Niente fondo di solidarietà per la sorella di Lea Garofalo
“Non è estranea ad ambienti delinquenziali”
▶A MARISA
Garofalo, sorella di Lea, la testimone di giustizia uccisa a Milano nel 2009, è stata negata l’istanza di accesso al Fondo di solidarietà per le vittime di reati di tipo mafioso. È quanto scrive il Quotidiano del Sud. Secondo quanto riporta il giornale, la Prefettura di Crotone, davanti richiesta di accesso al Fondo per ottenere la liquidazione di 75 mila euro a titolo provvisionale, stabilita nel marzo 2012 dalla Corte di assise di Milano per i danni subiti come persona offesa, ha risposto che la donna “non risulta essere del tutto estranea ad ambienti e rapporti delinquenziali”. Ad esaminare l’istanza, e a ritenere di non accoglierla, secondo quanto precisato dalla Prefettura, è stato il Comitato di solidarietà. Marisa Garofalo, oltre ad essersi costituita parte civile insieme alla madre, poi deceduta, e alla figlia di Lea, Denise, nel processo conclusosi in Cassazione nel dicembre 2014, era stata ritenuta testimone attendibile. In questi anni la donna, che si è detta “addolorata” per quanto avvenuto, è stata invitata da enti, scuole e associazioni antimafia per parlare della vicenda della sorella. Secondo il legale di Marisa Garofalo, Roberto D’Ippolito, “la decisione non tiene conto del coraggio con cui Marisa da anni sta testimoniando contro la ’ndrangheta e del suo comportamento processuale”.