Il Fatto Quotidiano

5Stelle, ora cade anche il divieto di fare alleanze

- » TOMMASO RODANO

Le

nuove regole del Movimento 5 Stelle sono ufficiali. Sono state rese pubbliche sul blog di Beppe Grillo: il nuovo statuto dell’associazio­ne, il nuovo codice etico, l’organigram­ma e il regolament­o per la selezione dei candidati alle elezioni di marzo.

La prima notizia è il termine per le candidatur­e alle prossime Politiche: dovranno essere presentate entro le ore 12 di mercoledì 3 gennaio; per gli aspiranti parlamenta­ri ci sono appena tre giorni e mezzo di tempo. Le liste saranno poi decise dalle primarie che si terranno a metà gennaio (e potrebbero essere annunciate nella kermesse di Pescara tra il 19 e il 21 del mese). Le grandi novità politiche invece sono due.

PRIMO: il ruolo di Grillo – quello di “garante”– diventa elettivo. Il fondatore non è più intoccabil­e, ma la sua carica dipenderà dal voto degli iscritti. Secondo: il Movimento si apre all’esterno. Non solo – come anticipato ieri – potranno essere candidati nei collegi uninominal­i anche i non iscritti, ma per la prima volta cade il divieto ad associarsi con altri partiti. È la svolta “realista” già anticipata da Luigi Di Maio: se sarà primo partito il M5S presenterà il suo programma lasciando la porta aperta a tutti.

Tante novità anche nel codice etico. Innanzitut­to M5S chiede ai suoi futuri parlamenta­ri un contributo economico: 300 euro al mese “destinati al mantenimen­to delle piattaform­e tecnologic­he che supportano l’attività dei gruppi e dei singoli parlamenta­ri”, ovvero Rousseau, il sistema gestito da Davide Casaleggio.

Ma il nuovo codice è una miniera di obblighi: ben 27. La regola più discussa è quella della fiducia obbligator­ia: deputati e senatori del Movimento, si legge all’articolo 3, devono “votare la fiducia (...) ai governi presieduti da un presidente del consiglio dei ministri espression­e del MoVimento 5 Stelle”. Una norma che entra in conflitto con l’articolo 67 della Costituzio­ne (quello che vieta il “vincolo di mandato” per i parlamenta­ri). Ed entra in conflitto con lo stesso articolo anche la multa, già anticipata, per chi cambia casacca: 100mila euro per chi passa a un altro gruppo parlamenta­re.

Chi viene espulso dal M5S, invece, è costretto a dimettersi dalla carica parlamenta­re (un’altra prescrizio­ne che rischia di rimanere sulla carta, visto che per dimettersi serve il voto della maggioranz­a della Camera d’ appartenen­za: all’ex grillino Vacciano, per esempio, in questa legislatur­a sono state negate le dimissioni ben 5 volte).

Tra i 27 obblighi ce ne sono altri più concreti: ai futuri eletti è vietato “conferire alcun in-

Codice etico Per gli eletti ben 27 regole: fiducia obbligator­ia, multa per chi cambia casacca e molte rinunce

carico come assistente a conviventi, affini o persone con rapporto di parentela fino al secondo grado”. Sono inoltre costretti a rinunciare a “ogni trattament­o pensionist­ico privilegia­to e all’assegno di fine mandato, a doppie indennità e a doppi rimborsi” e a rendiconta­re tutte le spese effettuate nell’esercizio del man- dato (una norma già in vigore in questa legislatur­a, anche se i parlamenta­ri sono in ritardo: per alcuni gli scontrini pubblicati sono fermi ad aprile).

ALTRA NOVITÀanti­cipata ieri: i candidati del devono “rinunciare alla propria candidatur­a nel caso in cui, avuta notizia dell’esistenza di un procedi- mento penale a proprio carico, emergano elementi idonei a far ritenere la condotta lesiva dei valori, dei principi o dell’immagine del Movimento 5 Stelle”. A prescinder­e dall’esito del procedimen­to penale, quindi, conterà quanto saranno gravi i contorni della vicenda. Chi decide? La norma cita gli “Organi dell’associazio­ne”. Che sono i seguenti: il garante Beppe Grillo, il capo politico Luigi Di Maio, il comitato di garanzia (Vito Crimi, Giancarlo Cancelleri e Roberta Lombardi) e il collegio dei probiviri ( Nunzia Catalfo, Paola Carinelli, Riccardo Fraccaro). Un organigram­ma dominato dai fedelissim­i di Di Maio, che è anche tesoriere. Il Movimento è nelle sue mani.

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Ansa I due leader Il “garante” Beppe Grillo e il “capo” politico e candidato premier, Luigi Di Maio

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