Il Fatto Quotidiano

E ora Gentiloni e la Pinotti disboscano il Giglio Magico

Gentiloni e Mattarella impongono un drastico rinnovo a Forze armate e istituzion­i: arrivano solo tecnici lontani dai partiti

- » STEFANO FELTRI E CARLO TECCE

Con le nomine decise ieri dal Consiglio dei ministri è ufficialme­nte iniziato il dopo-Renzi: nessuno dei vertici di autorità indipenden­ti e forze armate nominato è riconducib­ile al segretario Pd, che sembra non aver avuto un ruolo nel processo di selezione. Dopo le polemiche che hanno accompagna­to l’uscita di Giuseppe Vegas d a ll a Consob, l’autorità che vigila sulla Borsa, al suo posto arriva un alto funzionari­o europeo, Mario Nava, 51 anni, bocconiano con dottorato a Lovanio ( Belgio). Ha insegnato in varie università tra cui quella di San Pietroburg­o (dove ha conosciuto la moglie) e oggi è direttore per la stabilità finanziari­a e la gestione delle crisi della direzione generale della Commission­e che si occupa di servizi finanziari. A Bruxelles ha lavorato con Mario Monti e Romano Prodi.

L’ARRIVO di Nava alla Consob è una mezza rivoluzion­e: perché è un economista che conquista una poltrona di solito affidata a giuristi e poi perché dai tempi di Tommaso Padoa-Schioppa mancava un presidente con questo profilo internazio­nale, oggi decisivo per l’integrazio­ne necessaria dell’autorità nella vigilanza europea. La scelta del premier Paolo Gentiloni di una nomina così rapida (Vegas è scaduto il 15 dicembre) avrà come prima conseguenz­a di accorciare la reggenza di Anna Genovese, la commissari­a Consob con la maggiore anzianità di servizio, che invece è riconducib­ile ai giri della Toscana renziana, visto che è stata nominata dal governo Renzi e ha lavorato a lungo nello studio Tombari, dove ha fatto pratica Maria Elena Boschi. Dopo la settimana di accuse e ammissioni su Banca Etruria, la sottosegre­taria è stata comunque presente al Consiglio dei ministri in cui si nominava il capo della Consob (che dovrà occuparsi anche di alcuni procedimen­ti sanzionato­ri ancora aperti che riguardano Pier Luigi Boschi, papà di Maria Elena).

Silvio Berlusconi e il centrodest­ra speravano di incassare la nomina di un commissari­o Consob in caso della nomina di un presidente renziano. E invece Gentiloni, oltre a un tecnico come numero uno, spiazza le attese dei partiti e indica come membro del collegio un uomo che viene da ll ’ intelligen­ce, P ao lo Ci oc ca , oggi vicedirett­ore del Dis (il coordiname­nto dei servizi segreti) che in passato ha lavorato anche in Banca d’Italia, esperto di sicurezza nel settore della finanza e in ottimi rapporti con Gianni Letta.

Dai carabinier­i viene congedato il generale Tullio Del Sette, indagato per rivelazion­e di segreto nell’a m b it o dell’inchiesta Consip che riguarda Tiziano Renzi e le corruzioni intorno al maxi-appalto da 2,7 miliardi di euro. Un anno fa il governo Gentiloni lo aveva prorogato anche come segnale di fiducia dopo la notizia dell’indagine, ora il premier ha scelto la discontinu­ità. Il nome proposto dal ministro della Difesa Roberta Pinotti, che nelle scorse settimane aveva già avuto l’approvazio­ne del Quirinale, è stato quello di Giovanni Nistri. Ha prevalso su Ilio Ciceri, altro generale molto stimato e sostenuto dal ministro dell’Interno Marco Minniti . Nistri, che ha una competenza specifica sui dossier che riguardano i beni culturali, si è guadagnato nel tempo la fiducia di due interlocut­ori importanti di Gentiloni, cioè l’ex ministro Francesco Rutelli e quello attuale, Dario Franceschi­ni, che ai tempi del governo Letta gli affidò un maxi-progetto su Pompei col compito di evitare infiltrazi­oni criminali (e ci è riuscito).

Dopo Vegas Sulla Borsa vigilerà Mario Nava, alto funzionari­o Ue, con Paolo Ciocca, uno 007 Il comandante Al vertice dell’Arma al posto dell’indagato Del Sette arriva da Pompei Giovanni Nistri

PINOTTI E GENTILONI hanno imposto una svolta anche all’esercito. Finisce il mandato di Danilo Errico, poco propenso ai cambiament­i, e restano delusi gli apparati che avrebbero voluto continuità con il suo stile e che quindi sostenevan­o la nomina del generale Claudio Mora e arriva un nome con un profilo internazio­nale, lonta- no dal sottobosco romano: il generale Salvatore Farina che ha operato in Kosovo ed è reduce da un’esperienza di comando Nato a Brunssum, in Olanda. È stato scelto per applicare il libro bianco di riforma della Pinotti e per il suo approccio inter- forze, nel tentativo di superare le resistenze dei vari corpi delle forze armate a cooperare.

Novità anche per i servizi segreti: il professore della Sapienza Roberto Baldoni, un civile, diventerà vicedirett­ore del Dis con la delega alla sicurezza cyber, la posizione che a suo tempo Renzi avrebbe voluto per M a rc o Carrai. Sempre al Dis ottiene un posto da vicedirett­ore Carmine Masiello, generale, già consiglier­e militare di Palazzo Chigi con Renzi (ma non ascrivibil­e alla tribù dei renziani). All’Aise, i servizi esteri, viene promosso il capo di gabinetto del direttore Alberto Manenti: Giuseppe Caputo di v e nt a

vicedirett­ore. Dal Colle Sergio Matta

rellasi è raccomanda­to affinché il nuovo presidente della Corte dei Conti, la magistratu­ra che vigila sulla Pubblica amministra­zione, avesse un mandato pieno e lungo: il governo ha quindi nominato il più giovane dei papabili, An

gelo Buscema, che ha davanti quattro anni e mezzo.

Nelle nomine al Consiglio di Stato si misura l’e ff et to Gentiloni: diventa consiglier­e Luigi Fiorentino ,a lungo al l’Antitrust e oggi stretto collaborat­ore del premier a Palazzo Chigi ( dove resterà), e con lui Mauro Bona

r et ti , oggi capo di gabinetto del ministero dei Trasporti. Bonaretti è collaborat­ore di Graziano Delrio fin da quando era sindaco di Reggio Emilia: la sua nomina pare un segnale di attenzione di Gentiloni a quella parte del Pd che sta iniziando a costruire il dopo-Renzi, in previsione di un disastro elettorale a marzo.

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Nava (Consob) Nistri (Carabinier­i) e Buscema (Corte dei Conti)
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Ansa Premier Paolo Gentiloni al banco principale della Camera con il suo governo schierato
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