L’antimafia contro il presepe
Vicino Cremona il commercialista Cristodaro, sospettato di essere il contabile del clan Mangano, allestisce la rappresentazione per il paese. Protesta l’associazione Libera
Il
presepe piace a tutti. Anche a Rocco Cristodaro, commercialista 45enne sospettato con il fratello Domenico di essere il contabile della famiglia mafiosa del clan Mangano. A Scannabue, frazione di Palazzo Pignano in provincia di Cremona, il noto personaggio è tornato a realizzare una natività a beneficio di tutta la comunità con tanto di animali e capanna di Gesù Bambino.
CRISTODARO SOSPETTATO di gestire i conti di Giuseppe
Porto, ritenuto uomo di collegamento della mafia a Milano, ama molto le luminarie, gli alberi di Natale e da qualche anno si preoccupa di offrire questo spettacolo alle famiglie del paese. Un regalo che arriva dopo il provvedimento di confisca dell’imponente patrimonio dei due fratelli, stimato in 5 milioni di euro, emanato nel 2016 dalla Dda di Milano. Il patrimonio immobiliare, secondo le forze dell’ordine, era stato creato con i soldi derivati dall’evasione fiscale, dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti e dal favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Ai tempi la Guardia di Finanza aveva confiscato 124 immobili (oggi gestiti dall’amministratore giudiziario) tra cui anche la “Fazenda Rocco” poi dissequestrata. Un’attività – si legge sul sito della Fazenda - nata “nel 2005 per volere di Rocco Cristodaro, che spinto dalla sua passione per i cavalli ha creato uno spazio nel verde accessibile a tutti sia per divertimento che per eventi”.
Rocco Cristodaro ama organizzare manifestazioni coinvolgendo la popolazione: al McDonald’s di Bagnolo Cremasco ha organizzato sfilate di animali esotici e giri in carrozza. Un atteggiamento che non piace al presidio cremasco dell’associazione Libera di don Luigi Ciotti che in queste ore è tornato a farsi sentire postando sulla sua pagina Facebook un comunicato scritto dopo l’uscita sui giornali locali della notizia del presepe: “Crediamo che queste attività possano contribuire
Il post su Facebook Don Ciotti: “Chi ha avuto legami coi clan non dovrebbe avere questa visibilità”
a rendere difficile per la popolazione la comprensione della gravità del fenomeno, in particolar modo quando l’informazione a riguardo è acritica, parziale e senza il dovuto contesto. Non troviamo corretto che chi abbia intrattenuto rapporti con figure di spicco della criminalità organizzata, quali Cinzia Mangano (figlia di Vittorio, lo “stalliere di Arcore”) e Giuseppe Porto (che portò ai funerali la bara di Mangano), possa tranquillamente trovare ampio spazio su un giornale per pubblicizzare proprie iniziative”.
A trovarsi in mezzo a due fuochi è il sindaco Rosolino Bertoni che ci tiene a chiarire che per il presepe allestito “non serve alcuna autorizzazione. Usa un terreno vicino al cimitero che non è di sua proprietà ma che gestisce”. Bertoni non vuole entrare in polemica: “Ogni cosa che dico su questo viene interpretata in mille modi diversi. Non ho nulla da dire, sull’opportunità di allestire il presepe darò delle risposte agli organi competenti. La Prefettura mi ha inviato il comunicato di Libera: io e i miei concittadini abbiamo coscienza della gravità del fenomeno”.