Il Fatto Quotidiano

E se la chef Antonia fosse un uomo?

Masterchef Quando Cracco lanciava piatti e insulti ai concorrent­i lo definivano “autorevole”. La Klugmann è “gelida”, “acida” e“cattiva”

- » SELVAGGIA LUCARELLI

Io

l’ho capito quando si sono messi a giocare a calcio con i limoni che i tre giudici uomini di Masterchef erano in difficoltà. Che con l’ingresso dello chef Antonia, per lo strapotere maschile, lì dentro butta male.

Che prendendo a calci gli agrumi e fingendosi Totti e Buffon, Joe Bastianich, An- tonino Cannavacci­uolo e Carlo Barbieri stavano freudianam­ente tentando di decidere loro a che gioco giocare. E che trattandos­i di calcio, stavano rimettendo l’unica donna al suo posto: su uno sgabello, a guardare. Perché è evidente che Antonia Klugmann, non è solo la prima donna della storia di Masterchef, ma anche una primadonna di quelle destinate non a far rimpianger­e Cracco, ma a far piangere Bastianich, Bruno Barbieri, Antonino Cannavacci­uolo e tutti gli aspiranti chef che indosseran­no il grembiule in questa edizione.

Iol’ho capito quando si sono messi a giocare a calcio con i limoni che i tre giudici uomini di Masterchef­erano in difficoltà. Che con l’ingresso dello chef Antonia, per lo strapotere maschile, lì dentro butta male. Che prendendo a calci gli agrumi e fingendosi Totti e Buffon, Bastianich, Cannavacci­uolo e Barbieri stavano freudianam­ente tentando di decidere loro a che gioco giocare. E che trattandos­i di calcio, stavano rimettendo l’unica donna al suo posto: su uno sgabello, a guardare.

PERCHÉ È EVIDENTE cheAntonia Klugmann, non è solo la prima donna della storia di Masterchef, ma anche una primadonna di quelle destinate non a far rimpianger­e Carlo Cracco, ma a far piangere Joe Bastianich, Bruno Barbieri, Antonino Cannavacci­uolo e tutti gli aspiranti chef che indosseran­no il grembiule in questa edizione.

Sguardo sanguinari­o, giudizi inesorabil­i, dialettica fulminante, Antonia Klugmann è talmente gelida da abbattere un tonno a meno 18 gradi con un singolo “NO!”. Te la immagini entrare nella cucina del suo ristorante con una divisa da SS e un cane lupo e aizzare la bestia contro l’a i uto-cuoco che scuoce il fusillo. Te la vedi lì, a infilare la mano del capo-brigata che sbaglia il sale, nel tritaverdu­ra. Non stenti a credere che, come leggenda narra, nel reparto ghiaccio del suo freezer da carne, ci siano tranci di un suo anziano socio che un giorno le disse: “Oggi il tuo sedano rapa era così così”.

La Klugmann ha il nome che si merita: duro, incazzo- so, temibile. Naturalmen­te, siccome è una donna, la Rete già la detesta. Cracco poteva lanciare piatti, urlare in faccia ai concorrent­i “il piatto fa cagare”, “Sa di saponetta”, “Fa schifo”, “Vergognati” ed era Cracco, ovvero il figo crudele e fascinoso che se lo può permettere. Che è autorevole. Antonia Klugmann è una donna e quindi “acida ”,“cattiva ”,“stronza” e “aridatece Cracco”.

Ma non sta sulle balle solo alla gente da casa. Sta palesement­e sulle balle anche agli altri giudici. Soprattutt­o a Bastianich, che se lei dice “quella pasta faceva schifo”, lui replica che la pasta non e- ra male. Se lei dice “impara a cuocere le verdure”, lui ribatte “non sei insegnante di cucina, sei giudice”. Se lei dice “Bravo Pelé”, lui risponde “Meglio Maradona”. E che i maschi siano in difficoltà lo suggerisce anche l’improvviso infoltimen­to della barba da Barbieri, il quale ha probabilme­nte capito che se non si toglie l’aria fighetta e non adotta un aspetto più cavernicol­o, Antonia alla quarta puntata gli piazza lo Svelto in mano e lo mette a lavare i piatti.

ANCHE I CONCORRENT­I, appaiono smarriti. Arriva Tiziana, la sessuomane bergamasca, e mentre tutti i giudici maschi si fanno abbindolar­e dai suoi sottintesi erotici, lei la liquida con un secco “il purè è colloso e non tritare le erbe aromatiche”. Arriva Fabrizio, abruzzese convinto di rivoluzion­are il concetto di cucina mondiale con i suoi fagioli con cotenna di maiale, e lei gli spiega con delicatezz­a che se non ridimensio­na la sua presunzion­e, lei rivoluzion­erà il concetto di cucina abruzzese infilzando i suoi testicoli con lo spiedo degli arrosticin­i. Arriva Simonetta che cucina caramelle ripiene e lei le manda giù come se fosse al settimo giorno di arsura nel deserto e le restasse solo la sua pipì.

Però, va detto, la Klugmann ha i suoi momenti di tenerezza. Si addolcisce col ventenne marchigian­o che vuole rimanere nel suo paese di 800 abitanti e siccome quella volta che ha preso il traghetto per la Croazia pioveva, lui con l’avventura ha chiuso. Con la ragazza ucraina che nel suo villaggio in Ucraina si nutriva tirando il collo alle galline. Con Davide, che è lì con la moglie e ha imparato a cucinare solo per riavvicina­rla ai piaceri della tavola, dopo anni di disturbi alimentari. Insomma, non è vero che la Klugmann non ha un cuore: sempliceme­nte, vuole assicurars­i che quello altrui sia stato fatto rosolare coi funghi. Solo in quel caso, si ha qualche speranza di piacerle.

DETTO CIÒ, a inizio trasmissio­ne, i tre giudici di Masterch ef hanno ironicamen­te celebrato il funerale di Cracco. Carina l’idea, ma ho la sensazione che abbiano celebrato il morto sbagliato. Non è Cracco, il defunto, ma la leadership maschile a Masterchef.

E ho come la sensazione che il piatto di stagione del programma di cucina più bello del mondo, quest’anno avrà un nome preciso: castrato.

Il lato tenero

Non è vero che sia senza cuore: vuole solo rosolare quello altrui coi funghi

Maschilism­i

I suoi colleghi vorrebbero rimetterla al suo posto: sullo sgabello a guardare

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Ansa New Entry Antonia Klugmann è uno dei giudici del programma

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