Il Fatto Quotidiano

DELRIO CI SPIEGHI QUESTI ASSURDI RINCARI-RECORD ALLE AUTOSTRADE

Regalo a spese nostre Con l’inflazione allo 0,5%, i concession­ari ottengono rendimenti dell’8%. Eppure gli investimen­ti calano

- » GIORGIO RAGAZZI*

Que st ’ anno l’i nc remento medio dei pedaggi autostrada­li è str aordin ariame nte elevato, 2,74 per cento e appare immotivato, oltre che incomprens­ibile, a fronte di un’inflazione che si è attestata sullo 0,5 per cento. Dal ministero delle Infrastrut­ture guidato da Graziano Delrio, Pd, non si hanno mai né spiegazion­i né risposte alle molte critiche mosse anche sulla stampa, d’altronde non rispondono nemmeno alle interpella­nze parlamenta­ri. Pur nel loro assordante silenzio, lasciano intendere che gli aumenti dei pedaggi oltre l’inflazione sarebbero dovuti alla necessità di remunerare gli investimen­ti.

NON SI CAPISCE però quali siano questi grandiosi investimen­ti, consideran­do che gli investimen­ti delle concession­arie continuano a scendere da anni, da una media di 2,4 miliardi nel 2008-2015 ad appena un miliardo nel 2017 e ancor meno sono quelli attesi nel 2018. Non si capisce poi perché gli investimen­ti debbano essere interament­e remunerati con incrementi di pedaggi, come se non avessero una loro redditivit­à: nuove corsie sono necessarie per consentire l’incremento del traffico che genera maggiori introiti per la concession­aria, che potrebbe quindi ripagarsi così l’investimen­to anche senza incrementi di tariffa. Non si capisce infine perché il ministero debba assicurare comunque alle concession­arie un rendimento dell’8 per cento circa su ogni investimen­to, quando da anni il rendimento del capitale senza rischio è addirittur­a negativo, e di rischi le concession­arie non ne corrono proprio.

I ricavi da pedaggi (al netto di imposte e canoni) sono aumentati del 16,7 per cento nei tre anni 2013-2016 contro un aumento dei prezzi dello 0,6 per cento, e hanno raggiunto 5,7 miliardi milioni nel 2016, cioè quasi sei volte gli investimen­ti effettuati in quell’anno. Sono dati che lasciano stupefatti pensando che sarebbe compito del ministero tutelare gli utenti a fronte di monopoli naturali come le autostrade.

Sulla rete di circa 3 mila chilometri della società Autostrade (per l’Italia!) l’incremento è stato dell’ 1,51 per cento, di cui circa uno 0,3 per compensare l’inflazione e il resto per remunerare investimen­ti. Ma quali investimen­ti? Senza entrare nello specifico, notiamo che la società a fine anno scorso doveva terminare ancora il 14 per cento degli investimen­ti previsti nel IV atto aggiuntivo siglato nel 2002 e non aveva ancora iniziato gli investimen­ti previsti nella convenzion­e del 2008. Le società controllat­e avevano effettuato meno di un quarto degli investimen­ti previsti.

SU UNO DEI TRATTI più ricchi, la Milano- Brescia, l’i nc r emento concesso è stato del 4,69 per cento pur in assenza di rilevanti investimen­ti, oltre al regalo della proroga del- la concession­e. Sulla Milano-Torino un altro forte incremento, l’8,34 per cento, si aggiunge ai fortissimi aumenti ottenuti negli anni passati, apparentem­ente per remunerare il costo della terza corsia che sta per essere finita dopo quasi due decenni e per la quale già nel 1999 la società aveva ottenuto una lunga proroga: pare che questa terza corsia venga pagata alla società due volte, oltre ai maggiori ricavi con segue nti a ll ’ a um en to del traffico. Il gruppo Gavio (Sias) nel complesso è riuscito a spuntare un incremento medio del 3 per cento, più bravi del gruppo Autostrade per l’Italia.

Per alcune altre tratte gli incrementi paiono fantasiosi, 13,9 per cento per la Milano-Serravalle o 12,9 per cento per la Roma Termoli. Incrementi tanto disparati riflettono sia la grande varietà di regole recepite nelle convenzion­i, anche a scelta del concession­ario, sia una gestione sussultori­a dei rinnovi dei piani finanziari che sembra tener in nessun conto gli ef- fetti che incrementi così improvvisi possono avere sugli utenti.

Questa delle concession­i autostrada­li è una sacca di rendita che aggrava di molto i costi della mobilità senza alcun beneficio per la collettivi­tà, consideran­do che trattasi di una attività senza rischi ed assai semplice da gestire e che per di più gli azionisti delle concession­arie non hanno mai versato capitali di rilievo. Tutto è sempre stato finanziato a debito, in passato anche con garanzia dello Stato.

Questogove­rno si è rilevato il più generoso di sempre verso le concession­arie, non solo per gli incrementi di pedaggio concessi ma anche e soprattutt­o per le molte proroghe di concession­i elargite e promesse. *economista, ha lavorato

al Fondo monetario internazio­nale e alla Banca

mondiale, ha insegnato all’Università di Bergamo e alla Luiss, autore di “I signori delle

autostrade” (Il Mulino)

Inchinati alla lobby Pedaggi aumentati e contratti prolungati: nessun governo era stato così generoso

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Ansa La tassa al casello L’autostrada Milano-Serravalle e il ministro dei Trasporti Graziano Delrio (Pd)
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