3 CONSIGLI AL PD: PRIMO, LIBERARSI DI TAFAZZI-ORFINI
“A LARGO DEL NAZARENO sono sicuri che gli attuali sondaggi non siano attendibili. O meglio: al momento il calo del Pd è certificato, ma viene considerato ‘fisiologico’ un recupero” (Repubblica).
CONFESSO: SONO UN APPASSIONATO dello 0,1%. Mi spiego: seguo con attenta partecipazione su tg e talk show i sondaggi periodici condotti da istituti accreditati sulla base di campioni certificati. Con tutta la fiducia possibile resto tuttavia affascinato dalle frequenti variazioni nell’umore degli elettori di questo o di quel partito, puntualmente registrate spesso con spostamenti millimetrici. Mi pongo interrogativi esistenziali. Per esempio, cosa può spingere lo 0,1% o lo 0,2% a mutare opinione così velocemente per cui sette giorni prima avrebbe, per dire, votato Pd ma sette giorni dopo invece ci ha ripensato per poi tornare su e poi giù e così via sull’ottovolante degli umori? Se il problema è Banca Etruria (e lo è), possibile che quello zero virgola non riesca a farsi un’opinione consolidata sul comportamento della Boschi (o di Renzi) e faccia dipendere il proprio giudizio dalle dichiarazioni di Ghizzoni o dall’ultima intervista disastrosa dell’interessata? Non voglio addentrarmi nei meccanismi di una scienza (quasi) esatta ma se davvero una quota (anche piccola ma determinante) dell’elettorato reagisce soprattutto agli stimoli mediatici giornalieri mi permetterei qual- che consiglio non richiesto ai dirigenti del Nazareno sulla campagna elettorale in corso. Primo: evitare di difendere l’indifendibile. La sfilza di “informazioni” richieste dalla ministra di Laterina a banchieri di ogni risma (più breve l’elenco di chi non è stato interpellato) è tale che non sembra il caso di insistere con pallide difese d’ufficio. Lasciate perdere è andata così, peggio era difficile. Secondo: evitare di farsi rappresentare in tv da Matteo Orfini. Ci ripugna accanirci con chi è in difficoltà ma il presidente del Pd , specialista nello spaccare il capello in quattro su questioni ininfluenti, può determinare più di uno smottamento elettorale (percepibile perfino in Giappone). Terzo: con l’aria che tira sarebbe più prudente affidarsi agli specialisti dell’ipnosi collettiva. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, per esempio, autore di questo formidabile slogan: “Serve un quadro diverso e un’agenda diversa”. Mai efficace come il premier Paolo Gentiloni che, come il maestro Arnaldo Forlani, potrebbe parlare per ore senza dire nulla. Infatti, leggiamo che al Nazareno circolano sondaggi che attribuiscono alla squadra gentiloniana un indice di popolarità in crescita. Tra quelli che riescono a rimanere svegli.