Gentiloni ci porta in Niger: “Per l’interesse nazionale”
Approvato il decreto che invia cinquecento soldati nel sud della Libia, ma il premier nega che sia un favore a Macron: “Illazioni spettacolari”
Nonostante
ormai sia in carica solo per “gli affari correnti”, Paolo Gentiloni ha preso una decisione assai impegnativa per la politica estera italiana e, come probabilmente accadrà spesso in futuro, con l’esplicito sostegno di Forza Italia: ci si riferisce al parziale ritiro di soldati dall’Iraq accompagnato dall’invio di 500 militari in Niger, Paese africano che costituisce il corridoio naturale tra gli Stati del Golfo di Guinea (Nigeria in testa) e il confine sud della Libia. La decisione, presa a Camere sciolte e contenuta nel decreto che rifinanzia le missioni militari all’estero, ha il compito – ha detto ieri il premier nella conferenza stampa di fine anno – “di addestrare le forze nigerine per consolidare il Niger, contrastare il traffico degli es- seri umani e il terrorismo”. Sarà insomma, come si dice, “no combat”: un team di ricognizione delle nostre forze armate ha già fatto un sopralluogo tecnico sul terreno.
I contorni dello sforzo italiano, in realtà, non sono affatto chiari: i soldati, infatti, saranno inviati nell’ambito di una più vasta missione euro-africana nel Sahel (una fascia di territorio dell’Africa subsahariana) che sarà finanziata dall’Ue e dagli Usa (50 milioni ciascuno), dai Paesi africani coinvolti (Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger, 5 milioni ciascuno) e anche da Arabia Saudita (100 milioni) ed Emirati (30), che in zona hanno interesse a combattere le milizie sostenute dal Qatar: il budgetindicato supera però i 420 milioni e non è stato ancora raccolto del tutto. La nuova missione, in ogni caso, fa felice soprattutto la Fran- cia, ex potenza coloniale nella zona, che da quattro anni non cava un ragno dal buco coi suoi militari nel Sahel: non a caso è un frutto del vertice europeo organizzato da Emmanuel Macron un paio di settimane fa.
A Camere sciolte L’operazione militare euro-africana al voto solo in Commissione: avrà il sì da Forza Italia
GENTILONI, PERÒ, non ha dubbi e non vuol sentir parlare di “favore a Macron”: “Ho sentito fare strane illazioni sul motivo di questa scelta: tutti hanno diritto a fare illazioni spettacolari, ma la realtà è che noi abbiamo un interesse italiano evidente a organizzare la capacità nigerina di controllo del territorio. Facciamo una cosa sacrosanta per gli interessi nazionali”. E ancora: “In Niger si sono concentrati traffici molto rilevanti di esseri umani e le varie forme di terrorismo. Noi andiamo in Niger, come aveva preannunciato alle commissioni competenti la ministra Pinotti in ottobre, in seguito a una richiesta del governo nigerino pervenuta a dicembre. Lavoriamo per consolidare gli assetti di controllo delle frontiere”. Il relativo decreto, come detto, arriva con il Parlamento già sciolto e sarà dunque esaminato solo dalle commissioni competenti (Esteri e Difesa): il governo non avrà problemi a farlo passare visto che, oltre che sul Pd e quel che resta degli alfaniani, può contare sul voto a favore anche di Forza Italia (“non faremo mancare il nostro appoggio”).