Il Fatto Quotidiano

Regalo a Macron: 500 soldati

Ma il Parlamento dovrà votare sul finanziame­nto della missione anti-Jihad

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

■Dei mille uomini oggi presenti in Iraq contro l’Isis, il governo ha deciso di spedirne almeno 470 in Niger, nella missione francese contro il jihad africano. La decisione dovrà passare dal Parlamento. Il premier vuole favorire il ruolo dell’Italia nella nuova struttura di sicurezza europea con Francia e Germania

Il presidente francese Emmanuel Macron trascorre la vigilia di Natale in Niger, insieme a centinaia di militari francesi impegnati in un’operazione contro gli jihadisti nel Sahel. Accolto a Niamey dal presidente nigerino Mahamadou Issoufou, Macron ha poi raggiunto la base di Barkhane, dove sono di stanza 500 uomini, caccia Mirage 2000, aerei da trasporto e droni. La Francia ha attualment­e in Africa circa 4.000 militari tra Mali, Niger, Ciad, Burkina Faso e Mauritania.

Fra un anno, potrebbe toccare al presidente Mattarella o al futuro presidente del Consiglio italiano passare la vigilia di Natale in Niger. Perché c’è un accordo tra Italia e Francia per l’invio laggiù d’una missione militare con compiti d’a d d e st r a m en t o delle forze anti- terrorismo congiunte del G5 Sahel. L’Italia sta approfitta­ndo dell’arretramen­to del sedicente Stato islamico per alleggerir­e l’impegno in Iraq, recuperand­o lì circa 470 uomini da mandare in Africa.

Smentita per mesi dal ministero della Difesa, la missione ‘Deserto rosso’, o altro nome in codice, dunque si farà. Prima dell’estate, la Difesa negava “ipotesi operative al ri gua rdo ”: “Simulazion­e e pianificaz­ione di azioni del genere rientrano nella normale attività addestrati­va degli Stati Maggiori e riguardano le principali aree di crisi”.

Ma, a margine del Vertice del G5 Sahel di La Celle-Saint-Cloud, vicino a Parigi, Paolo Gentiloni faceva, il 13 dicembre, un annuncio un po’ sibillino: l’impegno italiano in Sahel “sarà collegato all’andamento di diverse campagne militari internazio­nali”, come quella in Iraq, dove ci sono “circa 1000 militari ital i an i ” e dove “una parte di queste forze potrebbero non essere più indispensa­bili”.

TRA L’IMPEGNO PRESO con il presidente Macron – Francia e Italia avevano reciprocam­ente qualcosa da farsi perdonare – e il suo rispetto, c’è di mezzo un voto del Parlamento, che deve approvare e soprattutt­o finanziare le missioni militari all’estero. Giustifica­ndo l’operazione in Niger, Gentiloni ne sottolinea­va “l’interesse specifico anche per quanto riguarda i flussi migratori dalla Libia”: un interesse riconosciu­to dall’Unione europea, che ha da poco concluso un accordo con Niamey.

Il Niger, che il ministro degli Esteri Angelino Alfano considera “nostro alleato strategico”, non è un Paese tran- quillo. Il 20 ottobre, almeno 13 militari nigerini sono rimasti uccisi in un attacco lanciato da un gruppo armato non identifica­to ad Ayorou, vicino al confine con il Mali.

IL 10 OTTOBRE, 5 soldati statuniten­si erano caduti nell’agguato d’un commando di jihadisti, sempre al confine con il Mali – negli Usa, ci furono polemiche perché pochi sapevano dell’impegno militare e perché emersero lacune nell’intelligen­ce. Il Niger è terreno d’azione di gruppi affiliati ad al Qaeda e di formazioni che si richiamano all’Isis.

Secondo Jean-Pierre Darnis, responsabi­le del programma di ricerca Sicurezza e Difesa dell’Istituto Affari Inter- nazionali, la decisione d’impegnarsi in Niger conta “per la presenza dell’Italia al tavolo della riforma e del rilancio della politica europea di difesa e sicurezza”. Francia e Germania sono molto attive su quel fronte e l’Italia vuole stare nel nocciolo duro della riforma appena avviata lanciando una cooperazio­ne rinforzata fra 25 Paesi Ue.

L’Italia, in Africa, aveva da tempo una posizione di forte divergenza strategica con la Francia: dall’intervento francese in Libia nel 2011 al mancato sostegno italiano all’azione francese in Mali nel 2013, c’era freddezza, se non ostilità, fra Parigi e Roma, sul fronte nord-africano-sahariano. Dopo l’attentato al Bataclan del 2015, Parigi aveva chiesto aiuto ai Paesi Ue per potere richiamare soldati dalle missioni in Africa e rinforzare il dispositiv­o anti-terrorissm­o sul territorio nazionale. L’Italia aveva risposto picche perchè già impegnata in Iraq.

In estate, Macron aveva convocato i leader libici rivali Haftar e al-Serraj, suscitando l’irritazion­e dell’Italia, che si sentiva ‘titolare’ del dossier Libia. Per Darnis, “la missione in Niger” può saldare “l’interesse nazionale essenzialm­ente rivolto alla Libia” e “la visione francese, tedesca e americana di stabilizza­zione dell’intera zona saheliana, legando lotta al terrorismo, stabilità delle frontiere, contrasto all’emigrazion­e clandestin­a e sviluppo locale”.

Il voto in aula

Il Parlamento dovrà dare l’ok al finanziame­nto della missione

 ?? LaPresse ?? Alleati Paolo Gentiloni ed Emmanuel Macron
LaPresse Alleati Paolo Gentiloni ed Emmanuel Macron
 ?? Reuters ?? Le due sponde Il vertice del 13 dicembre in Francia con Francia-Germania-Italia e paesi africani
Reuters Le due sponde Il vertice del 13 dicembre in Francia con Francia-Germania-Italia e paesi africani

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy