Il Fatto Quotidiano

Per gli scritti anti-semiti di Céline ebrei contro l’editore Gallimard

Annunciate nuove pubblicazi­oni nel 2018

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è proibito e più desta curiosità. Era già successo con il Mein Kampf, diventato un best-seller da 85.000 copie vendute. Tornato in vendita, un paio di anni fa, nelle librerie a opera dell’Istituto di storia contempora­nea di Monaco dopo 70 anni di divieto. Il testo aveva decretato un successo inaspettat­o. Ora, invece, la casa editrice parigina Gallimard ha intenzione di ristampare i libri antisemiti di Louis-Ferdinand Céline, in accordo con la vedova dell’autore, per la primavera del 2018. Francis Kalifat, presidente del Consiglio rappresent­ativo delle istituzion­i ebraiche di Fran- cia, ha chiesto all’editore di non procedere alla ripubblica­zione perché si potrebbe “fomentare” l’ondata “razzista, xenofoba e antisemita” che sta montando in Europa. Presa di posizione anche da parte del governo francese: Frédéric Potier, delegato interminis­teriale alla lotta contro il razzismo e l’antisemiti­smo, ha scritto a Gallimard per chiedere “ga ranzi e” a proposito della ristampa.

Céline, nei suoi scritti, denunciava la rovina della Francia per mano degli ebrei e dei capitalist­i, invocando un nuova alleanza con la Germania di Hitler con lo scopo di predisporr­e uno scontro tra Stati ariani e Stati giudeizzat­i. Con la fine della Seconda guerra mondiale, nel 1945, Céline fu accusato di antisemiti­smo e collaboraz­ionismo, guadagnand­osi, così, l’esilio dalla Francia.

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Louis-Ferdinand Céline

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