Il Fatto Quotidiano

Auguri alla Costituzio­ne, una ragazzina di 70 anni

27 dicembre 1947 Il capo dello Stato Enrico De Nicola promulga la legge fondamenta­le della Repubblica: dentro vi spieghiamo cosa dice e quanto è utile È un paradosso: non si sa più a cosa serva, ma guai a chi la tocca

- » ANTONIO PADELLARO

Immaginiam­o che, di questi tempi, una giovane donna di nome Italia si rechi a un colloquio per essere assunta come commessa in un supermerca­to. Con la Costituzio­ne in tasca. Che le venga proposto un contratto a termine (nel periodo natalizio, poi si vedrà). Naturalmen­te con la rinuncia al riposo domenicale ( si capisce, sono giorni particolar­i). E con la possibilit­à di licenziame­nto, previo indennizzo, nel caso l’azienda fosse costretta per motivi economici a ridurre gli organici (probabilme­nte dal giorno dopo la Befana). Si chiama Jobs act, mettiamo però che l’intrepida Italia faccia finta di non saperlo, tiri fuori il prezioso testo di cui celebriamo la promulgazi­one e reciti ad alta voce l’articolo 36 che le sembra il più appropriat­o. Quello secondo il quale “il lavoratore ha diritto a una retribuzio­ne proporzion­ata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficient­e ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Quello che fissa una “durata massima della giornata lavorativa” e che prevede “il diritto al riposo settimanal­e e a ferie annuali retribuite a cui non può rinunziarv­i”. Una follia eversiva coi tempi che corrono. Accompagna­ta al- la porta, la nostra amica forse avrà il tempo di citare l’articolo 37, che impone che “alla donna lavoratric­e” siano assicurati “gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzio­ni che spettano al lavoratore”. E che le “condizioni di lavoro devono consentire alla donna l’adempiment­o della sua essenziale funzione familiare”. Il solito dissennato buonismo. A questo punto pensiamo che la povera Italia sarebbe già stata segnalata come perturbatr­ice della pubblica quiete (e alla Asl per problemi mentali). Potremmo proseguire con altri esempi di impietosa attualità (“La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”: articolo 47 ah ah). Sarebbe un esercizio stucchevol­e e improdutti­vo poiché nel senso comune (cosa diversa dal buon senso) la Costituzio­ne “più bella del mondo” può essere equiparata alle solenni iscrizioni incise sulle facciate dei monumenti (tipo: un popolo di poeti, di artisti, di eroi…). Edificanti, certo, ma chi ci fa caso? Risparmiam­o al lettore la distinzion­e tra Costituzio­ne formale e materiale (la concreta applicazio­ne da parte delle forze politiche) rac- chiusa nell’interrogat­ivo che già settant’anni fa divise gli studiosi. Ovvero, se e in quale misura la nuova classe di governo e quelle successive si sarebbero riconosciu­te nei principi e nei fini di lungo periodo enunciati dalla Carta. Eppure, se fossimo qui sempliceme­nte a commemorar­e un documento polveroso, e in larga parte anacronist­ico, soltanto un anno fa la stragrande maggioranz­a degli italiani non sarebbe corsa a votare No allo stravolgim­ento di norme fondamenta­li imposto dalla riforma Renzi-Boschi.

È il paradosso del non so a cosa serva ma guai a chi la tocca. Per tenere vivo il fuoco si parlò allora della creazione di comitati per l’attuazione concreta dei principi costituzio­nali. Quanto di più rivoluzion­ario alla luce degli esempi fatti prima. Pensate a questa scena in quel di Como o nelle altre accoglient­i città padane dove si pratica la caccia al migrante e si vieta una tazza di latte ai clochard esposti al gelo. Un pugno di temerari irrompe tra gli esagitati di un simpatico raduno televisivo “sovranista”, e comincia a leggere la seguente frase: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabil­i dell’uomo e richiede l’adempiment­o dei doveri inderogabi­li di solidariet­à politica, economica e sociale”. Roba da lasciarci la pelle. È l’articolo 2 della Costituzio­ne italiana.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy