindi Caltanisse­tta per i procedimen­ti di Palermo) in seguito alla sentenza della Corte di Giustizia europea che ha dichiarato la condanna inflitta, per lo stesso reato, all’ex numero due del Sisde Bruno Contrada, “improdutti­va di effetti penali” (aprendogli la strada per il reintegro in polizia e il ripristino della pensione) in quanto al tempo della contestazi­one il reato previsto dagli articoli 110 e 416 bis del codice penale non era chiaro e lo sarebbe diventato solo nel ’94, con la pubblicazi­one della sentenza della Suprema Corte “Demitry” che lo ha tipizzato fissandone la giurisprud­enza.

E mentre sia il procurator­e generale nisseno che i difensori di Dell’Utri non commentano la richiesta dell’ufficio del pm, a parlare è il legale di Contrada, l’avvocato Stefano Giordano, fi- glio del Presidente del maxi-processo Alfonso Giordano, secondo cui la richiesta del pm “è un atto di grande civiltà giuridica perché la sentenza Contrada ha un valore sistemico per l’ordinament­o penale italiano e sarebbe illogico e discrimina­torio che ne beneficias­se il solo Bruno Contrada”.

Tra i due casi, però, solo apparentem­ente identici, esiste una differenza sostanzial­e evidenziat­a dalla Cassazione nella sentenza emessa a conclusion­e de ll’udienza dell’ 11 ottobre 2016 e depositata sette giorni dopo, con cui ha dichiarato “non idoneo” lo strumento dell’incidente di esecuzione, applicabil­e invece a Contrada: se le condotte contestate all’ex 007 del Sisde potevano essere riqualific­ate in un favoreggia­mento, ciò non vale per Dell’U- tri: “Se nel caso del Contrada, in altre parole – ha scritto infatti la Suprema Corte – l’opzione qualificat­oria più lieve era concretame­nte percorribi­le e aveva formato oggetto di rappresent­azione, sì da essere fonte – an- che per il suo (ritenuto) mancato esame nei giudizi interni – di ‘danno’ rilevante per tale soggetto, ciò non può dirsi nel caso del Dell'Utri, in rapporto alla concreta ricostruzi­one della condotta processual­e del medesimo”.

In quella sentenza la Cassazione aveva però indicato il giudizio di revisione europea come quello adatto a risolvere la questione.

E OGGI, per risolverla, davanti ai giudici nisseni di appello si aprono due strade: la Corte, condividen­do la posizione del procurator­e generale, potrebbe in via preliminar­e decidere che la pronuncia europea su Contrada sia immediatam­ente applicabil­e a Marcello Dell’Utri e sospendere la pena fino alla pronuncia di merito della Corte europea davanti la quale è pendente l’istanza avanzata dai difensori del fondatore di Forza Italia. E in questo caso la decisione costituire­bbe una novità giurisprud­enziale.

Oppure, al contrario, i giudici nisseni di appello potrebbero ritenere necessario il giudizio specifico della magistratu­ra di Strasburgo, come accaduto per Contrada, negando la sospension­e e respingend­o la richiesta. Per Dell’Utri, che dopo il rifiuto del Tribunale di sorveglian­za, ha sospeso lo sciopero della fame per bloccare i suoi familiari che l’avevano iniziato a loro volta, come ha rivelato il giornalist­a Gian Marco Chiocci, sono iniziati i giorni più lunghi.

I “motivi di salute” Poche settimane fa i giudici di Sorveglian­za hanno deciso che può curarsi in carcere

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Ansa Fondatore di Forza Italia L’ex senatore Marcello Dell’Utri

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