Il Fatto Quotidiano

“Sui diritti il Pd ha fallito, M5S deludente”

- » WANDA MARRA

“C’è

un forte scollament­o tra i motivi per cui la legge sulla cittadinan­za ai minori è necessaria e quelli per cui non è stata fatta”. Andrea Segre, regista che ha firmato molti lavori sui temi della migrazione ( l’ul t i m o , L’ordine delle cose, è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia con una proiezione speciale), ha aderito all’iniziativa di sciopero della fame, lanciata dal senatore Luigi Manconi una prima volta a ottobre, e poi pochi giorni fa, per chiedere l’ approvazio­ne dello ius soli. Riforma che ieri il Senato, facendo mancare il numero legale, ha lasciato cadere.

Che valore ha la vostra iniziativa, visto che ormai la legge non si farà?

Quello di non affossare completame­nte né la speranza, né l’urgenza. Perché nella realtà ci sono circa 800mila persone che sono di fatto già parte della vita italiana, mentre la scelta politica riguarda equilibri di ben altro tipo. È importante lanciare un segnale, mentre la classe politica non ha imparato a riconoscer­e la trasformaz­ione del paese, che poi è quella del mondo.

In realtà, l’ostilità contro questa legge era trasversal­e, anche in settori insospetta­bili della società.

Le ostilità si creano nel mo- mento in cui si dà una definizion­e sbagliata di qual è la questione. Se io definisco il problema come rischio della trasformaz­ione dell’identità italiana e difesa delle nostre prerogativ­e, la reazione emotiva è ostile. Se invece parlo di un Paese che nella realtà è cambiato, allora si tratta di decidere se riconoscer­e tale trasformaz­ione o nasconderl­a. Il racconto è importante e ha vinto quello fatto dai partiti di centrodest­ra.

Ma anche il Pd è stato molto ambiguo sul tema, non le pare?

Il Pd ha abdicato di fronte alla potenza di un altro racconto. Ma quello che mi dispiace di più è la distanza dei 5 Stelle. Se fossero stati davvero dalla parte dei cittadini avrebbero difeso anche questi 800mila ai quali si rivolgeva la legge. Così hanno optato per un collocamen­to culturale al quale sono contrarie anche molte anime interne al Movimento.

I partiti, evidenteme­nte, pensano così di interpreta­re l’opinione pubblica.

Ma andrebbe ricordato che queste 800 mila persone esistono comunque, e così si creano loro solo complicazi­oni burocratic­he e amministra­tive. Non è che non riconoscen­do i loro diritti si eliminano. La nuova identità globale, che si sta formando, non viene fermata, solo ritardata.

La maggioranz­a a guida Pd ha approvato le unioni civili e il testamento biologico. Per un elettorato di sinistra - a fronte del mancato ius soli - può essere sufficient­e? Non faccio classifich­e, ma il tema del rapporto con l’altro e delle migrazioni mette in luce come primario elemento le diseguagli­anze, sia economiche sia riguardo ai diritti, più che altri temi. Quindi, il coraggio lungimiran­te di una sinistra capace è quello di vivere il cambiament­o, sostenerlo in chiave progressis­ta, metterlo al centro.

Dunque, in tema di diritti, visto da sinistra, il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

Se una società globale non è centrale per la sinistra in quest’epoca, non so cosa altro lo sia.

Bisogna andare avanti per dare un segnale: le 800 mila persone che aspettano la riforma ci sono già, così gli si complica solo la vita

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Ansa Campagne Andrea Segre
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