5Stelle, ora cade anche il divieto di fare alleanze
Le
nuove regole del Movimento 5 Stelle sono ufficiali. Sono state rese pubbliche sul blog di Beppe Grillo: il nuovo statuto dell’associazione, il nuovo codice etico, l’organigramma e il regolamento per la selezione dei candidati alle elezioni di marzo.
La prima notizia è il termine per le candidature alle prossime Politiche: dovranno essere presentate entro le ore 12 di mercoledì 3 gennaio; per gli aspiranti parlamentari ci sono appena tre giorni e mezzo di tempo. Le liste saranno poi decise dalle primarie che si terranno a metà gennaio (e potrebbero essere annunciate nella kermesse di Pescara tra il 19 e il 21 del mese). Le grandi novità politiche invece sono due.
PRIMO: il ruolo di Grillo – quello di “garante”– diventa elettivo. Il fondatore non è più intoccabile, ma la sua carica dipenderà dal voto degli iscritti. Secondo: il Movimento si apre all’esterno. Non solo – come anticipato ieri – potranno essere candidati nei collegi uninominali anche i non iscritti, ma per la prima volta cade il divieto ad associarsi con altri partiti. È la svolta “realista” già anticipata da Luigi Di Maio: se sarà primo partito il M5S presenterà il suo programma lasciando la porta aperta a tutti.
Tante novità anche nel codice etico. Innanzitutto M5S chiede ai suoi futuri parlamentari un contributo economico: 300 euro al mese “destinati al mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l’attività dei gruppi e dei singoli parlamentari”, ovvero Rousseau, il sistema gestito da Davide Casaleggio.
Ma il nuovo codice è una miniera di obblighi: ben 27. La regola più discussa è quella della fiducia obbligatoria: deputati e senatori del Movimento, si legge all’articolo 3, devono “votare la fiducia (...) ai governi presieduti da un presidente del consiglio dei ministri espressione del MoVimento 5 Stelle”. Una norma che entra in conflitto con l’articolo 67 della Costituzione (quello che vieta il “vincolo di mandato” per i parlamentari). Ed entra in conflitto con lo stesso articolo anche la multa, già anticipata, per chi cambia casacca: 100mila euro per chi passa a un altro gruppo parlamentare.
Chi viene espulso dal M5S, invece, è costretto a dimettersi dalla carica parlamentare (un’altra prescrizione che rischia di rimanere sulla carta, visto che per dimettersi serve il voto della maggioranza della Camera d’ appartenenza: all’ex grillino Vacciano, per esempio, in questa legislatura sono state negate le dimissioni ben 5 volte).
Tra i 27 obblighi ce ne sono altri più concreti: ai futuri eletti è vietato “conferire alcun in-
Codice etico Per gli eletti ben 27 regole: fiducia obbligatoria, multa per chi cambia casacca e molte rinunce
carico come assistente a conviventi, affini o persone con rapporto di parentela fino al secondo grado”. Sono inoltre costretti a rinunciare a “ogni trattamento pensionistico privilegiato e all’assegno di fine mandato, a doppie indennità e a doppi rimborsi” e a rendicontare tutte le spese effettuate nell’esercizio del man- dato (una norma già in vigore in questa legislatura, anche se i parlamentari sono in ritardo: per alcuni gli scontrini pubblicati sono fermi ad aprile).
ALTRA NOVITÀanticipata ieri: i candidati del devono “rinunciare alla propria candidatura nel caso in cui, avuta notizia dell’esistenza di un procedi- mento penale a proprio carico, emergano elementi idonei a far ritenere la condotta lesiva dei valori, dei principi o dell’immagine del Movimento 5 Stelle”. A prescindere dall’esito del procedimento penale, quindi, conterà quanto saranno gravi i contorni della vicenda. Chi decide? La norma cita gli “Organi dell’associazione”. Che sono i seguenti: il garante Beppe Grillo, il capo politico Luigi Di Maio, il comitato di garanzia (Vito Crimi, Giancarlo Cancelleri e Roberta Lombardi) e il collegio dei probiviri ( Nunzia Catalfo, Paola Carinelli, Riccardo Fraccaro). Un organigramma dominato dai fedelissimi di Di Maio, che è anche tesoriere. Il Movimento è nelle sue mani.