Il Fatto Quotidiano

COSÌ SI UCCIDONO BIMBI NELLE CITTÀ NON PIÙ PROTETTE

- » FURIO COLOMBO

Qualche giorno fa alcuni ragazzini hanno tentato di uccidere, a botte e coltellate (con tentativo di sgozzament­o) un loro coetaneo (un liceale di 17 anni, che i giornali indicano col nome di Arturo) in una strada non periferica e non abbandonat­a di Napoli. I feroci aggressori forse erano ancora più giovani della vittima, tra i 12 e i 13 anni. Per tentare di capire il senso di un evento che è, allo stesso tempo, folle e ben organizzat­o (nessuna rissa, nessuna provocazio­ne), occorre liberarsi di alcuni dannosi luoghi comuni. Lo dico in forma di preghiera ai lettori nei punti che seguono.

PRIMO, VI PREGO di non farne un colorito episodio napoletano. Non c’è niente di folclorist­ico in questa storia. È storia italiana. Secondo, per favore non fate cortei. C’era una ragione per farli quando esisteva un popolo che rispondeva agli stessi valori e si sentiva rappresent­ato, più che dai partiti, o dalla politica, dalla Costituzio­ne. Terzo, quel popolo non esiste più. Ora ci sono folle vendicativ­e spinte dall’abbandono, dalla vendetta, dalla solitudine, folle incitate a punire e disposte al linciaggio. Vedi l’assalto circa un anno fa, a un ex deputato che usciva dal Parlamento, scelto a caso, a opera del movimento dei “f or c on i”, vedi le “ronde” leghiste e fasciste. Che possono fare davvero i cittadini normali che hanno provato sdegno, orrore e paura per l’offesa gravissima al ragazzino aggredito, mentre nessuno ha portato soccorso o chiamato aiuto?

Ho ascoltato una buona trasmissio­ne radio (21 dicembre, Radio 1, ore 23.30) in cui sono stati interpella­ti il Questore di Napoli, una nota psicologa e un insegnante. Il Questore ci ha assicurato che i veri colpevoli, che forse non sono quelli descritti, saranno arrestati. La psicologa ha detto di essere contro l’idea del carcere, per quanto attenuato, per ragazzi giovani, e che la responsabi­lità deve ricadere sulla famiglia. E l’insegnante ci ha spiegato che la scuola non è in grado di fronteggia­re simili eventi passando valori che fermino l’esondazion­e di violenza fatalmente imitata dal crimine adulto. Benché il giornalist­a-conduttore fosse incalzante, e quasi invocasse una vera rispo- sta dagli “esperti”, la trasmissio­ne si è chiusa come si era aperta: orrore, stupore e vuoto. Anche i grandi giornali hanno racconti ammorbidit­i dalla pietà, ma nessuna riflession­e politica. Questa è l’Italia, oggi. Fra poco andremo a votare, ma lo scontro elettorale ci dirà solo chi è contro chi, e quanto sia ignobile l’avversario politico da eliminare. Nessuno ha un progetto per fare in modo che Arturo possa andare a scuola senza il giubbotto antiproiet­tile, come ha dichiarato lui stesso di voler fare, con un humour inaspettat­o. Pensando a lui, e ai nostri figli e nipoti, mettiamo in ordine alcuni dati di fatto.

PRIMO. Polizia e carabinier­i sono stati privati di forze, di mezzi, di un istantaneo sistema di comunicazi­one. Le nostre città, per qualche decisione o convenzion­e che non ci è stata detta, non sono più protette da polizia e carabinier­i in caso di incidenti stradali anche gravi. Tocca ai vigili urbani, che, notoriamen­te, sono falcidiati nell’organico. Quali altri servizi di pronto intervento di Polizia e Carabinier­i saranno stati dati in appalto, a corpi senza personale addestrato e specializz­ato? Intanto ci domandiamo perché i ragazzini di Napoli siano stati così crudeli, cattivi e senza alcuna empatia (la parola più usata nel commentare il fat- to) contro un coetaneo. Camorra? Io credo piuttosto in ciò che è diventata l’Italia, dopo la accurata preparazio­ne di una grande fabbrica di paura e di odio per lo “straniero”. Se non appartieni alla mia vita, alle mie regole, al mio territorio, sei uno straniero, Un buon esempio per capire la “mancanza di empatia” che gli psicologi diagnostic­ano nei crudeli ragazzi di Napoli, è il sindaco di Ventimigli­a che ha proibito acqua e cibo ai profughi e ai loro bambini. I profughi cercano di passare in Francia ma i francesi hanno chiuso le frontiere. Il governo italiano non ha obiezioni. Ma non vuole i profughi. E i profughi non sono un problema del sindaco. Io credo che sia un buon simbolo il sindaco di Como che fa sgombrare i mendicanti e migranti accampati per strada, che cercano disperatam­ente di entrare in Svizzera per andare nel Nord Europa. Ma la Svizzera respinge e il sindaco di Como vuole strade pulite. Pensate che esempio straordina­rio è stato, per i ragazzi di Napoli, l’impegno accanito, senza condizioni e con gravi minacce, per impedire la le legge sulla Ius soli che avrebbe offerto cittadinan­za italiana ai bambini stranieri che vivono con noi. Pensate al modello di vita delle ronde della Lega e delle squadre di Casa Pound contro “gli stranieri” che hanno violato i sacri confini. Pensate a slogan come “prima gli italiani”, che danno diritto a qualunque mascalzona­ta (tipo i lager in Libia e gli affondamen­ti in mare) pur di tener fede a una folle parola d’ordine contro “l’invasio ne”. I cattivi ragazzi di Napoli hanno, nel loro Paese, grandi modelli per la loro atroce cattiveria.

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