Il Fatto Quotidiano

Buon ricatto a tutti

- » MARCO TRAVAGLIO

Scena 1. Tribunale di Vattelapes­ca, saletta intercetta­zioni, interno giorno. Un poliziotto ascolta annoiato da settimane in diretta le telefonate di Tizio, un faccendier­e malavitoso indagato perché sospettato di fare da tramite fra una cosca e le imprese di costruzion­i. Ma Tizio non si lascia mai sfuggire un solo nome compromett­ente di complici o mandanti più in alto di lui: stanno per scadere i termini trimestral­i del decreto di ascolto e l’agente ha solo la denuncia di un impresario che lo accusa di avergli chiesto il pizzo con fare minaccioso. Poi, all’improvviso, Tizio riceve la chiamata di un deputato, noto per i suoi vibranti proclami antimafia, che lo invita a cena per l’indomani al ristorante Tal dei Tali e gli dice di portare anche il “boss” (un presunto capomafia, molto chiacchier­ato, ma mai indagato). Il poliziotto si rianima, corre a imbottire il locale di cimici e telecamere e attende la fatidica cena dei tre. I quali, all’ora convenuta, si abbraccian­o, si baciano, mangiano, bevono, ridono e scherzano fino a tarda sera, da vecchi amici quali sono; ma purtroppo non si dicono nulla su appalti, delitti, scambi di voti o altro. Nessuna traccia di reati.

Scena 2. Un po’ deluso, ma schifato per le frequentaz­ioni dell’onorevole che si finge antimafia, il poliziotto applica il nuovo decreto Orlando- Renzi-Gentiloni-fu Berlusconi sulle intercetta­zioni: non trascrive quei dialoghi perché“penalmente irrilevant­i” e non fa alcun cenno nel brogliacci­o riassuntiv­o alla cena, perché coinvolge “terzi non indagati”. Le conversazi­oni finiscono in un cd-rom separato dagli altri 125 con 250 ore di intercetta­zioni rilevanti fra Tizio e altri compari.

Scena 3. A fine indagine, i 126 cd-rom vengono trasmessi al pm che, non avendo da perdere 12 ore al giorno per sei mesi, decide di non riascoltar­li tutti: si fida del poliziotto, che non l’ha mai tradito in tanti anni, dunque avrà certamente trascritto o riassunto tutto ciò che può servirgli. Poi fa arrestare Tizio per l’estorsione (negata dall’interessat­o, che però non ha un alibi) e chiude le indagini, depositand­o gli atti agli avvocati e al gup, che dovrà decidere cosa distrugger­e e cosa no dopo aver sentito le parti.

Scena 4. L’avvocato di Tizio invece non si fida del poliziotto e si mette d’impegno, nella saletta del Tribunale, portandosi dietro una decina di praticanti di studio per dividersi il lavoro, e nei 20 giorni consentiti, riesce ad ascoltare col suo staff un terzo delle intercetta­zioni, cominciand­o da quelle non trascritte né riassunte nel brogliacci­o. Non potendo fare copia dei cd-rom, prende appunti sui dialoghi più interessan­ti.

Aun

certo punto s’i mb at te nella cena col deputato e il boss e fa un salto sulla sedia: perché scopre la doppia faccia dell’onorevole; perché non sospettava che il cliente lo conoscesse; e soprattutt­o perché, fra una chiacchier­a e l’altra, il boss rievoca un recente viaggio di piacere a Praga con Tizio e due escort, proprio nei giorni in cui Tizio è accusato di aver minacciato l’impresario. Un alibi che pure il cliente s’era scordato di segnalare e che il poliziotto non ha comunicato al pm: o perché non fa comodo all’accusa, o perché s’è distratto e non ha colto quella frase cruciale, o perché non s’è accorto della coincidenz­a della data con quella della presunta estorsione.

Finale. La storia si biforca in una miriade di The Endpossibi­li, non tutti happy.

a) L’avvocato onesto segnala al pm onesto l’errore del poliziotto onesto, che si scusa, trascrive l’intercetta­zione della cena, la trasmette al pm onesto, che la gira al gup onesto, che scarcera l’onesto Tizio e archivia l’inchiesta.

b) Il poliziotto è onesto, infatti trascrive la conversazi­one del “boss” sul viaggio a Praga, ma – come da decreto Orlando&C. - non può dire niente del deputato. Anche il pm e il gup sono onesti, e archiviano l’inchiesta. Ma purtroppo l’avvocato è disonesto e, avendo ascoltato e trascritto l’intera conversazi­one, chiede appuntamen­to all’onorevole per parlare di una certa cena al Tal dei Tali. Il politico, spaventato, lo riceve e si sente chiedere la presidenza dell’acquedotto municipale, altrimenti quella trascrizio­ne finisce sui giornali e lo rovina. Indovinell­o: chi è adesso il nuovo presidente dell’acquedotto di Vattelapes­ca?

c) Poliziotto, pm, gup e avvocato sono onesti, ma Tizio è disonesto. E, dopo l’archiviazi­one e la scarcerazi­one con tante scuse, va dal politico e gli fa un discorsett­o: “Vede, onorevole, io sono amico suo e voglio restarlo. Il suo nome, nella trascrizio­ne dei nostri dialoghi a cena, non c’è, perché lei non è indagato e non dice cose penalmente rilevanti. Ma il mio avvocato i nostri dialoghi li ha ascoltati e trascritti tutti, comprese le sue parole. E non vorrei che la trascrizio­ne integrale arrivasse a qualche giornale... Che si può fare?”. Indovinell­o: secondo voi, chi è il nuovo assessore comunale ai Lavori pubblici di Vattelapes­ca?

d) Pm, gup, avvocato e Tizio sono onesti, ma il poliziotto è disonesto o - l’occasione fa l’uomo ladro - decide di diventarlo. Prende il cd-rom con le intercetta­zioni della cena e va a trovare il politico: “Onorevole, senza volerlo sono incappato in una sua conversazi­one a cena col boss e con Tizio. Nessuno ne sa niente, perché il decreto Orlando tutela la privacy dei non indagati e considera ‘gossip’ tutti i fatti penalmente irrilevant­i. Però non vorrei che una copia del cd-rom che ho inviato ai giudici per la distruzion­e sbagliasse strada e finisse in una busta anonima a TeleVattel­apesca. Lo so, è soltanto un ‘gossip’ come dice Orlando, ma sa che scoop farebbe la nostra tv locale in prima serata? Lei mi capisce, una persona in vista e un combattent­e antimafia come lei...”. Indovinell­o: secondo voi, chi è il nuovo questore di Vattelapes­ca?

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